L’omicidio Bruzzese e le tensioni dei Crea per l’arrivo dei giornalisti delle Iene: “Che ci vuoi fare!”

Le attività svolte dalla Squadra Mobile e dall’attuale Sezione Investigativa SCO di Reggio Calabria nell’ambito dell’indagine Declino hanno puntato i fari e svelato sia l’attuale situazione mafiosa esistente nel centro di Rizziconi, controllato dalla cosca Crea, sia le operazioni all’esito delle quali si è giunti, il 2 agosto del 2019, alla cattura del latitante, Domenico Crea.


Per il Gip Valerio Trovato «gli atti riversati nell’odierno procedimento consentono di acclarare il ruolo di riferimento assoluto ricoperto all’interno della “ndrangheta di Rizziconi dal Domenico Crea». Ma non solo, infatti, le indagini svolte hanno, inoltre, consentito di individuare «la fitta ed efficace rete di fiancheggiatori di cui il Crea si è servito durante gli anni di latitanza, iniziata nel marzo del 2015 all’esito dell’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Tribunale di Palmi, che lo ha condannato, nell’ambito del procedimento scaturito dall’operazione Toro».


Tante le intercettazioni che, nonostante le precauzioni e le attenzioni usate dagli indagati, hanno consentito ricostruzioni di spostamenti e organizzazioni minuziose volte a favorire la latitanza di Crea.

Omicidio Bruzzese

Non solo, il Gip evidenzia come «Nel corso delle indagini vengono, altresì, censiti i commenti dei protagonisti della vicenda e dei soggetti a loro contigui, successivi all’omicidio del fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese, trucidato il 25.12.2018 a colpi di arma da fuoco a Pesaro. In data 26.12.2018, infatti, la moglie di Domenico Pillari, viene contattata da Rosa Maria Crea, che le comunica in maniera criptica di aver subito una perquisizione e chiede all’interlocutrice se tale attività fosse stata eseguita anche nei confronti del Pillari».


A distanza di poche settimane la Crea «contatta nuovamente la Zappia per avvisarla della presenza a Rizziconi dei giornalisti de “Le Iene”, intenzionati ad intervistare esponenti della famiglia Crea con al preghiera di avvisare Teodoro Crea della circostanza (anche in tal caso uno dei componenti della famiglia Pillari esegue il compito nell’immediatezza)».


Un omicidio che ha lasciato traccia nelle conversazioni anche da parte di Maria Grazia Alvaro, Giuseppe e Teodoro Crea, in occasione di un colloquio in carcere.
«Teodoro Crea rivolgendosi al padre in data 07 Febbraio 2019, allarmava che dei giornalisti si erano recati da alcuni componenti della famiglia Crea (“i giornalisti a casa (…] Se vedi, se vedi le “IENE”, penso che dovrebbe uscire […] c’è uno che viene tassativamente, ora vengono anche questi delle “IENE””)».
Giuseppe Crea e la moglie tendevano a minimizzare, riconducendo la complessa vicenda a «sciocchezze di poco conto. Più laconico (come sempre) l’avveduto Giuseppe che si limitava ad un commento sintetico (“E che vuoi fare! ). Pur affermando di aver seguito alcuni servizi andati in onda in televisione (“Ah, li ho visti in le televisione l’altra volta)».

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