sabato,Aprile 27 2024

Cataforio, un incontro in onore di Sant’Agata vergine e martire

Presenti all’incontro oltre ai fedeli anche gli storici Domenico Minuto e Orlando Sorgonà

Cataforio, un incontro in onore di Sant’Agata vergine e martire

La chiesa di San Giuseppe in Cataforio, nella città antica del Sant’Agata, in occasione dei festeggiamenti religiosi in onore di Sant’Agata Vergine e Martire ha ospitato un incontro culturale e religioso dal Tema: “Il culto di S. Agata Vergine e Martire nella Vallata del Sant’Agata” tenuto da Mario Casile diacono birituale della comunità bizantina greco-cattolica di San Cipriano di Reggio Calabria. Il parroco don Giovanni Gattuso ha aperto i lavori ed ha chiarito «Le nostre origini affondano le proprie radici nel tempo e nella storia ed oggi, dopo oltre due secoli di tradizione sentiamo ancora forte e vivo il legame con il nostro passato. Ogni luogo ha in sé un fascino particolare che deriva dalla storia del territorio, delle sue tradizioni, delle eccellenze che lo caratterizzano.

Comprendere il valore delle proprie origini ed assumere la consapevolezza di avere sempre una bella storia da raccontare a qualcuno desideroso di ascoltarla sono i primi passi che ognuno di noi dovrebbe muovere per affermare e consolidare il proprio senso di appartenenza al proprio territorio. Credo che si debba partire proprio dall’amore per le nostre radici, se vogliamo essere, nel contempo, non solo beneficiari ma anche promotori delle innumerevoli risorse che offre il nostro paese».

Sant’Agata, dal greco ἀγαθά, agathá (buona, nobile di spirito) nasce a Catania l’8 settembre 230 circa e muore a Catania, il 5 febbraio 251. È stata una vergine e martire latina, patrona di Catania e di San Marino. Secondo la tradizione cristiana, fu una giovane santa che si consacrò a Dio all’età di 15 anni circa tra il III e il IV secolo, durante il proconsolato di Quinziano. Il suo nome compare nel Martirologio da tempi antichissimi. Dalla Chiesa cattolica è venerata e ricordata il 5 febbraio.

Casile ha sottolineato come il culto di S.Agata appartenga a tutta la Vallata da cui prende il nome.  Diverse le ipotesi. Il termine può essere di origine greca e quindi derivato da Agathè, ossia buono, bello, e poi con l’avvento del cristianesimo si è “santificato” il nome, oppure esiste anche la possibilità che sia stato introdotto in un secondo momento, intorno all’anno 1000 circa dalla Sicilia orientale, come conseguenza della forte islamizzazione in cui molti monaci si trasferirono in Calabria.

È possibile ipotizzare, perciò che la zona fosse spopolata e che sia stata fondata dai siciliani in fuga e che magari abbiano battezzato con il nome della loro patrona la nuova città. Casile ha raccontato inoltre come tanti giovani, uomini e donne di questa vallata o del territorio vicino, in passato sceglievano, sotto l’obbedienza di un abate (igumeno), di vivere in un monastero, numerosi in questa vallata, per seguire la chiamata del Signore a una “vita migliore”. La storia di motta Sant’Agata finisce alle ore 13.00 del 5 febbraio 1783, con il terribile terremoto che distrusse quasi completamente l’antica città. Con un decreto regio Ferdinando II stabilì la ricostruzione del sito nell’odierna Gallina.

Presenti all’incontro oltre ai fedeli anche alcuni storici il Prof. Domenico Minuto e il Prof. Orlando Sorgonà. Il Prof. Minuto saluta con affetto e visibile commozione tutta la comunità Sant’Agatina ricordando questi luoghi che sono stati oggetto di studio e di preghiera personale. Minuto invita tutti i presenti a riprendere le antiche tradizioni appartenenti alla cultura religiosa della vallata.

Al termine dell’incontro si è dato l’avvio all’Ufficiatura della Paràklisis in onore della Santissima Madre di Dio presieduta dal parroco Don Gattuso insieme al diacono birituale Casile.

Tra le akoluthie più popolari del mondo greco, la Paràklisis della Madre di Dio occupa un posto del tutto speciale.

La Paràklisis (dal greco paràklesis/parakalèo il chiamare a sé, in aiuto; esortazione, consolazione, supplica) è un Inno di supplica in onore della Santissima Vergine. Di solito viene cantata durante la quaresima della prima quindicina di agosto (dal 1° al 14 agosto) in preparazione alla Celebrazione della Festa della Dormizione della Madre di Dio; ma anche in ogni circostanza e periodo dell’anno può essere recitata su richiesta dei fedeli. Si usa anche chiamare il sacerdote in casa e per una necessità di famiglia cantare la paràklisis.

L’inno Paràklisis è attribuito a San Giovanni Damasceno, monaco, sacerdote e teologo siriano del VIII secolo, uno dei più grandi cantori d’Oriente della Vergine.

I festeggiamenti in onore della Santa terminano oggi 5 febbraio alle ore 19.00 con la Santa Messa Solenne presieduta dal Canonico del Capitolo Metropolitano della Cattedrale di Reggio Calabria Mons. Antonio Morabito. Nella Messa si pregherà in suffragio delle vittime del terremoto del 1783 e sarà benedetto e distribuito ai partecipanti il pan dolce (minne) tipico di S.Agata, che grazie alla sua forma rimanda al martirio subito dalla martire che dopo essere stata fustigata, tramite delle tenaglie viene sottoposta a un crudele strappo delle mammelle ed infine obbligata a camminare sui carboni ardenti.

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