lunedì,Maggio 13 2024

La reggina Daniela Marra brilla in “Esterno notte”, la serie Rai sul rapimento di Aldo Moro

In onda fino a giovedì la nuova rivisitazione del regista Marco Bellocchio. L'attrice della città dello Stretto nel ruolo dell'ex brigatista di origini messinesi, Adriana Faranda

La reggina Daniela Marra brilla in “Esterno notte”, la serie Rai sul rapimento di Aldo Moro

È l’attrice di origini reggine, Daniela Marra, a interpretare l’ex brigatista di origini messinesi, Adriana Faranda, nella nuova serie evento diretta da Marco Bellocchio dal titolo “Esterno notte”.

In onda su Rai Uno la serie, valsa al regista il Premio per la narrazione più innovativa, Award for Innovative Storytelling, attraversa gli anni della lotta armata delle Brigate Rosse in Italia. Una guerra allo Stato culminata, nel 1978, nel sequestro e nell’omicidio di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana.

Il cuore del dramma

«Non ho mai incontrato Adriana Faranda. Mi sono concentrata – ha spiegato l’attrice Daniela Marra – sulla costruzione di un personaggio che, per quanto ispirato a una persona vivente, resta un personaggio.

Per questa interpretazione mi sono documentata, ascoltando gli audio dei processi e leggendo molto. Tra i volumi ho attinto da “Nell’anno della tigre” di Silvana Mazzocchi e da tanti altri di Bianconi, Flamini e Gotor sempre sulla vicenda Moro.

Mi sono mossa sulla base di uno script molto ben strutturato, con precisi passaggi drammaturgici indicati dagli autori e dal regista. Cuore del dramma, è il conflitto interiore di Adriana Faranda.

Forte e decisiva è stata per lei la contrapposizione tra il mondo di affetti, abitato dalla figlia piccola, dalla quale si distacca, e l’urgenza di una rivoluzione. Una lotta armata ritenuta evidentemente necessaria per cambiare il Paese. Una scelta che, tuttavia, ha inevitabilmente segnato la sua vita.

La sua storia segue il filo di questo dramma che poi precipita in un vortice sempre più complesso che rende le azioni di Adriana Faranda fallimentari politicamente ed emotivamente», ha spiegato ancora l’attrice Daniela Marra.

Una lunga eco emotiva

«Lavorare con Marco Bellocchio, e con tutta la sua squadra, è stata un’esperienza molto intensa e professionalmente molto stimolante. Essa ha alimentato la mia volontà di crescita artistica.

È stata lunga anche l’eco emotiva che ha investito tutto il cast dopo questa produzione. Immergersi in quel contesto storico è molto impegnativo», ha evidenziato l’attrice reggina.

Il cinema e la storia

«Il cinema è un veicolo potente per stimolare riflessioni su eventi storici importanti, rintracciare parti importanti di noi stessi e portarle a consapevolezza collettiva», ha commentato ancora Daniela Marra.

Daniela Marra

Nata Reggio Calabria nel 1984, la talentuosa Daniela Marra ha coltivato da giovanissima la passione per il teatro. Laureatasi in Scienze storiche del territorio e della cooperazione internazionale ha poi frequentato la Scuola del Teatro Stabile di Torino ed è stata selezionata per la serie tv Rai Fuoriclasse, con Luciana Littizzetto.

Intanto il suo percorso teatrale è proseguito con esperienze di scrittura, autoproduzione, impegno nel sociale e contaminazioni con la danza.

Intensa anche la sua attività di attrice per cinema e televisione. È stata diretta, tra gli altri, da registi come Marco Bellocchio (“Esterno notte”), Piero Messina (“L’Ora, inchiostro contro piombo”), Stefano Lodovichi (la serie tv “Il Cacciatore”).

In teatro a dirigerla, tra gli altri, Mauro Avogardo (“L’incorruttibile” di Hugo Von Hofmannsthal), Vincenzo Pirrotta (“Le donne all’assemblea” di Aristofane); Giuliano Scarpinato (“I Ciechi” di Maeterlinck), Filippo Gili (“Ovvi destini”).

Il rapporto con la Calabria

«Il mio rapporto con la Calabria è molto duro. È una terra dove custodisco profondi affetti familiari e dalla natura indiscutibilmente meravigliosa; una terra che amo ma dove torno molto poco.

