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Reggio, la rotta storica e culturale tracciata dalla 54^ edizione dei premi Rhegium Julii – FOTO e VIDEO

Il premio internazionale Città dello Stretto, intitolato alla memoria di Giuseppe Casile, a Josephine Von Zitzewitz, accademica tedesca specializzata in letteratura russa del dissenso

Reggio, la rotta storica e culturale tracciata dalla 54^ edizione dei premi Rhegium Julii – FOTO e VIDEO

Un viaggio dentro la storia, dall’antichità fino al Novecento e ai giorni nostri, dentro le sue ombre e i suoi dolori, coltivando la preziosa memoria di pagine a rischio di oblio e conducendo fino a epiloghi anche inattesi. Tutto questo è stata la 54^ edizione del premio Rhegium Julii, promossa da uno dei circoli culturali più longevi e attivi della Calabria.

Le cerimonia di consegna dei premi ha avuto come cornice l’aula magna Antonio Quistelli dell’università Mediterranea di Reggio Calabria e si è aperta con un video realizzato da Orsola Toscano e Ilda Tripodi, che ha anche condotto la serata.

Rhegium Julii, sentinella del cambiamento

«Abbiamo voluto dedicare questa edizione al tema dell’abuso delle risorse e all’urgenza di salvaguardia del pianeta. Da oltre cinquant’anni il circolo Rhegium Julii promuove la cultura sul nostro territorio e oltre. La sua azione è spinta dal desiderio di essere sentinella sul territorio di un cambiamento e parte attiva della costruzione di una società in cui non sia più necessario difendersi dalla sopraffazione e della violenza».

Così Giuseppe Bova, il presidente del circolo Rhegium Julii, ha aperto la cerimonia. Hanno fatto seguito i saluti del rettore della Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti, del sindaco metropolitano ff Carmelo Versace, dell’assessora comunale alla Cultura, Irene Calabrò, e del presidente della giuria del premio, Corrado Calabrò. Quindi la consegna dei riconoscimenti culminata nel premio internazionale Città dello Stretto intitolato alla memoria di Giuseppe Casile, fondatore del circolo oltre mezzo secolo fa e scomparso lo scorso anno.

Premio internazionale Città dello Stretto intitolato a Giuseppe Casile

A riceverlo Josephine Von Zitzewitz, accademica tedesca specializzata in letteratura russa della fine del XX e XXI secolo, autrice di importanti ricerche sulla poesia in lingua russa contemporanea e studiosa della letteratura della resistenza e della dissidenza. In particolare Josephine Von Zitzewitz ha studiato il fenomeno sociale, culturale e politico spontaneo che attraversò l’Unione Sovietica e nei Paesi del blocco orientale tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta, noto come Samizdat.

«La letteratura più alta è quella che sfida la censura»

«Ho scoperto la più bella poesia e la più bella letteratura russa, studiando questo movimento. Mi sono resa conto che in ogni paese la cultura più alta è sempre quella che sfida la censura e si oppone a ogni forma di oppressione e attacco alla libertà. Mi sono appassionata pensando a coloro che scrivendo, rischiavano anche la vita, e che, nonostante ciò, continuavano a farlo. Certo oggi, come allora, in Russia chi vuole cercare e denunciare la verità, chi vuole una vita culturale libera e di qualità non può farlo restando in patria ma deve lasciarla. In questo drammatico frangente, il contesto è aggravato dalla censura militare», ha commentato la stessa Josephine Von Zitzewitz.

Con lei, Elena Kostioukovitch, traduttrice di Umberto Eco in Russia e autrice del recente volume “Nella mente di Vladimir Putin”. Con loro anche Andrea Gullotta, esponente dell’articolazione italiana dell’associazione Memorial di San Pietroburgo. Fondata in Russia per promuovere i diritti umani è stata destinataria, con l’associazione dei Diritti Civili Ucraina, del Premio Nobel per la Pace 2022.

