Naufragio a Crotone, è il giorno del dolore: oggi apre la camera ardente – LIVE

KR46M0. La sigla è impressa sulla più piccola delle 66 bare che si trovano al Palamilone di Crotone. Bare nelle quali riposano i resti dei naufraghi morti domenica sulla spiaggia di Steccato di Cutro. In una bara c’è la vittima numero 46, si tratta di un bambino di pochi mesi. Lo zero indica che non aveva neppure un anno. Su 23 di quelle bare c’è una targa con il nome. Tanti ancora sono senza identità.

Proseguono ancora le procedure di identificazione. Con i sopravvissuti che arrivano a piccoli gruppi dal Cara. Rappresentanti delle comunità straniere delegati da parenti delle vittime hanno fatto la spola. Ognuno aveva con se foto inviate dai Paesi di provenienza e, insieme agli agenti della scientifica, guardavano su un display le immagini dei cadaveri per i raffronti. Le grida di disperazione udite sin da fuori il Palamilone confermavano il riconoscimento di una salma. Donne e uomini arrivati da Austria e Germania, hanno pianto i loro morti, urlato il loro dolore. Per loro è stato attivato un supporto psicologico.

1 marzo

08.50 – Recuperata 67esima vittima

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28 febbraio

12.40 – L’apertura della camera ardente slitta a domani

Sarà aperta domani la camera ardente allestita all’interno del PalaMilone di Crotone. L’apertura, inizialmente programmata per stamattina, avverrà invece alle ore 9 del primo marzo. A confermarlo il sindaco di Crotone Vincenzo Voce. 

12.30 – Recuperato il corpo della 65esima vittima

Si tratta di un 34enne, non è ancora chiara la nazionalità

Ore 11.29 – Occhiuto: «Non gettare croce su soccorritori»

«Sono testimone del fatto che ci sono tanti uomini delle istituzioni, vigili del fuoco, personale della Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Carabinieri, che in questi giorni stanno moltiplicando gli sforzi. Alcuni carabinieri si sono gettati in acqua alle 4 del mattino e hanno tratto in salvo alcuni migranti. Non si può gettare la croce addosso a queste persone, perché stanno facendo un lavoro straordinario». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, intervenendo a “Radio Anch’io”, su Radio 1.

«Certo è che – ha aggiunto – gli strumenti in mare vanno potenziati. Ci è stato detto che non c’erano le condizioni per poter svolgere un’attività di salvataggio perché il mare era forza 7, e non c’erano imbarcazioni in grado di poter soccorrere questo barcone carico di migranti. Io dico che l’Europa dovrebbe essere più determinata anche nell’attività di soccorso dei migranti. È vero, bisogna evitare di farli partire, ma le persone che stanno in mare, quando si tratta di bambini, donne, gente che scappa dalla disperazione, vanno comunque tratte in salvo. Frontex ha dei protocolli, che prevedono sostanzialmente l’intervento di soccorso in mare e sarebbe utile che prevedessero pure l’utilizzo di imbarcazioni in grado di intervenire quando le condizioni del mare sono più critiche».

Ore 9.36 – Recuperato un altro corpo, è il 64esimo

Un altro corpo è stato recuperato nelle acque di Steccato di Cutro dove domenica scorsa un barcone carico di migranti si è sfasciato provocando la morte di decine di persone. Il corpo è stato individuato e poi recuperato nella zona dell’incidente. Si tratta di un uomo. Con quello di stamani salgono a 64 le vittime accertate del disastro.

Ore 7.30 – Naufragio a Crotone, da tutta Europa per cercare i propri cari tra i morti o i superstiti

Dal Cara di Sant’Anna e dal vicino ospedale, oltre che dai centri vicini, da anni approdo privilegiato della rotta turca. Ma non solo. La lunga e triste processione di parenti e amici che, dalla mattina di lunedì, ha iniziato ad arrivare nella camera ardente allestita nel ventre del Palamilone, ha origini più lontane. I contatti con i parenti in attesa dell’imbarco in Turchia, oltre alla eco mediatica della strage e al tam tam impazzito sui social, hanno infatti convinto diversi migranti ormai insediati in altri paesi europei a partire per Crotone alla ricerca dei parenti che potrebbero essersi imbarcati su quel barcone fracido imploso a pochi metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro.

