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Incendiato il campo sportivo di Catona, Falcomatà: «O ci ribelliamo o ci rassegniamo a questo schifo»

Non ha parole di speranza il sindaco e questa volta la rabbia lascia il passo alla stanchezza e alla rassegnazione

Incendiato il campo sportivo di Catona, Falcomatà: «O ci ribelliamo o ci rassegniamo a questo schifo»

Quello andato in fumo era il manto sintetico che a breve avrebbe colorato il campo sportivo di Catona. Vandali lo hanno dato alle fiamme. E il sindaco Giuseppe Falcomatà ha condannato il gesto recandosi sul posto.

«I lavori stavano procedendo. Era tutta la fornitura che mancava per completare il campo. La polizia ha accertato che si tratta di un incendio doloso. Non so cosa pensare. Vi dovrei dire che ripartiremo e che non ci hanno fatto nulla ma non me la sento perchè non ha senso. Siamo veramente stanchi. Non ho parole per spiegare, domandiamoci se a questo punto ne vale la pena se ogni cosa deve essere vandalizzata. Adesso dobbiamo trovare i fondi e le risorse e non so quando e se sarà possibile farlo. O ci svegliamo con un moto di indignazione popolare che va oltre ogni idea politica oppure rassegniamoci perchè vedremo questo schifo e la città non sarà di nessuno. Da soli non andiamo da nessuna parte».

E mentre la polizia indaga monta l’indignazione. Anche il presidente del Consiglio Enzo Marra punta il dico contro i «Vigliacchi. Non c’è altro termine per definire quei soggetti che hanno incendiato il manto erboso del campo sportivo di Catona. Un’azione indegna che non colpisce solo l’Amministrazione comunale, ma una intera comunità. Anzi, tutta la città. È un fatto grave, che spero possa indignare tutti i cittadini perbene e portare a una ribellione ferma dalla quale non tornare più indietro. Reggio non può fare ancora i conti con chi ha deciso di relegarsi nel baratro dell’arretratezza sociale e culturale. Occorre uno scatto di reni collettivo. L’Amministrazione comunale farà di tutto per restituire il campo sportivo nelle condizioni migliori e nel più breve tempo possibile alle associazioni sportive. Ma correre sempre ai ripari significa dover rallentare. E questa una città che ora ha bisogno di correre. Diamoci da fare. Tutti».

Rosanna Scopelliti, presidente fondazione Antonino Scopelliti

«Sono immagini che fanno male. Che feriscono nel profondo una Città, una comunità cittadina che per l’ennesima volta si vede depauperata di uno strumento di aggregazione, riscatto, rinascita.

“Ma è solo un campetto di calcio”, dirà qualcuno. Ma non è così. È un luogo in cui si vivono gli spazi cittadini, si vivono le emozioni del gioco, si fanno attività che sottraggono i ragazzi alla strada. È un luogo, appunto, di riscatto». Così commenta Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione Antonino Scopelliti sui social.

«Ha ragione il sindaco Giuseppe Falcomatà a cui esprimo a nome mio e della Fondazione che presiedo massima vicinanza in questo momento di comprensibile sconforto, ha ragione, dicevo: “non ci sono parole”, ma non perché il campo non verrà comunque fatto, sono certa anzi che insieme troveremo la strada per dare alla comunità di Catona il suo campo sportivo, ma perché per l’ennesima volta individui senza scrupoli e senza attributi si sono arrogati il diritto di decidere per tutti e di decidere che gli sforzi per restituire un po’ di normalità alla nostra Città andavano vanificati. Ancora. E ancora e ancora.

Siamo stanchi, è vero di assistere a questi episodi di violenza verso la nostra Città, verso la nostra comunità, verso tutti noi. Ma la stanchezza garantisco che non è e non sarà mai un motivo per lasciare correre, la paura non deve diventare per i cittadini motivo di chiusura e silenzio.

Ora più che mai deve invece diventare solido e indissolubile il rapporto tra cittadini e istituzioni. Ora più che mai scegliere da che parte stare diventa necessario per la sopravvivenza di ognuno. Di noi cittadini, delle Istituzioni che ci rappresentano, delle donne e uomini delle forze dell’ordine che ci proteggono.

