giovedì,Maggio 9 2024

Istituzione Arpal alla Regione, i sindacati: «Proposta inopportuna e di dubbia correttezza giuridica»

Le segreterie regionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL della Calabria chiedono l’avvio di un serio e responsabile confronto sulla riorganizzazione dei Centri per l’impiego

Istituzione Arpal alla Regione, i sindacati: «Proposta inopportuna e di dubbia correttezza giuridica»

Contro l’istituzione da parte del consiglio regionale dell’Agenzia regionale per le politiche del lavoro (Arpal). Insorgono le segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl definendola «Proposta inopportuna e giuridicamente di dubbia correttezza».

«La presentazione – scrivono in una nota la segreteria generale FP CGIL Calabria Alessandra Baldari, la segretaria generale CISL FP Calabria Luciana Giordano, il segretario generale UIL FPL Calabria Elio Bartoletti– di pseudo proposte di legge che dispongono tout court l’istituzione di Arpal Calabria, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, che andrebbe ad assorbire i Centri per l’impiego calabrese e che dovrebbe occuparsi della riorganizzazione del mercato del lavoro, regolamentandolo in ossequio alle ultime innovazioni legislative adottate a livello centrale. Una proposta inopportuna e giuridicamente di dubbia correttezza, atteso che il Consiglio regionale è pressocchè sciolto e non è legittimato ad assumere decisioni di questa straordinarietà».

Un’accelerazione di fine legislatura, atteso che tra poco si andrà a votare, che non ha alcun senso rivoluzionare così le dinamiche del mercato del lavoro. Voci che affermano i sindacati «serpeggiavano da qualche tempo per i corridoi della Cittadella regionale e sulla quale le Segreterie regionali e aziendali di CGIL, CISL e UIL del pubblico impiego avevano chiesto informazioni e notizie ai diretti interlocutori politici, sollecitando un urgente incontro sulla questione, senza ricevere alcuna risposta».

I sindacalisti precisano inoltre che era stata la legge di bilancio 2018 a stabilire che entro il 30 giugno dello stesso anno si doveva realizzare il trasferimento del personale dei Centri per l’Impiego con contratto a tempo indeterminato ed il subentro nei rapporti a tempo determinato dalle Province/Città Metropolitane alle Regioni o all’Agenzia o Ente regionale costituito per la gestione dei Servizi per l’impiego.

«La Regione Calabria nel 2018, in stretta sinergia con le Parti sociali, ha avuto la capacità di rispettare detto termine, garantendo il passaggio dei Lavoratori dei CPI nei ruoli Regionali, riuscendo a mettere a frutto i termini codificati nel CALABRIA Protocollo sottoscritto il 1 marzo 2018 dalle Sigle Sindacali Confederali di Categoria e l’assessore al ramo pro tempore. Un Protocollo che aveva sancito in maniera chiara e definitiva l’opportunità di far confluire i Centri per l’impiego calabresi nella Regione. Un’operazione, quella, che aveva visto la Calabria definire per prima e nel migliore modo possibile, un passaggio istituzionale che in altre Regioni d’Italia si è rivelato molto più lungo e complicato.

Cancellare anni di battaglie sindacali, superate grazie a un costruttivo dialogo con gli interlocutori istituzionali e politici dell’epoca, con la presentazione di un disegno di legge regionale che rimette in discussione scelte istituzionali ponderate e mediate, come se il passato e la storia del percorso professionale di centinaia di lavoratori non fossero mai esistiti, è decisamente inaccettabile.

Soprattutto anche in considerazione del fatto che proprio in questi mesi il Dipartimento regionale Lavoro è impegnato nella rimodulazione del “Piano per il rafforzamento dei Centri per l’impiego” che si caratterizzerà su tre momenti: l’adeguamento e ampliamento delle infrastrutture, la digitalizzazione e il reclutamento del personale da assegnare. Con un investimento di 17 milioni di euro», continuano i sindacalisti di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl.

In conclusione le segreterie regionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL della Calabria ribadiscono «la ferma e netta contrarietà a una siffatta scelta, ribadendo quanto già da tempo richiedono, inascoltati, cioè l’avvio di un serio e responsabile confronto sulla riorganizzazione dei Centri per l’impiego, sul loro potenziamento e sulla piena applicazione di quanto disposto dalla normativa nazionale anche in materia di infrastrutture informatiche da connettere al resto del Paese».

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