giovedì,Dicembre 5 2024

Discarica La Zingara, protesta fuori dal Consiglio regionale: «Così ci avvelenano»

Un gruppo di cittadini della Piana con cartelli al seguito esprime il proprio dissenso per la possibile contaminazione della sorgente Vina

Discarica La Zingara, protesta fuori dal Consiglio regionale: «Così ci avvelenano»

«Di questi tempi, con i problemi che già ci sono per le risorse idriche noi avveleniamo la fonte perché non abbiamo dove mettere i rifiuti? Non va bene». Sono arrabbiatissimi ed agguerriti. Un gruppo di cittadini della Piana di Gioia Tauro, ha deciso di esprimere il proprio dissenso per l’apertura della discarica La Zingara di Melicuccà, decisa di recente dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, anche a Palazzo Campanella, dove tra poco si apriranno i lavori del Consiglio regionale.

«Speriamo che i politici la smettano di fare balletti e che chiudono definitivamente la questione» dice Teresa mentre spiega le ragioni della protesta. «Siamo contrari alla già ri-apertura della discarica La Zingara. Tutte le evidenze scientifiche dicono che c’è pericolo per la contaminazione della sorgente Vina che serve diversi Comuni tra cui Palmi, Melicuccà e Bagnara. Sarebbe un disastro. Ancora si deve bonificare la discarica vecchia che già stanno portando i rifiuti nella parte nuova».

Da qui la richiesta alla massima istituzione calabrese: «Vorremmo che il presidente Occhiuto bloccasse tutto. La Città metropolitana l’ha aperta in spregio a tutte le evidenze scientifiche. La fonte è di primaria importanza», ripetono mentre discutono con l’assessore alle Politiche sociali Tilde Minasi, fermatasi all’ingresso per chiedere spiegazioni. Già ieri sera, spiega il manipolo di manifestanti, all’esterno del Comune di Palmi una manifestazione di protesta ha provato a sensibilizzare anche la cittadinanza sul tema. Presenti alcuni esponenti dell’amministrazione comunale, e il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Mattiani che si sono detti favorevoli a questa battaglia di chiusura della discarica, il gruppo di cittadini mostra determinazione: «Noi vogliamo vedere i fatti, altrimenti ci sentiamo presi in giro per l’ennesima volta».

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