sabato,Maggio 4 2024

Montebello Jonico, nel borgo Sant’Elena le strade sono strette e le ambulanze non possono passare

La testimonianza della disavventura vissuta dalla signora Carmela Foti che nel 2015 e nel 2016, si ruppe entrambi i femori

Montebello Jonico, nel borgo Sant’Elena le strade sono strette e le ambulanze non possono passare

Le strade sono troppo strette e i mezzi di soccorso non possono passare, mettendo in serio pericolo la vita dei cittadini. È quanto succede a Sant’Elena, borgo ricadente nel comune di Montebello Jonico, dove da anni i residenti devono fare i conti con questo gravissimo problema. A dare testimonianza della gravità della situazione che si palesa in questo territorio è la signora Carmela Foti, che intervistata dalla Gazzetta del Sud, ha raccontato le sue disavventure, avvenute nel 2015 e nel 2016.

La signora Carmela ha ricordato quando nel 2015 si ruppe per la prima volta il femore. Abitando da sola, in quell’occasione, dopo essere caduta a terra a seguito della frattura, gridando riuscì ad allertare i vicini che la soccorsero immediatamente. Sapendo che l’ambulanza non poteva transitare per le strade del borgo, questi si sono visti costretti a caricarla in macchina e a trasportarla in ospedale.

«Il tragitto è stata una sofferenza – ha raccontato la signora Foti – dal momento che in macchina non potevo stendere la gamba, che vedevo gonfiarsi e diventare scura mentre sentivo atroci dolori». Una volta in ospedale la donna è stata operata ma non ha potuto fare rientro a casa perchè in caso di necessità si sarebbe trovata nella medesima situazione, così decise di affittare una casa a Montebello centro dove passare la convalescenza.

Una volta rimessa del tutto, tornò nella sua Sant’Elena, ma l’anno successivo, nel 2016, si fratturò l’altro femore e così si vide costretta, suo malgrado a subire la seconda tortura. Riuscita a trascinarsi fino al telefono, chiamò una vicina che la soccorse, ma non volendo ripetere la stessa dolorosa esperienza dell’anno precedente, decise di chiamare un’ambulanza, che però, per il solito problema della strade impraticabili, si fermò nella piazza del paese.

Solo la barella arrivò a casa della signora Carmela, sulla quale venne stesa e poi caricata su un Fiorino per essere trasportata fino all’ambulanza. «Il portoncino non si poteva chiudere – ha raccontato – e hanno dovuto legarlo con una corda per evitare che la barella scivolasse in avanti. Con un’altra corda, la stessa barella è stata legata al sedile. Lungo il tragitto sentivo quella corda contorcersi sotto la mia testa». Una volta operata, stesso iter, casa in affitto a Montebello per evitare complicazioni.

«Per me è mortificante raccontare questa storia – ha concluso la donna -. Mi fa vergognare di essere una cittadina di questo luogo abbandonato. Sono sicura che allargare la strada è possibile. Purtroppo il mio caso non è l’unico, altra gente ha avuto bisogno e qualcuno è anche morto in attesa di essere soccorso. Non possiamo essere trattati così. Basta solo un pò di volontà».

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