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Caso Maria Antonietta Rositani, rinviata l’udienza del 9 marzo. Papà Carlo: «La colpa di quanto successo a mia figlia è dello Stato»

Il papà di Maria Antonietta lancia un appello: «Mi auguro che lo Stato non permetta mai a nessuno di uccidere per poi giudicarlo non sano di mente. La violenza è violenza e basta»

Caso Maria Antonietta Rositani, rinviata l’udienza del 9 marzo. Papà Carlo: «La colpa di quanto successo a mia figlia è dello Stato»

La nuova udienza del processo che vede indagato per il tentato omicidio di Maria Antonietta Rositani, l’ex marito Ciro Russo, che si sarebbe dovuta tenere mercoledì, è stata rinviata a data da destinarsi, scatenando il malcontento del papà di Maria Antonietta, Carlo Rositani.

«Continua il Calvario – scrive in un lungo sfogo papà Carlo -. L’udienza del 9 marzo in Corte D’Appello per il tentato omicidio di Maria Antonietta è stata ancora una volta rinviata a data da destinarsi. Il caso di Maria Antonietta Rositani doveva tornare in Corte d’appello a Reggio Calabria per stabilire se Ciro Russo, il 12 marzo del 2019, giorno in cui tentò di uccidere l’ex moglie, fosse capace di intendere e volere. L’ex marito di mia figlia, che sulla via Frangipane quel 12 marzo del 2019 tentò di uccidere una donna sola, impaurita, una figlia di questa nostra bella Italia. Una donna sola, sola contro l’orco. Contro quel giovane che lei aveva portato come innamorato venti anni prima nella nostra famiglia.

Il suo Principe Azzurrro, che poi quel 12 marzo ha tentato di bruciarla viva. Bruciare la madre dei suoi due figli, Annie e William. A seguito dell’attentato dopo due giorni di sofferenze curato amorevolmente dal dottor Leonardo morì bruciato vivo il povero cagnolino Diux che si trovava con lei in macchina Poi come dimenticare quel 21 febbraio del 2020, che di crepacuore si lasciò morire la mia povera mamma, nonna Maria Antonietta. Eravamo tutti noi in famiglia riusciti a tenerla all’oscuro di tutto. Non aveva saputo il vero motivo delle sofferenze della sua adorata nipotina che non vedeva dal 12 marzo. Appena saputa la verità di quanto accaduto, di quello che aveva fatto quel 12 marzo il suo adorato nipotino Ciro, non ha più mangiato e bevuto lasciandosi morire.

Lei – continua papà Carlo – prima di qualche settimana della sua morte sapeva che era stato un pirata della strada a ridurre Maria Antonietta in quello stato. Lei che mi aveva convinto venti anni prima a farli sposare.
Lei che aveva fatto di tutto e di più per quel ragazzo e per i suoi due figli nati dal matrimonio con Maria Antonietta. Nonna Antonietta lo tenne in casa come un figlio, un Principe, privandosi lei stessa di tante cose pur di non fargli mancare nulla a lui e alla sua bellissima famiglia. Adesso lui, un “Uomo”, uno spavaldo, un essere non essere, uno dalla mentalità patriarcale che è sempre stato sano di mente, un vero furbacchione che non si è mai preoccupato di dover pagare un affitto di casa, una bolletta della luce o da dar da mangiare o vestire i suoi figli.

Insomma un essere non essere dalla mentalità patriarcale cerca oggi di voler apparire agli occhi di tutti, grazie alla legge dello Stato che lo consente, come un malato di mente per salvarsi e magari uscire prestissimo dalla galera per finire quello che aveva iniziato quel 12 marzo: uccidere Maria Antonietta e forse anche noi tutti. Vuole dimostrare che all’epoca dei fatti non era sano di mente». Carlo Rositani, rivolgendosi poi direttamente al genero continua: «Vergogna! Vigliacco! Hai rubato quella notte del 12 marzo del 2019 la macchina a tuo padre, non sapevi dove era parcheggiata, sei riuscito a trovarla dentro un garage con centinaia di box chiusi. Hai rotto il salvadanaio che ti eri fatto comprare appena arrivato ad Ercolano, detenuto agli arresti domiciliari a casa della tua famiglia.

