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Droga, anche le mafie hanno sofferto il Covid: ma dopo la flessione hanno ripreso le attività illecite

Secondo la relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa), nel traffico di sostanze stupefacenti rimane «il ruolo egemone della ‘ndrangheta calabrese, che ha conservato una posizione privilegiata nei circuiti globali del narcotraffico»

Droga, anche le mafie hanno sofferto il Covid: ma dopo la flessione hanno ripreso le attività illecite

di Francesco Bolognese – L’attività di contrasto nei confronti dei trafficanti morte non conosce soste. «Nel 2020 sono aumentati del 7% i sequestri di sostanze stupefacenti. La lotta al narcotraffico rappresenta una priorità a tutela delle giovani generazioni, della legalità e della sicurezza, per contrastare le organizzazioni criminali che alimentano le piazze di spaccio e accumulano ingenti patrimoni illeciti».

È quanto ha dichiarato l’inquilino del Viminale a margine della presentazione della relazione annuale 2021 su dati 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa). Le organizzazioni malavitose dedite al traffico di sostanze stupefacenti hanno dimostrato nell’anno della pandemia una “straordinaria resilienza”. Gli analisti del Viminale hanno infatti accertato che, «l’impatto delle misure di contenimento del Covid-19 ha condizionato la coltivazione e la produzione delle droghe e ha reso più difficile procurarsi i precursori e la manodopera necessaria, nonché le movimentazioni e i trasporti delle sostanze, a causa delle restrizioni alla mobilità delle persone e delle merci, sia nelle zone di frontiera e nelle aree di confine, sia all’interno dei Paesi, incidendo, così, anche sulle modalità di distribuzione nei luoghi di consumo; da ciò, è derivato un calo della domanda di stupefacenti, almeno di quelli più ampiamente diffusi».

Tutto ciò però, è stato «temporaneo e limitato alla prima fase della crisi sanitaria», in quanto le organizzazioni criminali sono state «rapide nell’adattare i propri assetti logistici e organizzativi alle nuove dinamiche economiche e sociali determinate dalla crisi, con lo sviluppo di schemi operativi innovativi, sia nella gestione dei grandi traffici, sia nelle attività minute di spaccio». A fronte di ciò è stato registrato «nella seconda parte dell’anno una forte ripresa delle importazioni di stupefacente nei luoghi di stoccaggio e, soprattutto, verso i Paesi di destinazione finale, inducendo le Forze di Polizia ad innalzare ulteriormente il livello della risposta che ha portato ad una serie di sequestri di straordinaria consistenza, tali da compensare, in misura significativa, il gap iniziale».

Nello scacchiere mondiale del traffico di sostanze stupefacenti rimane «il ruolo egemone della ‘ndrangheta calabrese, che ha conservato una posizione privilegiata nei circuiti globali del narcotraffico, grazie alla presenza di propri segmenti e broker operativi, stabilitisi nei luoghi di produzione e nelle aree di stoccaggio temporaneo delle droghe, non solo sul territorio nazionale, ma anche a livello europeo. Le informazioni a disposizione della Direzione confermano la stabilità dei collegamenti della ’ndrangheta, funzionali alla gestione del narcotraffico, con componenti di Cosa Nostra, della Camorra, delle organizzazioni criminali pugliesi, nonché con compagini criminali straniere». Serve investire a livello mondiale anche sul versante della prevenzione per scoraggiare la “domanda”.

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