Reggio Calabria Pride, Natascia Maesi: «Dal Sud la richiesta più forte di diritti e giustizia sociale» – FOTO e VIDEO

Al calar del sole l’onda Pride a Reggio Calabria si è fermata al Waterfront, come da programma. I canti, i cori e i colori hanno accompagnato il corteo partito dalla villa comunale e snodatosi lungo il corso Garibaldi. Un’onda popolata da tanti giovani e anche da famiglie, provenienti da tutta la Calabria e pure da Messina. Tanti sorrisi e tanta allegria, in ogni giornata o forse almeno in questa giornata. Ancora c’è chi si non dichiara, chi si nasconde, chi non sente riconosciuto nella nostra comunità il diritto di essere chi è.

Le voci del Pride

«Giornate come queste ci rincuorano. Reggio a volte sembra avere una mentalità ristretta, invece oggi qui sentiamo tutta la comunità. Quindi forse anche a Reggio si può vivere, si può restare», dice una giovane che avanza con il corteo.

«Anche noi valiamo e ci meritiamo tutto questo. Siamo qui semplicemente per essere noi stesse, in questo clima meraviglioso».

«Credo che sia necessario essere qui e lottare per i diritti di tutti. Spero che un giorno il pride non sia anche un giorno di protesta ma solo di festa per tutti».

«Siamo qui anche per ricordare coloro che a causa delle azioni e delle offese omofobe non ci sono più»

La giornata della visibilità e dell’orgoglio

In testa al corteo i promotori e le istituzioni. «Le nostre sono manifestazioni di lotta e di rivendicazione. Portiamo in piazza la nostra rabbia creativa ma anche il nostro desiderio di giustizia sociale. Vogliamo superare tutte le disuguaglianze e tutte le discriminazioni che le persone Lgbtq+ subiscono quotidianamente. Questa è anche la giornata della visibilità e dell’orgoglio alla quale hanno partecipato tanti giovani per rivendicare evidentemente un Italia diversa e migliore.

Da qui, dal Sud arriva la richiesta più forte di diritti. Fare associazionismo e attivismo Lgbt in queste zone di frontiera significa davvero produrre il cambiamento dal basso e chiedere più diritti e più tutele per tutte le persone. Attraversiamo in momento buio in cui si tende a classificarci come cittadini di serie B. A fronte degli stessi doveri non abbiamo gli stessi diritti. Siamo qui per dire che tutto ciò è ingiusto e deve cambiare. Per resistere e per ribellarci a chi prova a imporre questo stato di cose. Siamo qui, insieme, per affermare che continueremo a lottare per una società più libera e giusta». È quanto ha dichiarato Natascia Maesi, la prima donna eletta presidente di Arcigay.

Accanto all’Arcigay

«Le istituzioni si nutrono del senso civico di associazioni e del loro attivismo. In particolare l’Arcigay, con la sua intraprendenza, è riuscita a portare sul nostro territorio servizi gratuiti di inclusione di fondamentale importanza. Dunque l’amministrazione comunale non poteva mancare e dare anche ai tanti giovani che sono qui presenti oggi un segnale chiaro di presenza e partecipazione». È quanto ha dichiarato Angela Martino, assessora alle Politiche di Genere del Comune di Reggio Calabria. Assente la Città Metropolitana che, come il Conune, ha patrocinato la manifestazione.

«Con Arcigay Reggio Calabria è da tempo in corso un’interlocuzione che vede l’Ufficio del Garante della Salute impegnato ad avviare campagne di prevenzione e contrasto delle droghe tra i giovani e attivare un tavolo di concertazione tra gli enti per portare la cultura dell’antidiscriminazione nelle scuole. L’amore non conosce diversità. L’auspicio è che un giorno possa nascere la speranza di una società che possa superare pregiudizi e contrastare le ingiustizie». Così la garante per il Diritto alla Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli.

Sempre meno soli, sempre più insieme

«La solitudine è la prima sentinella della discriminazione. Ma oggi qui non ci sentiamo soli. Siamo in tanti e siamo insieme e questo è quello conta. È il settimo pride a Reggio Calabria con un entusiasmo che è in costante crescita. Sono particolarmente orgoglioso di essere la madrina di questa manifestazione che ci teniamo a dire non è un Gay pride ma un Pride. Oggi non si manifesta solo per le comunità Lgbt ma si è al fianco di tutti coloro che, in qualunque contesto, si sentono discriminati». Così la drag queen Doretta, quest’anno anche protagonista del documentario “I Leoni”, diretto dal regista Emiliano Barbucci, con la sceneggiatura di Emanuele Milasi.  Lo stesso Pride odierno è stato set spontaneo dello stesso documentario finanziato dalla Calabria Film Commission.

Nel 2014 non voleva essere vista e oggi è in testa al corteo

«Siamo molto contenti di questo pomeriggio insieme. Rispetto agli altri anni, l’organizzazione è stata più faticosa ma non abbiamo mollato e tutto è andato oltre le nostre aspettative. Siamo ancora più carichi e motivati nel proseguire lungo il nostro cammino di impegno. Ricordo il primo pride del 2014. Volevo esserci ma speravo di non essere vista. Oggi sono qui insieme ai tanti e alle tante che come me hanno fatto in questi anni, grazie ad Arcigay, un percorso importante. Mi piace pensare che siamo qui anche per chi ancora non riesce ad esserci o, pur essendoci, ancora pensa di non poter fare a meno di nascondersi. Invece esprimersi liberamente si può e si deve». Così Valentina Tripepi, portavoce del Reggio Calabria Pride.

I giovani e la loro energia

«Tanti giovani hanno partecipato a questa manifestazione e questo è il segnale più autentico di una Calabria che vuole cambiare e che soprattutto vuole restare. È necessario impegnarsi coralmente perché queste energie possano continuare ad essere spese in questo territorio piuttosto che emigrare. Sono in tanti, ballano e cantano dietro i carri e noi siamo fieri perché, con il nostro supporto per le questioni burocratiche, hanno organizzato loro questo pride con tutto il loro entusiasmo e le loro voglia di esserci»

Sinergie e alleanze

«Sono molto contenta di avere qui a Reggio Calabria degli alleati come l’Arcigay di Reggio Calabria. Insieme in questo comune e difficile cammino di giustizia e libertà siamo più forti». Così Alessandra Lucanto, presidente Arcigay Cosenza.

Appello alle famiglie

«A tutti i genitori vorrei fare un appello: non vergognatevi dei vostri figli per il loro orientamento sessuale, non rinunciate ai loro abbracci per questo, La società ancora discrimina e questo governo non aiuta. C’è dunque bisogno che le famiglie restino accanto, non isolino ma diano forza e sostegno». Questo l’appello rivolto da Mirella Giuffrè, presidente dell’associazione genitori, parenti, amiche e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, + (Agedo) Reggio Calabria.

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