Reggio: “Premio Matita rossa e blu” alla memoria di Pietro Bellantoni

Tredicesima edizione del Premio giornalistico nazionale “La matita rossa e blu”, organizzato dalla Fondazione Italo Falcomatà. Stasera a Palazzo Alvaro, a Reggio, il riconoscimento è stato tributato a Sara Lucaroni, professionista free lance, tra le migliori espressioni del giornalismo internazionale d’inchiesta e Fabio Tonacci, inviato di guerra del quotidiano La Repubblica. Ha moderato l’incontro Francesca Gambarini, i premiati hanno conversato con Piero Gaeta, di La Gazzetta del Sud, e Gianfrancesco Turano, giornalista, scrittore e inviato de L’Espresso.

Giornalisti, testimoni di verità

Racconti da luoghi di frontiera, in cui ogni parola ogni immagine viene estremizzata. La guerra, le fake news, il profondo mutamento che ha subito l’informazione ma soprattutto la passione che c’è dietro chi rischia la vita per dare notizie al mondo.

Come spiega Rosetta Falcomatà, presidente dell’omonima fondazione: «È importante certamente l’immagine e il comportamento del giornalista. Questo premio è nato 13 anni fa perchè Italo ci ha dato un insegnamento che bisogna nella vita essere sempre testimoni di verità e quindi da questa frase ho capito che non si tratta solo di tutti che dobbiamo essere testimone di verità, ma soprattutto dei giornalisti».

Le persone al centro del giornalismo

«È una sensazione bellissima e sono onorata e sono grata davvero alla Fondazione Falcomatà e sono felice soprattutto perché alla fine è come se fosse emerso quello che è un po’ il mio modo di fare la giornalista mettere davvero al centro le persone. Ce ne siamo dimenticati per per tanto tempo, e specialmente nel nostro paese, c’è veramente bisogno. Le persone al centro del giornalismo» afferma Lucaroni.

A fargli eco Tonacci: «Se vi ricordate pensavamo d’aver visto tutto con la pandemia: un mondo intero chiuso a chiave in casa e si pensava che questa avesse appianato ogni dissidio. Invece appena la pandemia è finita è scoppiata l’Ucraina e poi adesso il Medio Oriente: quindi siamo obbligati a guardare fuori perché quello che succede fuori poi ha delle ripercussioni fortissime su di noi».

Premio alla memoria al giornalista Rai Pietro Bellantoni, già direttore del Reggino, penna brillante nel panorama dell’informazione calabrese, prematuramente scomparso. Il riconoscimento viene consegnato alla moglie Ketty Tramontana dal sindaco Giuseppe Falcomatà.

Quest’ultimo ha chiarito: «Questo è un premio giornalistico internazionale che nei suoi 13 anni ha visto la premiazione davvero delle prime firme del giornalismo nazionale e internazionale. In quest’edizione abbiamo voluto dare un tributo alla memoria la professionalità di Pietro non soltanto perché lui è sempre stato, ed è stato riconosciuto da tutti, come un giornalista libero da condizionamenti e che in tutte le sue cronache non ha mai dato sfogo a pezzi che potessero sembrare strumentali: la sua è stata sempre un’analisi oggettiva dei fatti e un taglio puntuale anche sulle questioni politiche.

Ora decidiamo di dare il premio giornalistico a lui e alla sua memoria nella piena consapevolezza che lui, se il Signore l’avesse lasciato in terra solo qualche tempo in più, sicuramente sarebbe stato fra i grandi del giornalismo del nostro Paese e avrebbe potuto ritirarlo magari in un’altra occasione. Quindi l’idea di dare questo premio non è solo un tributo alla sua memoria, ma la convinzione che per quello che lui avrebbe potuto dare al giornalismo l’avrebbe sicuramente meritato».

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