venerdì,Aprile 26 2024

Caso Rositani, si torna in aula e papà Carlo incalza: «Russo non è pazzo voleva ucciderla»

Un messaggio che riecheggia da tanti anni, da quando quel maledetto 12 marzo ha impresso nella memoria di tutta Italia, e in particolare dei reggini, quel corpo che si contorceva in cerca riparo dalle fiamme

Caso Rositani, si torna in aula e papà Carlo incalza: «Russo non è pazzo voleva ucciderla»

Domani si torna in aula, alla Corte D Appello Reggio Calabria, per il processo che vede alla sbarra Ciro Russo per  il tentato omicidio di Maria Antonietta Rositani e stabilire se l’uomo, il 12 marzo del 2019, giorno in cui tentò di uccidere l’ex moglie, “fosse capace di intendere e volere”. E a on darsi pace è il padre della donna, Carlo Rositani che da sempre ha difeso la sua verità, lottando affinchè la figlia e la sua famiglia potessero avere giustizia dopo il calvario superato.

«In aula ci saranno col cuore i nostri  legali l’Avvocato Alessandro Elia, Massimiliano Santaiti, Maria Leonardo, l’Associazione UDI e Insieme per Marianna  per la Parte Civile, Dottor Taglieri, Dottoressa Luisa D’Aniello e Prof Marasco nostri Periti che hanno avuto modo di osservare e studiare il comportamento dell’uomo che, in primo grado, è stato condannato a 18 anni di reclusione per il tentato omicidio della ex moglie arrivando alla conclusione che quando Ciro Russo diede fuoco all’autovettura sulla quale viaggiava Maria Antonietta che era capace di intendere e di volere».

Una certezza che papà Caro non ha mai abbandonato e che continua a difendere strenuamente: «In un tempo caratterizzato da una pandemia mondiale ancora in pieno corso, il tema della violenza di genere e della tutela di donne e dei più deboli deve assumere sempre maggiore centralità nell’ambito dell’agenda politica nazionale e anche locale, a livello comunale e metropolitano. Ma tutto tace. È silenzio, buio, da parte di chi ha il dovere di proteggere, legiferare, fare, aiutare, donarsi col cuore verso chi soffre per colpa di esseri non esseri di gente criminali, che spesso abitano mascherati da buoni, il pianerottolo di casa nostra. Gentaglia spavalda dalla mentalità grezza, egoista, disumana e patriarcale. Occorre più attenzione più amore più vicinanza verso chi debole trova il coraggio la forza di denunciare l’Orco di turno che abita vile le mura domestiche di casa. Abita vigliacco tra di noi, un malvagio che lentamente spegne le vite delle donne, delle nostre figlie, delle mamme, distruggendo anche le vite di intere famiglie. Si, perché queste tragedie accadono quasi sempre a cuore sereno, all’improvviso e in un attimo si bruciano famiglie e si spengono per sempre i sorrisi si cade in un baratro da dove solo la fede, le preghiere e la vicinanza di tanta gente per bene danno amore e forza alla famiglia per non precipitare oltre la vita dei giusti».

Un messaggio che riecheggia da tanti anni, da quando quel maledetto 12 marzo ha impresso nella memoria di tutta Italia, e in particolare dei reggini, quel corpo che si contorceva in cerca riparo dalle fiamme. Ma neanche per un second papà Caro o Maria Antonietta hanno cercato vendetta, solo giustizia: «Mai violenza, mai vendetta, mai odio. Solo amore. Questo è accaduto quel 12 marzo del 2019 a mia figlia, alla mia famiglia e alla famiglia di Ciro Russo che non ha colpe. Dei figli, nostri figli, figli di questo strano mondo esseri non umani cresciuti con amore spesso mariti e padri riescono con la loro mentalità criminale e patriarcale a plagiare, offendere, maltrattare, schiaffeggiare, donne indifese. È gente perfettamente sana di mente che si sente Dio e Re in casa che con la loro ingorda cattiveria riescono ad annullare la mente di donne, mamme, spose fino a bruciare la loro mente polverizzando alla fine anche i loro corpi. Questo è accaduto a mia figlia. Voleva ucciderla, bruciarla viva in macchina. Non è riuscito nel suo diabolico piano perché il buon Dio non ha voluto, mentre altre donne della nostra terra che avevano denunciato più volte alle Forze dell’Ordine, purtroppo oggi sono con Dio nel cielo del Paradiso. Io sono un padre fortunato, che posso raccontare questa triste e inumana storia mia figlia è viva, seppur col corpo cuore e anima feriti bruciati a vita. Posso raccontarlo oggi  da Padre e da Italiano con gli occhi umidi di dolore  inchinandomi con la preghiera davanti  a tutte quelle famiglie che hanno perso una figlia, una sorella, una mamma».

