Il chimico reggino Giuseppe Alonci: «In Italia non c’è posto per ricerca e innovazione»
Il giovane ha vinto il premio nazionale per la divulgazione scientifica “Giancarlo Dosi”, sezione under 35
Giuseppe Alonci: «In Italia non c’è posto per ricerca e innovazione». È tornato nella sua città il giovane chimico reggino, portando con sé un bagaglio che è fatto anche del Premio nazionale per la divulgazione scientifica “Giancarlo Dosi”, sezione under 35, e, ieri pomeriggio, alla libreria Laruffa editore Dimensione cultura ha presentato il suo libro “Tutta questione di chimica”, edito da Giunti. Come ha confessato «Galeotto fu il piccolo chimico che mi regalarono alla tenera età di dieci anni, che mi ha portato definitivamente sulla strada della chimica». Alonci ha un suo un canale youtube (La chimica per tutti) in cui propone video sia didattici che divulgativi ed è membro del Cicap e particolarmente attivo sui social network nella lotte alle bufale medico-scientifiche. Non un insieme di formule da imparare a memoria come ci è stato insegnato a scuola, o di vasi e alambicchi, come si vede nei fumetti e nei film. La chimica è molto di più « è una lingua con alfabeto e grammatica, come succede con l’italiano, che vanno insieme per formulare un discorso» ha raccontato nel corso della presentazione.
Da quale esigenza nasce questo libro?
«In generale sono dell’idea che quando si ha un passione è bello condividerla. Lo stesso vale per i viaggi e qualunque cosa ci piaccia fare. Se la facciamo da soli è meno divertente. La mia passione, oltre che il mio lavoro, è la chimica e mi piace condividerla con più persone possibile».
Ci sono tanti preconcetti sulla chimica?
«Come qualsiasi disciplina o passione richiede impegno, volontà. Ogni materia per essere compresa a livello elevato richiede tempo, ci sono però alcune semplici, a portata di tutti e che, nel caso della chimica, possono essere estremamente interessanti perché ci permettono di comprendere meglio tante sfide che ci riguardano direttamente. Molti invece hanno l’idea della chimica come di qualcosa staccato dalla realtà, che non ci riguarda direttamente o che se ci riguarda è perché la chimica inquina. Invece non è così: avere delle idee di base è importante perché da quelle idee poi possiamo ricavare gli strumenti per comprendere meglio quello che sono le sfide della società moderna: dall’inquinamento, al riscaldamento globale, l’energia, i farmaci. Purtroppo tutte queste difficoltà sono dovute al fatto che la chimica viene insegnata nelle scuole concentrandosi su quella parte che è più mnemonica che effettivamente è la più scollegata dalla realtà. La termodinamica invece, ad esempio, ci fa capire come funziona il mondo intorno a noi».
La chimica è in tutto, persino mentre cuciniamo…
«Quello con la cucina è un paragone che si fa spesso, lo scrivo anche nel mio libro, alla fine quando siamo in cucina ci comportiamo come dei chimici: dosiamo, pesiamo, mescoliamo, purifichiamo sappiamo che bastano, a oltre piccole differenze per ottenere dei risultati completamente diversi».
È uno dei tanti giovani immigrati da Reggio
«Sì, Reggio è casa mia e ci torno sempre volentieri. Sono reggino, ho studiato chimica a Pisa, sia triennale che magistrale, poi ho fatto il dottorato a Strasburgo, ora lavoro a Berlino. Casa è casa, c’è poco da fare. Ogni volta che torno sono felice di stare qui. Siamo bombardati da tante notizie negative, sinceramente, ogni volta che torno, trovo sempre qualcosa che sta migliorando, poco a poco, certo ci sono tante cose da fare. Trovo difficile purtroppo trovare un futuro ed uno spazio qui in generale in Italia la mentalità non è rivolta verso l’innovazione e la ricerca, anche dal punto di vista politico c’è poca attenzione a questi temi».