Hai percorso nella notte quasi cinquecento chilometri, ti sei fermato nelle aree di servizio a fare colazione comprando anche tre bottiglie d’acqua minerale da due litri per poi svuotarle e riempirle di benzina non appena arrivato sul viale Europa a Reggio Calabria (per bruciare viva la madre dei tuoi figli). Vigliacco! Hai telefonato a Maria Antonietta alle prime ore dell’alba di quella mattina offendendola in tutti i modi. Volevi torturarla fino alla fine. Ti sei fermato nascondendoti davanti a casa di Maria Antonietta attendendo che lei uscisse dal cancello di casa per portare Annie e William a scuola. I tuoi figli! E poi seguirla, seguirla con lucidità di mente senza perderla di vista fino alla scuola, dove hai atteso che accompagnasse i figli, e poi nascosto in macchina come un vile dietro di lei a seguirla ancora.

Seguire la madre dei tuoi figli con l’unico intento di bruciarla viva. Perchè tu volevi ucciderla. Ucciderla, altro che spaventarla come da te dichiarato davanti al Giudice. Bruciarla viva sulla via Frangipane. In quella scuola dove venti anni prima io, da padre insieme ai suo compagni, avevo gioito assistendo seduto tra i banchi ai suoi esami di maturità. Sono trascorsi tre lunghi anni da quel giorno. Quasi due anni è rimasta la mia bambina in ospedale. Il suo corpo è completamente martoriato. Quelle cicatrici le porterà per sempre dentro e fuori. Non potrà mai dimenticare quello che è accaduto, noi tutti non dimenticheremo mai le sue e le nostre sofferenze accanto a lei.

Tutta la nostra famiglia notte e giorno accanto a lei a Bari. Abbiamo vissuto momenti terribili a Bari che mai e dico mai potranno cancellarsi dal cuore e dalla mente. E io da padre oggi raccomando a tutti i genitori di fare attenzioni con le nostre figlie. Attenti ai falsi sorrisi agli abbracci di chi ci sta accanto e dice di volerci bene. Spesso nel bene si nasconde vigliacco anche il male. Questi esseri non esseri non possono essere definiti uomini. Chi tocca una donna non merita di essere considerato umano. Sono dei ladri di vita che rubano la vita a loro stessi, alle loro donne, ai loro figli e Ciro ha rubato a noi, famiglia Rositani, ogni cosa della nostra vita rubando anche ai suoi stessi bravi e onesti genitori la loro vita.

Ha rubato anche la vita ai suoi tre fratelli e a Valeria, mia figlia compagna di Giuseppe, fratello buono di Ciro. Un ragazzo d’oro e grande lavoratore un figlio per me. Un figlio come lo era Ciro prima di quel 12 marzo. Un figlio, una mela marcia che purtroppo ancora oggi da padre non riesco a togliere dal cuore. Ma da italiano dispiace dover dire oggi che la colpa di tutto questo, come nel caso di tante altre donne è esclusivamente dello Stato.
Di questo nostro Stato spesso disattento e senza umanità davanti a una sua figlia che chiede aiuto. Maria Antonietta prima dell’agguato aveva denunciato ben 4 volte alle Forze dell’Ordine, ma tutte quelle denunce sono rimaste nei cassetti dei grandi Palazzi delle nostre Istituzioni senza essere mai proseguite ai magistrati. VERGOGNA!

Questa fin troppo generosa ITALIA, CHE TUTELA I CARNEFICI E NON GUARDA NEGLI OCCHI I SUOI FIGLI VITTIME DI VIOLENZE. Io non smetterò di urlarlo affinché mai più donna sulla terra debba soffrire le stesse pene di mia figlia. In un momento di tante incertezze e paure che stiamo vivendo, prima la pandemia, una guerra contro un nemico invisibile che ha portato via tante vite di nostri fratelli e sorelle e adesso l’incubo, il terrore di un altra guerra che vede umani contro umani, potenti di questo mondo a giocare ai soldatini sulle spalle della povera ingenua gente. La guerra come la mafia e la violenza sono una brutta bestia. Che Dio ce la mandi buona. Mi auguro che lo Stato non permetta mai a nessuno di uccidere per poi giudicarlo non sano di mente. La violenza è violenza e basta».

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