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‘Ndrangheta, estorsioni e gestione occulta di imprese: eseguiti 12 arresti – NOMI – VIDEO

Le indagini della dda e dei carabinieri hanno ricostruito dinamiche e assetti di un’articolazione operativa nel quartiere di Arangea

‘Ndrangheta, estorsioni e gestione occulta di imprese: eseguiti 12 arresti – NOMI – VIDEO

Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere e agli arresti domiciliari, nei confronti di 12 persone indiziate, allo stato il procedimento è in fase di indagini preliminari e fatte salve diverse valutazioni nelle fasi successive, a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e armi.

Le indagini hanno permesso di ricostruire dinamiche e assetti di un’articolazione di ‘ndrangheta facente capo ad una “locale” operante ad Arangea nel territorio del comune di Reggio Calabria, ricostruendone l’imposizione del controllo del territorio ed un diffuso sistema estorsivo nonché la gestione occulta di diverse imprese.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che il Dott. Giovanni Bombardieri terrà alle ore 10:00 presso questo Comando Provinciale Carabinieri.

É la cosca Latella-Ficara il gruppo di ‘ndrangheta al centro dell’operazione condotta stamattina dai carabinieri, su direttive della Dda di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 12 persone.

Tra gli 11 indagati per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere c’é Demetrio Palumbo, di 75 anni, detto “Mico”, considerato elemento di vertice della famiglia Latella, federata con i De Stefano-Tegano-Libri nella “guerra di mafia” che insanguinò Reggio Calabria dal 1985 al 1991. In quegli anni Palumbo si muoveva, per tutelare la propria incolumità, soltanto a bordo di auto blindate. Uomo di fiducia dei boss Latella, Demetrio Palumbo nel 1989 fu vittima di un agguato messo in atto dalla cosca Serraino.

In passato Palumbo era stato coinvolto, con l’accusa di omicidio, nel processo “Valanidi”, a conclusione del quale fu condannato all’ergastolo. Pena poi ridotta a 30 anni e che Palumbo ha già scontato.

L’attività ha poi registrato il perseverare delle condotte da parte di indagati, già condannati in via definitiva per il reato di associazione mafiosa, dopo una lunga militanza in seno alla cosca, in quella cosca abbia fatto carriera e, forte del carisma criminale, scalando la scala delle doti più elevate, abbia conquistato i vertici della compagine mafiosa e un rispetto da parte dei sodali e delle altre organizzazioni criminali che gli ha consentito di continuare ad operare, con ruolo apicale, nell’interesse del sodalizio.

Altri sodali, seppur con ruolo subordinato, manifestavano una perseveranza partecipativa di pericolosa dedizione che si ricava dal ripetersi di condotte delittuose e dai riferimenti alla convita adesione alle regole di ndrangheta nonché alla necessità di controllo del territorio che si concretizza nell’esecuzione di vari episodi estorsivi finalizzati a garantire alla cosca il comando dell’area di competenza.

La compagine criminale, che disponeva anche di armi illegalmente detenute, attraverso il modus operanti caratteristico delle associazioni di tipo mafioso poneva in essere un controllo sistematico delle attività commerciale e dei cantieri edili con l’obiettivo di trarre ingiusti profitti per gli associati. Le vicende registrate offrono uno spaccato della realtà reggina ove gli imprenditori sono perfettamente a conoscenza del fatto che, ancor prima di intraprendere un lavoro, devono darne preventiva comunicazione a quei personaggi che sono stati demandati dall’associazione a raccogliere le richieste e veicolarle a chi ha potere decisionale e può concedere l’autorizzazione, in cambio di dazioni di denaro, assunzione di manodopera e imposizione di forniture. 

Ancora sotto il profilo del condizionamento delle attività economiche sono emersi tentativi infiltrazioni nel settore della grande distribuzione con l’intento di imporre assunzioni. Le investigazioni hanno inoltre messo in luce i progetti imprenditoriali dell’associazione nel settore agrumario, in particolar modo in quello dei bergamotti dove erano attive due società, intestate a prestanomi ma riconducibili ad un associato, che espandevano i loro interessi commerciali utilizzando in taluni casi quei metodi che sono peculiari delle articolazioni di ndrangheta. Le due società sono state sottoposte a sequestro preventivo.

Contestualmente ai provvedimenti restrittivi personali, il GIP ha disposto il sequestro preventivo di 3 società, tutte con sede a Reggio Calabria, due delle quali fittiziamente intestate a terzi, ma di fatto nella piena disponibilità degli indagati. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza di condanna definitiva.

Di seguito l’elenco degli arrestati:

1. Antonio Autolitano, 71 anni

2. Antonio Autolitano, 36 anni

3. Saverio Autolitano, 63 anni

4. Vincenzo Autolitano, 42 anni

5. Carmelo Gullì, 44 anni

6. Domenico Modafferi, 34 anni

7. Luigi Musolino, 48 anni

8. Antonino Palumbo, 50 anni

9. Demetrio Palumbo, 75 anni

10. Sebastiano Praticò, 72 anni

11. Antonino Ficara, 61 anni

Destinatario di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari

12. Pasquale Federico, 73 anni

Società sottoposte a sequestro preventivo

1. Impresa individuale “BERGAMOTTO DI FORTUGNO DI SERENA FORTUGNO”, con

sede a Reggio Calabria in località Sant’Andrea snc

2. “NG CITRUS SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE”, con sede a Reggio Calabria in via

Trappeto nr. 30, frazione Gallina.

3. “EUROCART di FICARA Giovanna”, con sede legale a Reggio Calabria in Via Ravagnese

Superiore.

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