La Calabria patisce una condizione di esclusione e di distanza dal resto dell’Italia, a mio avviso, e per queste ragioni non riesco con essa a tessere anche un rapporto professionale proficuo e positivo», ha concluso l’attrice reggina Daniela Marra.

Adriana Faranda

Adriana Faranda, nata a Tortorici, comune della città metropolitana di Messina, oggi 72enne entrò nelle Brigate rosse quando ne aveva 24. Insieme al suo compagno Valerio Morucci nel 1976 diresse la colonna romana della Br per poi dissociarsi per contrasti interni nel 1979, anno in cui venne arrestata per l’agguato di Via Fani in cui Moro venne rapito e cinque agenti della scorta furono uccisi. È stata rilasciata nel 1994, beneficiando della riduzione di pena.

Negli anni ottanta, Adriana Faranda si è dissociata anche dal terrorismo. Fu tra le prime a dissociarsi dalle Brigate rosse e tra coloro che non avrebbero voluto uccidere Aldo Moro.

Aldo Moro

Aldo Moro, uomo politico, statista di arguto spessore, uno dei padri della Costituzione. Due volte Presidente del Consiglio dei Ministri, quattro volte ministro della Repubblica, ininterrottamente deputato dal 1946 fino alla morte segretario. Infine presidente del partito della Democrazia Cristiana.

A Roma, l’acme della tragedia iniziò il 16 marzo 1978 in via Fani quando Aldo Moro fu rapito. In quella circostanza persero la vita, i due carabinieri che viaggiavano con il presidente, Oreste Leonardi e Domenico Ricci, e i tre poliziotti a bordo dell’altra auto, Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera

Dopo una prigionia di 55 giorni, il cadavere di Aldo Moro fu ritrovato il 9 maggio nel cofano di una Renault 4 a Roma.

Il luogo scelto fu fortemente simbolico: via Caetani, vicino a Piazza del Gesù (sede nazionale della Democrazia Cristiana) e a via delle Botteghe Oscure (sede nazionale del Partito Comunista Italiano). I due partiti, grazie alla mediazione del presidente della Dc Aldo Moro e del segretario generale del partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer, stavano dialogando per governare il Paese.

Un dialogo, secondo Moro, sollecitato da un Paese che necessitava di profonde riforme e dell’incontro tra aree politiche anche di diversa ispirazione.

Ma, ancora in quegli anni, il superamento della cosiddetta conventio ad excludendum del Pci dalle maggioranze di governo nazionale non era compiuto.

Essa, in piena Guerra Fredda, preservava gli equilibri delicati tra Occidente e Blocco Comunista, rappresentato dall’Unione Sovietica.

Un clima di forti ostilità in cui quel dialogo fu violentemente avversato dalle Brigate Rosse, organizzazione terroristica di estrema sinistra, maggiore gruppo di avanguardia rivoluzionaria, che operò in Italia fin dall’inizio degli anni Settanta e fino agli anni Ottanta. Una lotta armata culminata nel sequestro e nell’assassinio di Aldo Moro.

Esterno notte

La figura di Adriana Faranda è tra quelle tratteggiate nel nuovo lavoro cinematografico di Marco Bellocchio.

Dopo “Buongiorno, notte” (2003), in cui il rapimento, la detenzione e il rapimento di Aldo Moro sono visti con gli occhi della brigatista Chiara (Maya Sansa), inquieta e assalita da dubbi, Marco Bellocchio torna a raccontare i drammi insiti nella violenta lotta di classe consumatasi in Italia negli anni Settanta.

Questa volta il titolo è “Esterno notte” e lo sguardo è multiplo: quello della moglie di Aldo Moro, Eleonora (Margherita Buy), del papa Paolo VI (Toni Servillo), del ministro dell’Interno Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi) e dei brigatisti Valerio Morucci (Gabriel Montesi) e Adriana Faranda (Daniela Marra). Aldo Moro è interpretato da Fabrizio Gifuni.

La serie, scritta da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino, è prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, con Simone Gattoni per Kavac Film, in collaborazione con Rai Fiction, in coproduzione con Arte France.

(Foto di Anna Camerlingo)

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