Caro energia, anche la Piana ne risente. Asnali: «A fine anno molti benzinai rischiano di chiudere»

Se da un lato l’arrivo della stagione estiva ha segnato una buona ripresa economica per le strutture ricettive, dall’altro l’aumento dei prezzi dell’energia, del gas, del petrolio e delle materie prime sta mettendo in crisi diversi settori. A lanciare l’allarme è Rosario Antipasqua, presidente regionale di Asnali (Associazione autonoma liberi imprenditori).

Da un’indagine effettuata dall’Associazione nella Piana di Gioia Tauro, è emerso infatti che «anche i settori in ripresa, come bar, ristoranti, B&B, hotel e tutte le altre strutture ricettive, nonostante già da maggio abbiano registrato un significativo miglioramento degli utili rispetto allo scorso anno, devono comunque fare i conti con il prezzo delle bollette schizzato alle stelle».

I settori in ripresa

Oltre alle varie strutture ricettive, nella Piana di Gioia Tauro sono in netta ripresa anche il settore dell’abbigliamento, in particolar modo quello sportivo, dell’artigianato, ma anche turistico, agricolo e soprattutto alimentare. «A registrare un incremento sostanzioso nelle vendite sono i negozi di generi alimentari – ha spiegato Antipasqua – nonostante l’aumento del prezzo dei prodotti del 6-7%. Anche il settore dell’artigianato ha avuto un’impennata in positivo, così come quello agricolo.

A registrare una domanda alta sono i produttori di kiwi, che nella Piana è sicuramente il prodotto che va per la maggiore, con i suoi 400 ettari di terreni coltivati. Dopo le perdite registrate a seguito della pandemia da Covid, anche il turismo è in netta ripresa. La gente ha ripreso a viaggiare e la Calabria sembra essere la meta più gettonata quest’anno, tant’è che lidi e alberghi nella Piana già segnano il tutto esaurito. Basti pensare che con l’evento “IncontraLavoro” che abbiamo promosso a marzo, sono “andati a ruba” i posti di lavoro per cameriere, barman, aiuto cuoco e aiuto pizzaiolo».

I settori in crisi

A risentire del caro energia, petrolio e gas e dell’aumento esponenziale del prezzo delle materie prime sono invece i panificatori, i benzinai, i pescatori e i rivenditori di materiale per l’edilizia. «A soffrire maggiormente in questo periodo sono sicuramente i benzinai – ha continuato Antipasqua -. Molti di loro nella Piana, entro la fine dell’anno, potrebbero chiudere. Gasolio e benzina hanno raggiunto livelli che non si vedevano da anni, con costi stellari, superiori anche all’ultimo grosso periodo di crisi intercorso tra il 2014 ed il 2015. I proprietari dei distributori di carburante lamentano ricavi sempre più esigui e nessuna tutela da parte del Governo.

Anche i panificatori risentono fortemente del rincaro di energia e materie prime. Con il costo dell’energia aumentato del 70% e di quello della farina che sfiora il 50%, si sono visti costretti ad aumentare del 20% il costo del pane e degli altri prodotti da forno. Peraltro, si prevede un rincaro ancora maggiore del prezzo dei cereali, dettato non solo dalla guerra in corso, ma anche da quella che si prospetta essere un’annata non proprio buona per via della siccità, con conseguente maggiore disagio per questa categoria di lavoratori.

In forte crisi anche il settore dell’edilizia; per via dell’aumento del costo dei materiali a subire uno stop forzato sono soprattutto i lavori di manutenzione. Drammatica infine, la situazione del settore pesca, che risente del caro gasolio, le cui ricadute di questi aumenti sono destinate a ripercuotersi sul consumatore finale, determinando una scarsa disponibilità dei prodotti italiani e aumenti fino al 30% nei supermercati e nei ristoranti».

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