Bronzi di Riace, Sgarbi riaccende la polemica: «Guerrieri sequestrati a Reggio»

La scintilla pronta a far riaccendere l’incendio è stata la manifestazione di Marina di Pietrasanta, in Versilia, con le copie dei Bronzi di Riace inabissate nel parco turistico per i subacquei in cui studiare gli effetti dell’acqua del mare sul bronzo. Padrino dell’evento l’immancabile Vittorio Sgarbi che non perde occasione per ribadire che, a suo avviso, i Bronzi dovrebbero essere spostati da Reggio Calabria e trasferiti in un museo della capitale.

Il Reggino aveva ricordato come, immancabilmente, nel mese di agosto, il critico d’arte si sveglia sulla questione dei Bronzi di Riace, caldeggiandone lo spostamento. Anche stavolta però Sgarbi trova però pane per i suoi denti nelle risposte del Comitato per la tutela e la valorizzazione dei Bronzi. Sgarbi al Corriere fiorentino spiega che «A Reggio si ha una visione completamente centripeta per cui tutto debba accadere lì. Reggio è una bella città che si può andare a vedere, ma non è una buona ragione per cui i bronzi debbano rimanere. Rispetto ad occasione in cui potrebbero muoversi. Trovo questa posizione anomala. Mi devono spiegare dove sono fragili, bisogna essere prudenti sì, ma non sono fragili. Stavano meglio in acqua Bronzi invece che nello stagno di Reggio, in una misura di sequestro. La polemica non è col direttore del museo che è mio amico, ma con queste commissioni di parrucconi bugiardi che raccontano che sono fragili. La fragilità è degli uomini e non dei bronzi».

Già nel 2015 Sgarbi aveva programmato di spedire i bronzi all’Expo 2015. In quella occasione il Comitato di esperti bocciò la proposta per la comprovata fragilità delle due statue.

E la risposta arriva dal Comitato, per bocca di Eduardo Lamberti Castronuovo: «Ciò che turba, e molto, è il vedere e sentire un personaggio che dovrebbe rappresentare lo Stato, inveire contro dei rispettabili cittadini che non la pensano come lui, giocando maldestramente e stupidamente sul cognome, sullo spessore culturale e sull’appartenenza ad una regione meno fortunata della sua, senza neppure informarsi di chi e a chi stia parlando! Non solo ma permettendosi di dare del bugiardo a chi, altro non fa, che riportare quanto deciso dallo stesso Stato che lui malamente, rappresenterebbe. Ancora, tristezza ma non paura, incutono le sue minacce secondo le quali, quando lui sarà Ministro della Cultura (speriamo mai), predisporrà Leggi che abbattendo i veti del mondo scientifico farà girovagare i Bronzi per ogni dove, nel mondo. Credo che dovrà passare sul cadavere di molti reggini.

Non è provincialismo quello del Comitato e della maggior parte dei reggini, ma solo un desiderio estremo di tenere e difendere ciò che la storia ci ha assegnato, per favorire una legittima ripresa di una Terra generosa, ma sfortunata e depredata. Perchè sfortunata ce lo spiega Leonida Repaci, nella sua lirica “quando fu il giorno della Calabria” e depredata perché la sua classe politica è di tale spessore infimo, che non riesce neppure a difenderla. Ricorderà il caro Solone ferrarese che sui libri di geografia, alle elementari, avrà appreso che il capoluogo della Calabria era proprio Reggio, ma oggi non lo è più! Ecco, vogliamo ripetere con i bronzi quello che abbiano subìto col capoluogo?

Per finire tralascio tutte le intemperanze e gli epiteti gratuiti appiccicatimi, in modo inelegante, in ben dodici minuti di sproloqui. Dico solo che chi io sia non è rilevante. Nelle discussioni ha importanza ciò che si dice, non chi. Comunque invito l’on. Sgarbi, (signori si nasce, onorevoli si diventa) a visitare il Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, da me realizzato allorquando ero esponente istituzionale, dove troverà opere di De Chirico, Migneco, Ligabue, Fontana e tanto altro. Non credo lo conosca. Cosi come mi farebbe piacere visitasse la mia biblioteca per prelevare gratuitamente molto che non ha mai letto, magari sugli autori Italiani di Calabria».

Senza andare a scomodare gli studi scientifici accurati sulle terre di fusione all’interno delle statue basterebbe visualizzare la loro collocazione: la temperatura a cui vengono conservati, gli speciali sostegni appositamente studiati, oscillanti per garantirne l’incolumità in caso di terremoto.

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