Economia, in tempi di covid i ristoranti scelgono la cucina botanica

Per sopravvivere alle chiusure in tempi di pandemia i ristoratori aguzzano l’ingegno e tornano ad attingere dall’orto dando così voce alla cucina botanica. Parte dalla pagina Facebook l’idea di Fortunato Aricò, ristoratore reggino: «Oggi anche io mi ritrovo intorno ad un tavolo, ma da solo e voglio portare innovazione, in questo caso al mio menu! Introduco la “cucina botanica”, per promuovere un’alimentazione a base vegetale che, tra le altre cose, è motivo di sostegno dei piccoli contadini, custodi della biodiversità».

Non una novità chiarisce il ristoratore che ha cercato di sostenere con i prodotti utilizzati le economie disagiate (come nel caso dell’utilizzo delle lenticchie di Castelluccio). Un orto che segue le stagionalità. In attesa che arrivi aprile per ripiantare i prodotti estivi: zucchine, pomodori. «Tutto questo ben si coniuga con le richieste di persone che apprezzano le verdure».

«Già qualche anno fa avevamo pensato a questo progetto di cucina botanica avevamo intrapreso la costituzione di un orto nostro – afferma – ora con più esperienza, è arrivato il momento di utilizzare i nostri prodotti per comporre un piatto direttamente singolo. Quindi fagioli, lenticchie o pomodori anziché utilizzati con altri ingredienti per accompagnare una ricetta, diventano un singolo piatto.

Essendo un cuoco di Alleanza Slow food tengo moltissimo alla biodiversità. Con questo progetto oltre al mio orto utilizzo le materie prime stagionali di altri contadini e le loro produzioni sotto un controllo specifico, senza l’utilizzo di pesticidi».

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