venerdì,Aprile 26 2024

Play Music festival 2020 itinerante, all’insegna delle commistioni dei generi

Forte il legame con il Peperoncino jazz, il patron Gimigliano «Non avere spazi a Reggio fa male al cuore dei cittadini, non degli organizzatori»

Play Music festival 2020 itinerante, all’insegna delle commistioni dei generi

Il “Play music festival” parte con suoni mobili, un edizione quella del 2020 all’insegna delle commistioni dei generi. L’iniziativa, arrivata alla nona edizione, si rinnova accompagnata dal forte legame con il “Peperoncino jazz festival” che, con i suoi 60 concerti all’anno, è il “fratello maggior”. La presentazione alla galleria Techné contemporary art, col direttore artistico del festival Alessio Laganà e Sergio Gimigliano, patron del Peperoncino jazz festival.

Play musica festival, il segreto è la trasformazione

Come racconta Laganà, «la nona edizione è quella in cui ci rimettiamo in gioco». Una metamorfosi necessaria perché, tracciando la cronistoria del festival «Il festival è partito dal teatro Siracusa, in sinergia con l’Horcynus festival per 5 anni; è passato poi al Miramare, adattandosi a luoghi inusuali».

Certo è che adesso il festival ha dovuto trovare il modo per resistere, stante la carenza di luoghi in cui fare musica nella città dello Stretto. «Una carenza di spazi – afferma il direttore artistico – che, per chi fa questo lavoro, pone tante difficoltà». Da qui l’idea. Ad eccezione del concerto al teatro Odeon gli altri saranno fatti in location private. «Ho contattato gli operatori privati con locali funzionali alla città, spazi che ben si adattano alla musica gli artisti».

il risultato sono usciti una serie di concerti alla galleria Techné, al Malavenda Cafè, da Zio Fedele Bistrot, all’hotel Medinblu e da Malto Gradimento. Quindi «suoni mobili per adattarsi allo spirito di ogni singola location. Una rete a maglie larghe che propone molteplici percorsi musicali, per un pubblico trasversale».


Ma il cambio di location si accompagna un cambio musica «Sul discorso jazzistico siamo coperti dal Peperoncino. Ci allontaniamo verso una musica world sperimentale, jazz contemporaneo più elettronico, misto ad R&B». Il punto è che il jazz mainstream coinvolge un pubblico più adulto, qui è un altro target che si vuole intercettare, più giovane, il risultato: «Musica pop, jazz, indie,elettronica e tanto altro, di gruppi emergenti che hanno fatto tour mondiali, con progetti originali che portano musica loro.

L’unico sponsor istituzionale del festival è la conferenza permanente dell’Area dello Stretto, presidente Domenico Battaglia, ci sono poi la “Fondazione Giuseppe Marino” da Antonio Marino e il “Touring club”. La produzione del festival è curata dall’associazione Soledad, in collaborazione con il Peperoncino jazz festival. L’iniziativa sarà realizzata grazie all’impegno totalmente gratuito dello staff dell’associazione Soledad, fortemente motivato alla realizzazione di attività culturali nella città dello Stretto.

Gimigliano: «La mancanza di spazi per fare musica mi lascia esterrefatto»

Sergio Gimigliano, nel suo intervento, ha raccontato del concerto di jazz del Play music, l’11 marzo al teatro Odeon, Gerald Cannon, contrabbassista molto interessante che collabora con musicisti italiani, Elio Coppola e poi Fabrizio Bosso, musicista molto amato. I cambiamenti da cui il Play music riparte impongono una riflessione, senza alcuna polemica. «Sono esterrefatto della mancanza degli spazi per fare musica in questa città. Non avere spazi fa male al cuore dei cittadini, non degli organizzatori. C’è e bisogno di bellezza e di energia».

Gimigliano e Laganà

Play Music festival 2020: i concerti

Si parte il 25 febbraio, alla galleria Techné contemporary art lo psychedelic rock dal Giappone “Kenta Hayashi”: il musicista giapponese, attraverso l’uso della voce, chitarra e loop, crea una fusione di suoni tra elettronica e tradizione.

Il 3 marzo, Malto Gradimento accoglie lo swing cabaret di “Frollein Smilla” da Berlino: chitarre e musica funky, fisarmonica, batteria e fiati potenti, piano jazz e cori da pirati.

Il 10 marzo all’hotel Medinblu l’indie folk, misto a musica elettronica del duo olandese di “Woolf & Moon”.

L’11 marzo, la chicca jazz internazionale: al cinema Odeon Gerald Cannon, prezioso contrabbassista americano in trio guest Fabrizio Bosso.
Il 24 marzo da Zio Fedele bistrot, il pop rap di “Random Recipe” dal Canada, eccessivi e divertenti.
Il 10 aprile all’hotel Medinblu dal Belgio folk music con “Old Salt” voci, banjo, violini e contrabbasso e chitarra per un band composta musicisti americani e del Belgio per una musica country folk europea.
Il 15 aprile al Malavenda Cafè, da Monaco il gypsie folk di “Antun Opic”che mescola world music, blues e indie pop, tra flamenco e passione gitana.

Infine è prevista una tappa del festival a Messina, in collaborazione con l’Horcynus festival, con l’esibizione di Fanfara Station a luglio 2020.

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