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Reggio, l’artista eclettica Piergemma: «Mi piace comunicare la bellezza»

Pierina Laganà, la sua ispirazione, le sue opere ricche di sfaccettature e uno sguardo al mondo caratterizzato da ironia e sensibilità

Reggio, l’artista eclettica Piergemma: «Mi piace comunicare la bellezza»

Di Piero Corigliano

Le performance e le opere pubblicate dal 2009 sino al 2020 sono il volano delle emozioni e delle sensazioni che Pierina Laganà, in arte Piergemma, di origine belga e reggina di adozione, quotidianamente prova. Emozioni donate al pubblico attraverso la scrittura, la pittura, la danza, il disegno e la poesia, in una forma di “arte totale”.

«Trovare ed esprimere la bellezza che c’è in tutte le cose», dice essere la sua missione, portata avanti indagando e sviscerando i diversi canali espressivi di un pensiero originale e di una personalità eccentrica e spiazzante.

Tornerà in scena il prossimo 27 Maggio, insieme al magistrato Salvatore Cosentino, con cui da diversi anni condivide un intenso percorso artistico, nello spettacolo “Dov è Amir? – tra buonismi ed ipocrisie”, in programma presso il Centro Cristiano del Mediterraneo di San Cristoforo a Reggio Calabria.

L’abbiamo incontrata in una mattinata soleggiata, in cui la primavera accoglie ancora una lieve brezza invernale.   

Sappiamo che lei è reggina d’adozione, ma nata all’estero. Ci racconti delle sue origini?

«Sono nata in Belgio da genitori italiani. Parlo italiano e francese. L’educazione un pò rigida che mi hanno impartito nei primi anni di vita mi ha formato il carattere ed è stata il preludio rispetto a quello che è venuto dopo. Mi ha aiutato ad affrontare meglio le mie battaglie».

Da dove nasce la sua passione per l’arte? È stata influenzata dalla sua famiglia?

«La mia arte nasce dall’amore per tutte le cose e in particolare per la bellezza, esprimere la quale è la mia missione. L’approccio è stato molto personale e non condizionato dai familiari o da altri: l’arte la sento dentro».

È un’artista che non conosce limite, hai un ricco curriculum…

«Sono assolutamente libera nelle mie manifestazioni. L’arte è libertà. In particolare, ho scritto sia in forma di prosa che di poesia, come nel caso della raccolta intitolata “Il bottegaio dell’amore” che considero una delle mie opere migliori».

Tra le molteplici sue manifestazioni artistiche, qual è quella che secondo la rappresenta nel profondo?

«Amo molto recitare. Il teatro, rispetto alle altre espressioni artistiche, mi consente di avere un rapporto diretto con il pubblico e questa è una cosa che amo molto. Non si può fingere quando si recita, è tutto molto spontaneo e diretto. Ecco, la comunicazione è molto centrale nella mia arte. Per migliorarla ho fatto anche dei corsi, in particolare ricordo quello, molto intenso, con Mario Caligiuri. Imparare e sviluppare la comunicazione mi ha reso infatti una persona migliore».

Come è nata la collaborazione con il magistrato Salvatore Cosentino?

«È nata per caso ed in maniera molto spontanea. Ascoltando un suo intervento pubblico che mi diede lo spunto giusto per avvicinarlo. Artisticamente siamo di gusti affini, duttili entrambi; è bello che sia nata questa forma di cooperazione artistica e personalmente non vedo l’ora di tornare in scena».

Ha sofferto particolarmente durante il periodo caratterizzato dal Covid e cosa si aspetta dal prossimo ritorno in scena?

«Ho sofferto come tutti. Lo scenario era cambiato, si respirava un clima chiuso, pesante. Mi è mancato molto il contatto con il pubblico, che non vedo l’ora di ritrovare dal vivo».

Qual è il suo miglior pregio e il suo principale difetto?

«Sono sempre leale e sincera; con la mia arte, con gli altri, con il pubblico che incontro in scena. Lo sono sul posto di lavoro, in qualità di funzionaria statale della giurisdizione tributaria di Reggio. La mia sincerità è un pregio, si, ma può anche essere considerata come un limite».

Osservando i suoi quadri, si denota un uso molto particolare dei colori.

«I colori sono fondamentali, attraverso di essi e la pittura provo sempre a trasmettere delle emozioni particolari; i quadri hanno tutti una simbologia ben precisa».

Crede nel valore e nell’ importanza dello studio?

«Si, ci credo ancora oggi. Anche nell’arte ci vuole tanto studio alla base; approfitto di questa domanda per sottolineare la tenacia che è fra le mie qualità migliori; senza l’impegno e la determinazione, probabilmente non sarei arrivata da nessuna parte nella vita».     

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