sabato,Aprile 27 2024

Modello Riace, crollano le accuse per Mimmo Lucano: pena ridotta per l’ex sindaco

Il verdetto dei giudici di piazza Castello nei confronti del già primo cittadino, condannato a un anno e 6 mesi per abuso d'ufficio

Modello Riace, crollano le accuse per Mimmo Lucano: pena ridotta per l’ex sindaco

Un anno e sei mesi di reclusione per abuso d’ufficio e sentenza di primo grado ribaltata. È questa la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nei confronti dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, principale imputato del processo “Xenia” nato da un’inchiesta della Guardia di Finanza sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel piccolo paese della Locride. Per gli altri reato contestati Lucano è stato assolto, così come tutti gli altri 17 imputati.

Per Lucano la Procura generale, nell’ottobre 2022, aveva chiesto la condanna a 10 anni e 5 mesi di reclusione per presunti illeciti nella gestione dei progetti di accoglienza dei migranti. Una pena inferiore a quella che era stata comminata in primo grado, nel settembre 2021, dal Tribunale di Locri che aveva condannato Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.

I giudici sono entrati in camera di consiglio per circa 7 ore, dopo che i sostituti procuratori generali Adriana Fimiani e Antonio Giuttari hanno svolto una breve replica. I difensori di Lucano, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, nelle loro arringhe, hanno contestato la ricostruzione accusatoria chiedendo l’assoluzione per il loro assistito e parlando di “un accanimento non terapeutico”. Ma anche di “uno stravolgimento dei fatti” e di “un uso distorto delle intercettazioni” per arrivare a una condanna “a ogni costo” di Mimmo Lucano, assente in aula alla lettura del dispositivo.

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