venerdì,Aprile 26 2024

Miriam Jaskierowicz Arman e il sogno di un premio di poesia dedicato alla Shoah

L’artista cosmopolita, nominata ambasciatrice della pace, vorrebbe fare della città dello Stretto il punto di partenza della sua missione

Miriam Jaskierowicz Arman e il sogno di un premio di poesia dedicato alla Shoah

Miriam Jaskierowicz Arman ha girato il mondo da artista cosmopolita per poi stabilirsi a Reggio Calabria. Una storia incredibile la sua, che merita di essere raccontata: i suoi genitori si sono sposati dopo la liberazione nel blocco 26 del campo di concentramento di Bergen Balsen il 24 giugno 1945. Lei è nata in Germania. Nonostante le miserie, tramandate, la cattiveria di uomini che «incarnano il male», ancora oggi assistiamo al negazionismo. Le segregazioni e gli stermini, le persecuzioni e l’olocausto secondo alcuni non sono mai esistiti.

Come può accadere ancora oggi?

«Sì, lo dicono, lo sentono e per loro è facile pensare così. Ma ci sono fatti che dimostrano altro. Una vita come la mia, coi miei genitori e quelli che sono sopravvissuti, sono in pochi, ma hanno altre cose da dire. La seconda generazione, come sono io, deve trovare la forza di uscire e dire la verità»

Cosa meglio di un concorso di poesia dedicato alla Shoah?

«Il primo premio nazionale di poesia della Shoa è una cosa che sogno da anni di fare. Al di là dei testi già scritti volevo interessare le giovani generazioni di oggi per risentire, per invocare dentro la loro mente e il loro cuore quello che è una realtà che ho vissuto io tutta la vita con i miei genitori. Il premio è sponsorizzato anche dalla comunità ebraica di Napoli».

Sei un’ambasciatrice di pace e vuoi fare di Reggio Calabria il centro di questa missione?

«Quando mi hanno chiesto di essere ambasciatrice di “World peace tracts”, organizzazione internazionale tra Svezia e Israele, ho detto che voglio partire da Reggio Calabria. Una delle condizioni era poter creare un centro di pace a Reggio, per me è molto importante».

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