È arrivato il momento di prendere in mano e per mano la nostra Città senza bandiere ma con la rabbia e l’indignazione di chi ha capito che questi gesti non fanno altro che portarci via presente e futuro. Che per via di questi atteggiamenti i nostri figli sono convinti che “a Reggio non c’è niente, non c’è futuro” e hanno già in tasca il biglietto che li porterà a costruire le loro famiglie e le loro vite altrove.

Non si può restare in silenzio. Non si può indietreggiare di un centimetro, non si può più permettere che gli sforzi di un’amministrazione, che poi sono gli sforzi di una intera comunità, vadano perduti.

Reggio Calabria è altro. I reggini, la comunità di Catona sono altro. Prendiamoci cura dei nostri spazi – conclude Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione Antonino Scopelliti riprendiamoci con presenza, cura e impegno i luoghi che vogliono toglierci, ma soprattutto prendiamoci per mano, fianco a fianco con le nostre Istituzioni e ricostruiamo. Insieme. Non lasciamoci soli».

Il consigliere regionale Giovanni Muraca e gruppo Dem

«Ferma condanna al vile incendio doloso che ignoti hanno appiccato al manto erboso del campo sportivo di Catona, popoloso quartiere periferico di Reggio Calabria, che l’Amministrazione comunale, guidata da Giuseppe Falcomatà, stava finendo riqualificare». A sostenerlo è il consigliere regionale Giovanni Muraca, anche a nome degli altri consiglieri dem di palazzo Campanella.
«L’attenzione alle periferie è sempre stata al centro dell’attenzione dell’Amministrazione Falcomatà e anche del mio impegno da assessore ai Lavori pubblici – dichiara ancora Muraca – e non è accettabile che
ingenti sforzi economici e umani vadano in fumo a causa di qualcuno che pensa ancora di potere intimidire o comandare per mezzo di atti intimidatori. La vicinanza del gruppo del Pd alla cittadinanza del
quartiere di Catona, al sindaco Falcomatà e alla sua amministrazione, è totale e siamo certi che l’impegno del primo cittadino e della sua giunta continuerà con ancora maggiore forza rispetto a prima. Nell’attesa
fiduciosa – conclude Muraca – che le Forze dell’Ordine prontamente intervenute sul luogo dell’incendio possano accertare i responsabili e assicurarli alla giustizia».

Antonio Morabito, segretario metropolitano Pd

«Con l’incendio delle attrezzature del campo di Catona, si consuma l’ennesimo vile atto criminale, che tenta di frenare l’azione di rinascita della nostra città. Un atto criminale – dichiara il segretario metropolitano del Pd di Reggio Calabria, Antonio Morabito – che va contro quella parte di cittadini onesti, per fortuna la maggioranza della città, che nutre sincera speranza verso un cammino di recupero di luoghi, quartieri in cui un manipolo di criminali tenta di mettere sotto scacco la libertà ed il desiderio di avere una città aperta,  bella ed accogliente.

Per questa ragione, riteniamo che sarebbe un errore imperdonabile immaginarli piccoli episodi di mero vandalismo. C’è qualcosa di più profondo che sta avvenendo in alcuni quartieri della nostra città. Ha fatto bene il nostro Sindaco a richiamare tutta la città a restare unita, abbiamo e dobbiamo sentire tutti il dovere di difendere la città da chi vuole tenerla soffocata nell’illegalità.

Ma al contempo dobbiamo avere piena consapevolezza che la teoria dei pannicelli caldi, non ha prodotto effetti significativi. La libertà di vivere in luoghi sicuri per essere garantita ai cittadini onesti e laboriosi, va difesa con ogni mezzo». Così il segretario metropolitano del Pd di Reggio Calabria, Antonio Morabito.