Ma il grido di un padre va oltre e Carlo lo sottolinea con tutte le sue forze che «Ciro l’ex marito e padre dei miei due nipoti Annie e William non è un malato. Ciro è perfettamente sano di mente. Lo è sempre stato durante i venti anni di matrimonio con mia figlia. Lo è sempre stato anche durante quel lungo viaggio di quasi cinquecento chilometri da Ercolano a Reggio Calabria alla guida della macchina rubata a suo padre che dormiva nella notte del 19 marzo del 2019. Era sano di mente mentre sistemava il letto di casa con cuscini  in modo da fare apparire che stesse nel letto a dormire nel caso  che i suoi genitori si fossero alzati nella notte. Era perfettamente sano di mente quando ha rotto il salvadanaio che si era fatto comprare dalla mamma lo stesso giorno del suo arrivo a Ercolano dove doveva scontare tre anni di reclusione agli arresti domiciliari per maltrattamenti in famiglia in presenza di un minore del piccolo William. Quei soldi gli son serviti poi per arrivare a Reggio Calabria, carburante colazione riempire con mano ferma senza imbuto tre bottiglie di benzina in una stazione di servizio alle sei del mattino sul Viale Europa appena arrivato a Reggio per bruciare mia figlia. Bruciare, uccidere la madre dei due suoi figli. Quei soldi sono serviti anche a comprarsi a poche centinaia di metri dalla Caserma dei Carabinieri in una pizzeria di Reggio Calabria un pezzo di pizza la sera del 20 marzo e proprio mentre gustava soddisfatto quel pezzo di pizza mentre tutti noi eravamo riuniti a casa stretti nel nostro dolore a piangere Maria Antonietta distante da noi su un letto d’Ospedale in Terapia Intensiva a Bari, lui Ciro, veniva arrestato. Era perfettamente sano di mente quella mattina quando dopo aver riempito le bottiglie di benzina si mise a telefonare a mia figlia offendendola al telefono.

Era sano di mente quando si mise quella stessa mattina davanti al cancello di casa di Maria Antonietta per attendere che lei uscisse per portare Annie e William a scuola. Vigliacco la segui in macchina. Attese che lei lasciasse a scuola i figli nella zona alta di Reggio Calabria  continuando a seguirla fino su quella via  Frangipane difronte al suo Liceo  dove venti anni prima Maria Antonietta  si era diplomata. Era sano di mente mentre la speronava stringendola contro un muro. Era sano di mente mentre sulla macchina buttava la benzina dandole fuoco. Era sano di mente anche dopo quando Maria Antonietta riuscì ad uscire dal lato passeggero e lui criminale non contento continuò a svuotare le bottiglie di benzina sul viso di Maria Antonietta. Urlando vigliacco contro di lei Muori Muori…Era consapevole e sano di mente mentre  all’ interno della macchina bruciava il piccolo cagnolino Diuk Era consapevole di tutto pienamente sano di mente mentre scappava vigliacco lasciando in terra a bruciare la donna che diceva di amare La madre dei suoi due figli».

Una storia raccontata, vista, immaginata più volte e che papà Carlo continua a portare come monito «affinché non accada mai più ad altre figlie quello che è accaduto a mia figlia. Un padre lasciato da solo senza alcun aiuto sincero dalle Istituzioni italiane. Un solo aiuto è arrivato più volte da un piccolo paesino della provincia di Reggio Calabria Varapodio. Un Comune che con amore ci è stato vicino anche economicamente senza fare passerelle e alcuna pubblicità. Ecco lasciato da solo da tutte le Istituzioni italiane a piangere la mia famiglia solo ma grazie a Dio accanto a noi tanti volti buoni sconosciuti che con il loro amore ci hanno aiutato a vivere. Da padre posso solo dire che quel figlio che mi ero messo in casa credendo nel suo sincero amore verso mia figlia alla fine si è dimostrato un figlio criminale, ma sano di mente. La violenza non è mai pazzia È violenza e basta. Ai genitori dico fate attenzione prima di dire un Si a una figlia per troppo bene d’amore spesso dietro un abbraccio un sorriso si nasconde una mente spavalda egoista e patriarcale. Si nasconde un criminale. Io credo in Dio nella giustizia ma da padre e da italiano non riesco a darmi Pace. Tutto si poteva evitare. Sarebbe bastato aprire il cuore davanti a tutte quelle denunce presentate da mia figlia prima del terribile disumano agguato».

top