sabato,Aprile 27 2024

Caso Castorina, Chizzoniti stigmatizza la moralità del silenzio di Falcomatà e i consiglieri… apallici»

L'ex presidente del Consiglio comunale annuncia la sua presenza al sit-in voluto da Klaus Davi dopo il caso giudiziario che ha coinvolto il consigliere Pd

Caso Castorina, Chizzoniti stigmatizza la moralità del silenzio di Falcomatà e i consiglieri… apallici»

Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Aurelio Chizzoniti:

Da quasi cinquant’anni esercito e continuo ad esercitare con lo stesso entusiasmo iniziale la professione forense, realizzando, sempre e comunque, un prudente e quanto mai socratico approccio al caso sub iudice. Esattamente come ho fatto con l’allarmante vicenda “Castorina”. In ordine alla quale leggo e rileggo le eloquenti considerazioni che emergono impietosamente dal provvedimento restrittivo, emesso dal GIP presso il Tribunale reggino, nel quale, con riferimento al modus operandi del cautelato & Co., lo stesso, con euclidea precisione, scrive e contesta apertis verbis: <<l’indagato è stato in grado di “surrogarsi” al Sindaco nella nomina dei presidenti di seggio, in maniera del tutto indebita, ma è stato altresì in grado di orientare le scelte di quest’ultimo che, quando veniva posta alla sua attenzione l’irregolarità dell’azione di Castorina, richiamava a se il potere di nomina dei presiedenti di seggio, ma sostanzialmente reiterava le scelte operate da Castorina, nominando i medesimi soggetti scelti dall’indagato>>. In pieno conflitto con le deliranti e fuorvianti considerazioni, “urbi et orbi” diffuse dal primo cittadino in carica che tenta “strategicamente” di auto-estraniarsi, addebitando il tutto al fidatissimo e goliardico consigliere comunale cautelato. Emerge, fisiologicamente, una evidente, capricciosa ed adulterata deriva conoscitiva, che inchioda Falcomatà, afflitto ed affetto da una improponibile “moralità del silenzio”, a pesantissime responsabilità. Così l’artigiano della falsità, il sacerdote della “purezza”, dopo aver invocato l’immediata fucilazione dello smarrito Massimo Ripepi, esaltando, eticità, moralità e quant’altro, subito dopo, in termini quanto mai imbarazzanti ed opposti, continua a recitare la parte dell’igienista politico, pur avendo, ex ante, impavidamente concesso anche cittadinanze onorarie “truffa”. Mai deliberate dal Consiglio Comunale, all’uopo ineludibilmente preposto. Egli, quindi, continua a governare la “macro fauna” politico-istituzionale di Palazzo San Giorgio, magnificando il sublime rifiuto di dimettersi responsabilmente, prima che qualche impetuosa onda giudiziaria travolga tutto e tutti. Per questi motivi io sarò puntualmente presente in Piazza Italia (spero non da solo), per cercare di capire, in primis, quanti consiglieri comunali, orgogliosi e dignitosi, accoglieranno l’invito di Klaus Davi, che, pur non conoscendolo personalmente, condivido e sottoscrivo; ed in secundis, quanti altri, invece, autentici “apallici”, specialisti in bullismo politico-elettorale, ben sostenuti anche da rivoluzionari “una tantum”, da partigiani di complemento, e da un assessore alla legalità tenacemente asserragliata all’interno del bunker: “res est magna tacere”, continueranno a percorrere, con supponenza e tracotanza, lo sconnesso sentiero della presuntuosa e vanitosa onnipotenza. “Qui si parrà la tua nobilitate…”. Scrisse sapientemente il Sommo Poeta! Se nulla interverrà, Saverio Pedullà, emerito giornalista reggino, quando circa quarant’anni or sono definì Reggio “la città del nulla”, non può dirsi che avesse torto.

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