27 febbraio

Ore 19.45 – A Crotone fiaccolata per i migranti vittime del naufragio

«Siamo qui per manifestare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle vittime di questa ennesima strage del mare. Ma siamo qui anche per manifestare il nostro sdegno per una strage che doveva e che poteva essere evitata». Si sono radunati poco dopo le 17 davanti al palazzetto della città, diventato ormai camera ardente per le sessantadue vittime del naufragio di Steccato di Cutro 

Migranti: «Occhiuto, orgoglioso della Calabria, siamo Regione della solidarietà»

«È una giornata di lutto per la Calabria. Ma sono orgoglioso della Regione che governo, perché in queste ore c’è stata grande solidarietà tra i cittadini, si stanno sostenendo e aiutando i superstiti, e i sindaci dei Comuni del crotonese hanno proclamato una giornata di lutto». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo a RTL 102.5 in merito al naufragio di Steccato di Cutro.

«La Calabria si sta confermando, ancora una volta, la Regione della solidarietà. Abbiamo accolto 18mila migranti nel 2022, e lo abbiamo fatto sempre senza polemiche e senza mai parlare alla pancia dei cittadini: abbiamo fatto dell’accoglienza un carattere distintivo», ha sottolineato il governatore.

Ore 12.47 – Msf: «Barca fatiscente non ha retto peso e onde»

«Le persone non ci hanno parlato di navi di guardia di finanza e guardia costiera nei paraggi, ma solo di aver sentito un’esplosione ma nessuno dei feriti ha ustioni. Quindi è la barca fatiscente che non ha retto il peso delle persone e le onde alte». Lo ha detto Sergio Di Dato, responsabile dell’intervento di Msf a Crotone durante la conferenza stampa sul naufragio. «I sei minori ricoverati in ospedale hanno meno di 12 anni», ha aggiunto.

Ore 9.10 – Recuperati altri 3 corpi

Altri tre corpi sono stati recuperati stamani nel corso delle ricerche dei dispersi del naufragio del barcone carico di migranti avvenuto ieri sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Il corpo di un uomo è stato trovato sulla spiaggia ad alcune centinaia di metri dal luogo del disastro. Un altro corpo è stato recuperato in mare, a circa 400 metri dalla riva, da una motovedetta della Guardia costiera ed il terzo a Le Castella, a 3,5 miglia marine dal luogo dell’incidente. Il totale delle vittime accertate sale così a 62.

La tragedia

Tragedia all’alba nelle acque dello Jonio calabrese. Un barcone carico di migranti si è spezzato in due al largo delle coste crotonesi a Steccato di Cutro. Dalle prime notizie a disposizione, pare che numerose persone a bordo dell’imbarcazione siano finite in mare annegando. Il naufragio sarebbe avvenuto a pochi metri dalla riva, all’altezza della foce del fiume Tacina. 

Potrebbe essersi spezzata a riva, quando le persone che erano a bordo stavano già scendendo, l’imbarcazione sulla quale erano giunti in Calabria i migranti morti a “Steccato” di Cutro. È una delle ipotesi al vaglio degli investigatori che dovranno ricostruire le fasi del disastro. Un’altra possibilità è che il peschereccio con a bordo i migranti si sia arenato su una secca che dista un centinaio di metri dalla battigia. Una volta ferma, la nave si sarebbe capovolta, a causa della forza del mare, andando in mille pezzi.

