Reggio, 14enne aggredito all’uscita da scuola. La denuncia di Marziale

Non si è ancora spenta l’eco dell’accoltellamento di un minorenne a Piazza Camagna di Reggio Calabria, che la cronaca è costretta a registrare un’altra vittima di aggressione, all’esterno dell’Istituto Industriale “Panella-Vallauri”, colpito da alcuni compagni muniti anche di un martelleto tipico dei kit d’emergenza degli scooteristi.

Per il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e già Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria: «Il fatto che questa gioventù utilizzi “armi” di offesa, come coltelli e martelletti, significa che non hanno la percezione dei limiti della violenza, immersi come sono in un magma indifferenziato dove la linea di demarcazione tra reale e virtuale non esiste. Credono di “vivere” le scene virtuali dei videogiochi, dove alla riaccensione del sistema il morto tecno-miracolosamente resuscita. Ma non avere la percezione non vuol dire non essere consapevoli che un corpo contundente possa ferire ed uccidere. Per tale ragione urge mettere mano al codice di procedura penale minorile, partorito dal legislatore quando tra le masse in età evolutiva veleggiava la devianza. Oggi è criminalità allo stato puro e l’adolescenza non è una malattia attenuante».

Ma, la stoccata più pungente il presidente dell’Osservatorio la riserva ai genitori: «Che durante la Dad hanno fatto fuoco e fiamme per tenere i ragazzi lontani dal computer, dimenticando che la scuola stava agevolando il diritto allo studio e non già alcun dovere, però quando sono a stordirsi alla consolle dei videogiochi li lasciano indisturbatamente per interminabili ore. È tempo che la genitorialità impari ad esercitare il ruolo che le compete. Non si può immaginare di schierare l’esercito per controllare i minori. La legge – conclude Marziale – conferisce ai genitori “responsabilità”, che ha sostituito la “patria potestà”. Quei genitori che non la esercitano efficacemente siano chiamati a rispondere ad una giustizia che mai come ora è tenuta a mostrare i muscoli».

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