sabato,Maggio 11 2024

Miti e misteri metropolitani | Donna Canfora e il tesoro di Pietrenere

Ancora oggi nelle notti di luna piena, si può ascoltare il canto melodioso della bellissima fanciulla provenire dal mare

Miti e misteri metropolitani | Donna Canfora e il tesoro di Pietrenere

Non fu solo la bellissima Flavia Gaetani, figlia del castellano di Reggio, ad essere oggetto di rapimento ad opera dei corsari cinquecenteschi. Tra le leggende che narrano del ratto di innocenti fanciulle reggine durante le frequenti scorrerie piratesche, ve n’è una particolarmente struggente e romantica al contempo. La storia si svolge a Taureana di Palmi. La protagonista è una nobile del luogo: Donna Canfora.

Donna Canfora e il tranello del corsaro

Tra mito e leggenda, il racconto dell’incantevole Donna Canfora, trae origine dai ruderi, ancora oggi esistenti, dell’antica città di Taureana, nei quali le fantasie popolari hanno intravisto le rovine della sontuosa dimora della nobildonna.

La tradizione racconta che intorno al XVI secolo una torma di saraceni mise sotto scacco la città per diverse settimane. Mentre le loro navi erano attraccate al porto di Taureana, al capo corsaro giunsero voci che decantavano la bellezza e le virtù di una fanciulla che viveva proprio in quel luogo in un ricco e grandioso palazzo.

Il corsaro, non riuscendo a frenare la curiosità di conoscerla, architettò un piano: si travestì da mercante e si recò al palazzo. Appena vide Donna Canfora se ne invaghì perdutamente e decise di rapirla con l’inganno per condurla nel suo harem. Le mostrò drappi meravigliosi e le disse che sulla sua nave, ancorata al porto, ve ne erano di ancora più preziosi e la invitò sull’imbarcazione.

Donna Canfora estasiata dall’incanto di quei tessuti accettò l’invito e, una volta a bordo, venne esortata a scendere nella stiva per ammirare la pregiata mercanzia. Intanto, però, la nave aveva ammainato le vele e preso il largo.

Accortasi di essere stata raggirata, Donna Canfora cercò di ribellarsi, chiedendo di essere riportata a terra, ma invano. Allora, non accettando il suo infausto destino, espresse il desiderio di andare sul ponte per poter salutare l’ultima volta la sua terra. Ma, una volta sulla passerella, spiccò un salto improvviso e si gettò in mare sparendo tra le onde. Da quel momento si narra che, nel punto preciso in cui si tuffò, le acque diventarono di un azzurro cangiante come le sfumature del suo velo. E, ancora oggi, la gente del posto afferma che nelle notti di luna piena, quando l’eco della risacca si propaga tutto intorno, si riesce ad ascoltare un canto melodioso che proviene dal fondo del mare: è Donna Canfora, diventata sirena, che piange la sua triste sorte.

Pietrenere e il tesoro di Donna Canfora

La bellissima “regina” di Taureana, che si gettò in acqua per sfuggire al suo crudele destino, ha dato origine ad un’altra avvincente leggenda, secondo la quale le sue immense ricchezze sono nascoste in una grotta buia e profonda a Pietrenere.

Un tempo quattro uomini ebbero il coraggio di avventurarsi nei meandri della spelonca alla ricerca del tesoro reale. Con l’aiuto di un ‘libro magico’ e in compagnia di un cane, essi giunsero in una grande sala dove trovarono una montagna di monete d’oro. Subito si levò una voce misteriosa che lì ammonì di prendere il tesoro e non voltarsi mai indietro. In men che non si dica, il gruppetto riempì grandi sacchi e si avviò verso l’uscita. Ad un certo punto, la voce impose la restituzione del libro ma essi, ricordando l’avvertimento, tirarono dritto. Il suono si fece sempre più insistente e d’istinto uno dei quattro si girò. Improvvisamente, si levò un cerchio di fuoco che li avvolse. E di loro non si seppe più nulla.

Un’altra meno nobile versione narra che qualche anno fa donna Canfora apparve in sogno a un contadino di Palmi indicandogli tre vie per recuperare il tesoro: la chiesa di S. Fantino, la torre e la grotta di Pietrenere. L’uomo, insieme ad alcuni amici fidati, iniziò a cercare presso la chiesa e la torre ma non trovò nulla. Il gruppo si diresse, quindi, a Pietrenere, aprendosi un varco nella grotta. Intanto, la notizia si sparse in tutto il paese e in molti giunsero armati di picconi per trovare la stanza del tesoro. Giorno e notte gli uomini scavavano, trascurando i campi e le famiglie. Finché una mattina le mogli entrarono in corteo nella grotta di Pietrenere e a colpi di scope e mattarelli riportarono a casa i cercatori d’oro.

Fu così che, forse per vergogna o per rassegnazione, nessuno osò più cercare il tesoro di donna Canfora.

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