Reggio, sbarcati al porto duecento migranti

Quasi trecento migranti in meno di 24 ore nel reggino. Questa mattina al porto di Reggio Calabria lo sbarco di duecento delle quattrocento persone intercettate ieri pomeriggio. Ieri pomeriggio a Roccella Jonica sono arrivati 91 migranti.

Il soccorso e il doppio porto di destinazione

Sono arrivati a bordo di un peschereccio individuato al largo di Brancaleone, scortato da tre unità della Guardia costiera. Il maltempo ha complicato le operazioni di soccorso ed è stato necessario ricorrere a un rimorchiatore giunto da Messina.

I porti di destinazione dopo questa operazione di soccorso di quattrocento migranti sono due: con quello Reggio Calabria anche Messina.

L’accoglienza

Sul posto le forze dell’ordine e volontarie e volontari della Protezione civile, Guardie Faunistiche ambientali e del coordinamento diocesano sbarchi per la prima accoglienza.

Anche in questo sbarco ci sono minori.

La destinazione, una volta sulla terraferma, è ancora una volta la palestra della scuola media Boccioni di Gallico, dismessa da anni.

Questa la sede delle visite mediche dell’Usmaf e delle attività di fotoidentificazione da parte della questura.

Disagi e carenze

Lo scorso martedì oltre ottanta migranti erano già arrivati al porto di Reggio Calabria. Erano stati subito trasferiti nella stessa palestra dove le condizioni igienico-sanitarie non sono garantite. Ieri sono stati puliti solo i bagni. Mancherebbero anche acqua calda e riscaldamento.

Disagi ai quali adesso si aggiunge la mancanza di sicurezza. Alle ottanta brandine già presenti, sono state aggiunte quelle necessarie per garantire posto a questo gruppo più grande. Ma lo spazio disponibile non sembra adeguato.

Il precedente sbarco

Permangono e aumentano, dunque, i disagi nella palestra, già da ieri quasi completamente svuotatasi dopo l’abbandono spontaneo dei migranti. Con ogni probabilità direttisi alla stazione, avrebbero già lasciato la città.

Accoglienza senza struttura

Si continua ad accogliere a Reggio Calabria ma senza una adeguata e sicura struttura di prima accoglienza e senza riuscire a garantire tutti i diritti essenziali.

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