Un tema di grande attualità, non solo per la guerra russa che imperversa in Ucraina. La riflessione conduce al valore sempiterno della parola, minaccia di ogni regime perché linfa di ogni forma di stato e di governo che si autodetermini dal basso, sfidando ogni potere precostituito.

Il perdono, la ricerca di una verità sfuggente e l’amore

Il viaggio dentro la parola e dentro la storia è continuato al seguito delle suggestioni e delle idee che le altre persone premiate hanno offerto alla platea. Il percorso di perdono compiuto da Gemma Calabresi Milite (premio Leonida Repaci per la Saggistica con il volume “La crepa e la luce”), dopo l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, suo marito quando aveva solo 25 anni, due figli piccoli e uno in arrivo.

Un perdono che si incrocia con l’opera di Michele Caccamo (menzione speciale per la raccolta poetica “Ciò che sai amare”), dedicata a Pierpaolo Pasolini, intellettuale che in quegli anni di piombo fu costantemente teso verso una verità ancora oggi mancata. Un amore che diventa perdono e un altro che non smette di cercare la verità. Quell’amore che come l’opera di Antonella Radogna (menzione speciale “Ciò che sai amare”), testimonia, fonda ogni storia e la cui voce potente e autentica è la poesia.

Italia divisa tra nord e sud e la società liquida

L’arguta analisi di Pietro Massimo Busetta (premio Gaetano Cingari per gli Studi meridionalistici con il volume “Il lupo e l’agnello”) di una Italia ancora troppo conflittuale, che non ha compreso che lupi e agnelli vi sono ovunque, né solo al nord né solo a sud.

Contemporanea è anche la riflessione in versi sulla società liquida dei giorni nostri e sulla migrazione come necessità di Giuseppe Manitta (premio Lorenzo Calogero per la Poesia con la raccolta “L’etica dell’acqua”).

Migrazioni nella storia

Di migrazioni drammatiche è piena la nostra attualità come anche la nostra storia a rischio di dimenticanza. Un rischio arginato da Antonio Salvati (premio Mario La Cava per la narrativa con il romanzo “Pentcho”), che lascia riemergere il viaggio, il mancato raggiungimento della Palestina e l’approdo in Calabria di ebrei in fuga da Bratislavia assediata dai nazisti. Ebrei poi internati del campo di Ferramonti, il più grande allestito in Italia dal regime fascista.

Storia contemporanea e storia antica che si mostra sorprendentemente attuale. Con Valeria Parrella (premio Corrado Alvaro per la Narrativa con il volume “La fortuna”, purtroppo assente perché infortunata), seguendo le orme del diciassettenne Lucio, a sua volta al seguito dell’ammiraglia di Plinio il Vecchio nel giorno dell’eruzione del Vesuvio, il mondo classico si mostrerà in un modo assolutamente inedito.

La forza dei libri e degli esempi

Uno scrigno ricco e di grande spessore culturale internazionale puntellato dal bene prezioso che rappresentano i libri, coloro che li scrivono e coloro che leggono. Una pratica virtuosa che ha formato generazioni all’interno del Rhgium Julii.

«In 54 anni di vita, grazie alla spinta ed alla generosità dei tanti soci volontari che hanno assicurato la continuità, il circolo ha saputo coinvolgere straordinarie personalità calabresi come Gilda Trisolini, Emilio Argiroffi, Pasquino Crupi, Ernesto Puzzanghera, Francesco Fiumara, valorizzare le presenze importanti di Leonida Repaci, Fortunato Seminara, Saverio Strati, Mario La Cava, Antonio Piromalli.

Azione persseguita anche oggi con gli scrittori Mimmo Gangemi, Gioacchino Criaco, Mimmo Nunnari, Annarosa Macrì, Benedetta Borrata, Nadia Crucitti, i poeti Corrado Calabrò e Dante Maffia», ha sottolineato il presidente del circolo culturale Rhegium Julii, Pino Bova.

A concludere la serata le note del concerto di Armonie Mediterranee.

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