Era partito 4 giorni fa da Izmir, in Turchia, il barcone naufragato davanti alle coste di Cutro, in Calabria. L’imbarcazione è stata individuata per la prima volta nella serata di ieri da un aereo di Frontex in pattugliamento a circa 40 miglia dalle coste calabresi. Immediatamente è partita la segnalazione ai soccorritori e sono usciti in mare una motovedetta e un pattugliatore della guardia di Finanza. Le condizioni proibitive del mare non hanno consentito di raggiungere il barcone e i due mezzi sono dovuti rientrare per non mettere a repentaglio la sicurezza degli equipaggi.

Morti e dispersi

Sul posto si sono precipitati i soccorsi che avrebbero al momento recuperato 59 cadaveri mentre si cercano ancora i dispersi. Ai cadaveri trovati sulla spiaggia, in località “Steccato”, si aggiungono, infatti, quelli trovati in mare che devono ancora essere recuperati. Ci sono anche due gemellini di pochi anni e un bimbo di alcuni mesi, di meno di un anno, comunque, tra le vittime del naufragio di migranti in Calabria. I corpi dei gemellini sono stati recuperati in mare, mentre quello del bambino è stato trovato sulla spiaggia. Nel naufragio, secondo alcune stime, sarebbero morti una ventina di bambini di varia età.

Attivato il CCS (Centro Coordinamento dei Soccorsi) presso la Prefettura di Crotone. Le salme saranno trasferite al PalaMilone, il palazzetto dello sport che sorge all’interno della città di Crotone. I superstiti ospitati presso il Cara di Crotone e circa una trentina trasferiti presso struttura ospedaliera. La Guardia Costiera, da questa notte, è impegnata lungo le coste del crotonese per soccorrere alcuni naufraghi caduti in mare da un barcone. L’unità, con circa 180 migranti a bordo (provenienti per lo più da Iran, Pakistan e Afghanistan), si era infranta sugli scogli a pochi metri dalla costa.

La Guardia Costiera di Reggio, che sta coordinando le attività di ricerca e soccorso in mare, ha inviato in zona due motovedette SAR Classe 300, provenienti da Crotone e Roccella Jonica, e un elicottero AW 139 dalla Base Aeromobili di Catania. Le condizioni meteo in zona sono particolarmente avverse. La motovedetta CP 321, giunta in zona, ha recuperato due uomini in stato di ipotermia ed il corpo privo di vita un bambino.

Al momento sono state recuperate un totale di 81 persone vive – alcune delle quali sono riuscite a raggiungere la riva dopo il naufragio – e rinvenuti 59 cadaveri lungo il litorale.
Le ricerche proseguiranno nelle prossime ore, anche con l’impiego di un team di sub della Guardia Costiera di Messina, nonché con mezzi aeronavali delle Forze di Polizia che opereranno sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Reggio Calabria.

La Procura di Crotone apre un’inchiesta

Omicidio e disastro colposi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono questi i reati per i quali procede la Procura della Repubblica di Crotone, guidata da Giuseppe Capoccia, nell’inchiesta aperta sul naufragio del barcone di migranti a “Steccato” di Cutro.

Il ministro Piantedosi a Crotone

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è volato a Crotone in seguito al naufragio del barcone di migranti avvenuto all’alba. Il titolare del Viminale potrebbe fare un sopralluogo sulla spiaggia teatro dell’incidente ed in seguito andrà in prefettura per fare il punto in una riunione con le autorità.

Iniziato il trasporto delle salme verso il palasport

È iniziato da pochi minuti il trasferimento delle salme delle vittime del naufragio di migranti avvenuto a Steccato di Cutro. Il trasporto viene effettuato da alcuni carri mortuari di ditte di onoranze funebri del Crotonese. Le salme saranno portate nel Palamilone, il palazzetto dello sport di Crotone. Per agevolare le operazioni, che presumibilmente andranno avanti per alcune ore, la Protezione civile regionale ha allestito una torre faro che quando scenderà il buio illuminerà l’area dove è stato allestito un gazebo sotto il quale sono state sistemate le salme, accanto ad una villetta a due piani non ultimata.

