Asp Reggio, avevano bloccato gli esami diagnostici per garantirsi ferie tranquille: deferiti tre medici
I sanitari accusati aver prestato servizio presso un poliambulatorio privato, sebbene contrattualizzati in impiego esclusivo con l'Asp
Ventisei tra medici e infermieri sono stati denunciati dai Nas all’esito di verifiche sulla gestione di 3.884 liste di attesa e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali per visite mediche specialistiche e esami diagnostici relative al Servizio sanitario nazionale. Tra loro 9 medici che avevano favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa. Sono ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio. In 195 casi le agende di prenotazione erano state sospese o interrotte anche con procedure non consentite
Le ispezioni sono state eseguite dai Nas su tutto il territorio nazionale presso 1.364 tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Ssn. I medici che stravolgevano le liste di attesa operavano a Milano, Torino, Perugia e Catania. Altri tre medici di aziende sanitarie a Reggio Calabria sono stati denunciati per l’ipotesi di peculato Sanitarie per aver prestato fraudolentemente servizio presso un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche. Mentre a Perugia i Nas hanno scoperto un medico radiologo che svolgeva attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia, e due infermieri che svolgevano esami ematici a favore di privati attestando falsi ricoveri.
L’attività ispettiva svolta sull’ingente mole di dati e di riscontri relativi a oltre 3 mila 800 agende ha consentito, inoltre, di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle liste di attesa e superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, pari al 29% di quelle esaminate. In 195 situazioni i Nas hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione. Quattordici i dirigenti e i medici denunciati perchè ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione nei mesi di luglio e agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, per consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento. Problemi legati a carenze di organico ma anche a comportamenti non in linea con la deontologia professionale: in una Asl della provincia di Roma erano indisponibili le prestazioni di gastroenterologia e colonscopia, ma il medico dirigente responsabile di quegli ambulatori svolgeva gli stessi esami presso un poliambulatorio privato.
Qui Reggio
Presso due ospedali della provincia di Reggio Calabria è stata accertata, al fine di garantire le ferie estive ai dipendenti, la sospensione, per i mesi di luglio ed agosto 2023, delle agende di prenotazione relative agli esami di diagnostica, senza alcuna autorizzazione della Direzione Generale dell’ASP. In particolare, gli esami in argomento erano stati procrastinati dai 38 ai 95 giorni ben oltre i tempi previsti dalla normativa nazionale. L’intervento ha consentito di riaprire agli utenti le agende impropriamente bloccate. Presso un altro ospedale del capoluogo calabrese, sono stati accertati l’impropria chiusura delle agende di prenotazione, l’assenza del servizio di recall e il mancato accordo con cliniche private accreditate al fine di ridurre le liste di attesa. Ancora, sono stati deferiti in stato di libertà tre medici (uno pneumologo, un angiologo ed un cardiologo) per aver prestato servizio presso un poliambulatorio privato, sebbene contrattualizzati in impiego esclusivo con le Aziende Sanitarie di Reggio Calabria e provincia.