Coordinamento Libera Reggio Calabria

«Il coordinamento reggino di Libera condanna il vile attentato incendiario che ha distrutto il manto erboso del campo sportivo di Catona. Le Forze dell’Ordine hanno accertato che si tratta di incendio doloso ed è quindi assai probabile che sia stato voluto e realizzato senza scrupoli dalla ‘ndrangheta. Un attentato – è quanto riportato nella nota dell’associazione – che si aggiunge alla violenta sequenza che da anni devasta la città e colpisce non solo la pubblica amministrazione ma anche onesti cittadini e imprenditori che non intendono piegarsi alla logica della criminalità. Un episodio gravissimo che compromette e certamente rimanda il diritto dei cittadini di Catona, e dell’area della periferia sud di Reggio, a usufruire di un importante struttura sportiva. La rabbia è ancora più grande se pensiamo che proprio questa mattina l’Istituto Comprensivo “Radice – Alighieri” di Catona, insieme alla fondazione “Girolamo Tripodi”, aveva organizzato la “Giornata della legalità” in memoria di Bruno Ielo, tabaccaio ucciso sette anni fa perché non aveva ceduto il proprio tabacchino alla locale cosca. Oltre a quella di Daniela, figlia di Bruno Ielo, c’è stata anche la testimonianza di Vincenzo Chindamo che ha raccontato, ai numerosi e attenti ragazzi della scuola, la storia della sorella Maria.

Le due vittime innocenti della criminalità avevano in comune la passione per il lavoro: Maria e Bruno hanno pagato con la vita per aver difeso il loro lavoro senza cedere alle minacce e alle pressioni dei mafiosi di Archi e di Limbadi. E proprio un’ora dopo la conclusione della premiazione degli alunni che hanno partecipato alla terza edizione del concorso in memoria di Bruno Ielo, sui social abbiamo visto il campo di calcio devastato dall’incendio e il sindaco Falcomatà che osservava i danni in un silenzio che però esprimeva rabbia, sconcerto e dolore. Il coordinamento reggino di Libera, certo che neppure questo gravissimo attentato piegherà la volontà di impegnarci per costruire comunità libere e non violente, esprime ai cittadini di Catona e all’amministrazione comunale reggina la propria vicinanza e la disponibilità a collaborare per continuare a costruire percorsi che finalmente liberino i territori dalla violenza criminale dei mafiosi, persone che hanno perso la loro vita consegnandola a capi cosca senza scrupoli e avidi di denaro e potere». Così il coordinamento Libera Reggio Calabria.

Gruppo Forza Italia in Consiglio Comunale

«L’incendio di natura dolosa al campo sportivo di Catona rappresenta un atto vile e inqualificabile che offende e ferisce tutti noi reggini».

In una nota i consiglieri di Forza Italia in consiglio comunale Federico Milia, Antonino Maiolino e Roberto Vizzari esprimono profondo sdegno per l’atto incendiario compiuto da ignoti al manto erboso del campo sportivo di Catona, in fase di riqualificazione.

«L’ennesimo atto intimidatorio che ci costringe a fare una riflessione urgente su quanto ancora ci sia da fare per diffondere la cultura del ‘costruire’: distruggere significa rallentare, a volte anche annientare gli sforzi che noi amministratori, anche dai banchi dell’opposizione, e i tanti reggini onesti compiono ogni giorno per tornare a vivere in una città che sia degna di questo nome.

Come cittadini, ancor prima che come istituzioni, abbiamo il dovere di contrastare con fermezza questi episodi: perché la città rinasca, serve l’aiuto di tutti i reggini – dichiara il gruppo consiliare – ora è il momento di restare uniti per difendere la città», concludono i consiglieri comunali.

Adriana Musella

«Sembra la tela di #Penelope. A #ReggioCalabria, quello che con sacrificio e speranza viene realizzato e’ destinato ad essere distrutto,a qualunque livello.
Ieri un campo di calcio, prima ancora un parco e così via. Evidentemente i lavori pubblici in itinere e i finanziamenti previsti, stanno risvegliando gli appetiti ed entra in azione l’arma della prepotenza e della devastazione. Ma la gente non può rassegnarsi, la gente deve reagire.
Invece un silenzio assordante circonda ogni cosa. Si tace di fronte ai soprusi,alle ingiustizie,alla sopraffazione. Chi si azzarda ,poi, ad andare controcorrente e contrastare questo sistema viene distrutto senza appello e con la persona anche il buono che si costruisce. Mi chiedo dove sia la coscienza e la dignità di un popolo. Non si può stare alla finestra a guardare mentre la casa brucia perchè si verrà travolti da quelle stesse fiamme. Questo però non si capisce e non si guarda al di là del proprio uscio, assecondando così, la mentalità mafiosa. Si perchè non c’è bisogno di sparare per essere mafiosi.La mafia e’ prima di tutto un modo d’essere, una mentalità». Così Adriana Musella, figlia della vittime innocente della mafie, Gennaro Musella.

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