sabato,Aprile 27 2024

Polistena, archiviata la denuncia del sindaco per “stalking politico” nei confronti della minoranza

Pisano e Scaramozzino: «Ha vinto la democrazia. Se Tripodi non ci tollera, si dimetta»

Polistena, archiviata la denuncia del sindaco per “stalking politico” nei confronti della minoranza

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palmi ha archiviato la denuncia sporta dal sindaco di Polistena Michele Tripodi, per diffamazione, atti persecutori, “stalking politico” e violazione della privacy, nei confronti di Francesco Pisano e Gianfranco Scaramozzino, rispettivamente capogruppo consiliare e presidente dell’associazione “Polistena futura”.

Le motivazioni

Secondo il Gip, «le espressioni utilizzate nei confronti del denunciante e le vignette che lo ritraggono – si legge nella motivazione – attengono all’operato dallo stesso svolto in campo politico, con conseguente riconducibilità delle stesse all’alveo della critica politica, non trasmodando mai in frasi e/o disegni denigratori della sua persona ovvero lesivi della sua reputazione, nel caso di specie risultano rispettati i limiti stabiliti dalla Suprema Corte». Circa le accuse di stalking invece, il Gip sostiene che «con particolare riferimento alla condotta asseritamente riconducibile nell’alveo dell’art. 612 bis del Codice penale che difetta la materialità del reato, sia quanto al profilo strettamente afferente alla condotta dotata di penale rilevanza, non potendosi ritenere che quelle lamentate da parte opponente siano classificabili come molestie, sia quanto a uno degli eventi del reato che devono alternativamente verificarsi per la sua configurazione».

Appena appresa la notizia, il gruppo di “Polistena futura”, ha tappezzato la città di manifesti, sui quali campeggia la frase «Ha vinto la democrazia. Giustizia è fatta!», sostenendo che si tratta dell’ennesima «figuraccia del sindaco Tripodi, ormai in balia di se stesso, l’ennesimo tentativo fallito di un sindaco che ha cercato di minare le fondamenta della democrazia, l’ennesima e disastrosa manovra politica nel tentativo “giudiziario” di far tacere Polistena Futura».

La denuncia

Il primo cittadino Tripodi, aveva sporto denuncia nei confronti del gruppo “Polistena futura”, il 18 maggio dello scorso anno, sostenendo che «dal 5 ottobre 2021, ma già ancor prima, è iniziata una vera e propria campagna diffamatoria e persecutoria da parte di esponenti del gruppo consiliare e associazione “Polistena futura”. La persecuzione ha travalicato l’ambito del dibattito e della dialettica politica per giungere a offese e insulti che hanno intaccato la sfera personale e professionale dello scrivente, determinando un’ingiusta lesione della propria immagine, del ruolo ricoperto e una costante e ingiusta delegittimazione dell’operato politico e amministrativo del sottoscritto. Il costante pressing ha ingenerato nello scrivente uno stato di agitazione, distrazione perpetua e allerta psicologica con effetti negativi sulla vita personale e professionale».

Il Pubblico ministero fece fin dall’inizio formale richiesta di archiviazione, ma il sindaco di Polistena presentò subito opposizione a tale richiesta, così lo scorso 4 aprile, giorno fissato per l’udienza, il Gip ha definitivamente archiviato il procedimento, scagionando di fatto, da ogni accusa, Pisano e Scaramozzino.

“Polistena futura” chiede le dimissioni del sindaco

Nel manifesto affisso da “Polistena futura” per le vie del paese, il gruppo invita il sindaco a dimettersi. «Al sindaco Michele Tripodi e a tutti quelli che seguono un certo modo becero di fare politica – si legge nel manifesto – ribadiamo che “Polistena futura” c’è e ci sarà, non rimarrà in silenzio e non si farà intimidire. Se la nostra attività politica di opposizione arreca al dott. Michele Tripodi “uno stato di agitazione, distrazione perpetua e allerta psicologica con effetti negativi sulla vita personale e professionale e di amministratore”, così come lamentato, è da inquadrare in una sua palese intolleranza alle regole democratiche e quindi non gli rimane che una sola cosa da fare, dimettersi».

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