sabato,Aprile 27 2024

Cospito, udienza Cassazione anticipata al 24 febbraio

L'Assemblea permanente di solidarietà: «Se Alfredo morirà la lotta continuerà e sarà ancora più determinata».

Cospito, udienza Cassazione anticipata al 24 febbraio

L’udienza in Cassazione, inizialmente fissata per il 20 aprile, era stata anticipata già una volta al 7 marzo. Oggi la data è stata nuovamente riprogrammata e spostata al 24 febbraio.

«Se Alfredo morirà la lotta continuerà e sarà ancora più determinata». Lo ha detto uno dei componenti dell’Assemblea permanente di solidarietà con Alfredo Cospito nel corso dell’assemblea pubblica alla Sapienza, a cui partecipano collettivi, i movimenti Cambiare Rotta, Osa e anarchici. «È stato detto che lo Stato non si arrende ma è solo grazie alla mobilitazione che siamo riusciti ad avere qualche cosa, altrimenti Alfredo sarebbe morto nel carcere di Bancali», ha aggiunto.

«È necessario coniugare la battaglia per la sua sopravvivenza con una battaglia per l’abolizione del 41bis e dell’ergastolo». Si chiude così un lungo testo “di lancio per le mobilitazioni di questo weekend a Milano”, che compare su un sito di area anarchica e che ricorda che sono stati organizzati due presidi, uno domani pomeriggio davanti alla stazione Centrale e un altro sabato di fronte al carcere di Opera, come forma di sostegno ad Alfredo Cospito, l’ideologo della Fai, la federazione anarchica informale, in sciopero della fame da 106 giorni contro il 41bis.

«Lo sciopero della fame di Alfredo contro il 41 bis – si legge nel testo firmato dalla “assemblea milanese” – e l’ergastolo/ostativo ci riguarda, ed è per questo che non possiamo tacere. Sul nostro silenzio la repressione si rafforza, i nostri bisogni vengono calpestati. Carcere e repressione sono elementi strutturali ineliminabili per le società che vivono di differenze, sopraffazione e sfruttamento. Sono una necessità che si manifesta ancor più violenta nei momenti di crisi o di guerra come quello attuale. In questi 100 giorni – proseguono gli anarchici – la risposta dello Stato è stata un lungo silenzio terminato con una posizione di fermezza nei confronti di una trattativa inesistente».

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