Medico: «Cadaveri galleggiavano ovunque»

«Quando siamo arrivati sul punto del naufragio abbiamo visto cadaveri che galleggiavano ovunque ed abbiamo soccorso due uomini che tenevano in alto un bimbo. Purtroppo il piccolo era morto». A raccontarlo è Laura De Paoli, medico che opera per la Fondazione Cisom Cavalieri di Malta a supporto della Guardia costiera per gli interventi di soccorso in mare. «Abbiamo i due che tenevano in alto un bambino – aggiunge – e siamo riusciti a recuperarli. Erano il fratello e lo zio del bambino che, però, era senza vita. Abbiamo provato a rianimarlo ma aveva i polmoni pieni d’acqua. Aveva 7 anni».

De Paoli, che ha una lunga esperienza in soccorsi in mare, era sulla motovedetta della Capitaneria di porto di Crotone intervenuta nell’immediatezza. «C’era mare forza 3 o 4, era difficile avvicinarci. La barca dei migranti era già a pezzi sulla spiaggia e noi avevamo intorno tanti cadaveri galleggianti». La motovedetta con i due superstiti è poi rientrata al porto di Crotone. La dottoressa De Paoli ha operato in altri teatri di guerra e in soccorsi in mare con varie associazioni umanitarie ed ong ma, come racconta, non si era mai trovata davanti ad una catastrofe simile. «Io fatto soccorsi in mare, anche quello con la nave Prudence – dice – ma sempre salvataggi senza morti… questa volta è stata devastante».

Prefettura: «A bordo tra 150 e 180 persone»

A bordo del peschereccio carico di migranti naufragato all’alba di oggi a Steccato di Cutro c’era un numero presunto di 150-180 persone di origine pakistana, afgana, turca e somala. A riferirlo, in una nota, è la Prefettura di Crotone. Sessanta degli 80 migranti tratti in salvo sono stati portati nel Cara di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, mentre 20, di cui la metà minorenni, sono stati ricoverati nell’ospedale civile di Crotone.

«In Prefettura – è detto ancora nel comunicato – è tuttora attivo il Centro coordinamento soccorsi al quale prendono parte i vertici delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, della Capitaneria di porto, dell’Azienda sanitaria provinciale, del 118, della Protezione civile regionale, della Croce rossa italiana, nonché il presidente della Provincia ed i Sindaci di Crotone e di Cutro. I vigili del fuoco hanno istituito un posto di comando avanzato per la gestione delle attività di coordinamento. Rimane alta l’attenzione di tutti gli enti preposti alla gestione dell’emergenza nei rispettivi presidi territoriali, fino a cessate esigenze. L’intervento tempestivo e qualificato – prosegue la Prefettura – delle numerose unità messe a disposizione da tutte le componenti di Protezione civile, nonché dalle forze dell’ordine, ha consentito di rispondere con efficacia e rapidità nelle operazioni di soccorso».

Attivo nella notte presidio vigili fuoco

Continua da questa mattina dopo le ore 5, il soccorso dei vigili del fuoco nella zona di Steccato di Cutro, sulla costa crotonese, per il naufragio del barcone di migranti. Operano squadre ordinarie, soccorritori acquatici e sommozzatori del Corpo nazionale, anche con imbarcazioni e moto d’acqua. Al momento sono 45 i corpi privi di vita recuperati dai vigili del fuoco nella zona del naufragio, altri 2 a Botricello e 1 a Castro, nella provincia di Catanzaro, trasportati dalla corrente. A questi si aggiungono altri 11 corpi recuperati non dalle squadre dei pompieri, con il bilancio complessivo che è al momento di 59 vittime. Sono invece 81 i naufraghi salvati, alcuni ricoverati in ospedale. Resterà attivo durante la notte nella zona delle operazioni il presidio dei vigili del fuoco, con una squadra di soccorritori acquatici pronti a intervenire. A causa delle avverse condizioni del mare, le operazioni di ricerca riprenderanno domattina con la luce.

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