Annullamento della nomina di Bombardieri, il procuratore Falvo: «Profondamente ingiusto»

Quando il 14 luglio del 2008, a San Vittore Olona, nel Milanese, venne assassinato Carmelo “Nuzzo” Novella, ebbe inizio la prima guerra di ’ndrangheta del nuovo millennio. Il sangue in Lombardia, poi un’impressionante catena di morti ammazzati che raggiunse la Calabria, dai boschi delle Serre all’arenile del Soveratese. 

C’è chi fu trucidato in spiaggia, davanti agli occhi attoniti dei bagnanti, come Ferdinando Rombolà, e chi all’uscita da un santuario, dopo la messa, come il mammasantissima Damiano Vallelunga. Agguati su agguati, morti su morti, di notte e di giorno. Furono gli uffici guidati da tre procuratori aggiunti, allora, a fermare la mattanza nel Belpaese che guardava ancora inorridito alla strage di Duisburg ma distoglieva gli occhi davanti alla carneficina che si consumava nel suo ventre: Ilda Boccassini, a Milano, Nicola Gratteri, a Reggio Calabria, e… Giovanni Bombardieri, a Catanzaro. Continua a leggere su LaCnews24.it

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