domenica,Maggio 5 2024

“Avamposti. Uomini in prima linea”, Reggio protagonista con la stazione dei carabinieri di Modena

Una docuserie girata in presa diretta del regista Camarco che mette in luce la vita quotidiana della stazione dei carabinieri, reparto di base della struttura territoriale

“Avamposti. Uomini in prima linea”, Reggio protagonista con la stazione dei carabinieri di Modena

Seconda nuova stagione di “Avamposti – Uomini in prima linea”, la docuserie, realizzata da Stand by me in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, è stata presentata stamani al comando provinciale di Reggio Calabria. Quattro puntate in cui si raccontano le storie di realtà differenti nella loro complessità: con Torino, Catania e Milano, c’è anche Reggio primo palcoscenico delle quattro puntate.  A presentare la serie il tenente colonnello Massimiliano Galasso, comandante del reparto operativo di Reggio, il colonnello Marco Guerrini, comandante provinciale il regista Claudio Camarca ed il maresciallo maggiore Giuseppe Amato, comandante stazione Reggio-Modena. Proprio a Modena Ciccarello è stata girata la parte reggina della serie.

«È il frutto di un progetto portato avanti dal regista, Camarra, in collaborazione col comando generale – chiosa Guerrini – e  che racconta la quotidianità di un reparto dell’arma in città particolari dove le situazioni di operatività si fondono con la vita dei carabinieri che prestano servizio nel reparto. Lo scorso anno era stata girata in città importanti in quanto a presenza e operatività dell’Arma, tra le altre Napoli, Palermo (stazione Zen), e Cerignola, in quartieri significativi. Una docuserie che mette in luce la vita quotidiana della stazione dei carabinieri, reparto di base della nostra struttura territoriale, il reparto fondamentale perché più a diretto contatto col territorio, che conosce meglio le realtà che sono affidate alla sua cura, punto importante pe sviluppare attività complesse, collaborando con strutture di maggior spessore. Un modo per scoprire il lato umano di chi svolge questa professione».

Si è detto innamorato di Reggio, il regista Camarca ed ha voluto iniziare dalla città dello Stretto con la serie perché «questa terra mi ha ammaliato da anni è la mia seconda patria. Quello che accade qui, non è attinente solo a questa terra, ma ha ripercussioni in Italia ed ho deciso che volevo partire da qui come per unificare la Calabria al Paese. In seconda stagione abbiamo fatto il salto di qualità per raccontare la stazione da un lato che però andasse a unirsi con l’intelligence di reparti prescelti che, sulla capacità d’analisi fondano la loro unicità di essere. Reggio Calabria risponde a questa istanza.  La cosa più importane per me è la collaborazione tra un cittadino e l’Arma. La volontà di presentare agli spettatori una casa di vetro dove non c’è nulla da nascondere. I carabinieri sono la parte bella se anche noi facciamo il nostro dovere di cittadini.

Un’esperienza che anche il comandante Amato giura che non dimenticherà. La sua stazione è stata protagonista e «Abbiamo avvertito che si stava creando qualcosa di speciale. La serie ci ha consentito di vedere noi stessi come se fossimo terze persone.  Ci facevamo delle domande su quello che era stato…».

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