Pellaro, Imbalzano: «L’eterna incompiuta del ponte sul torrente Fiumarella»
L’ex consigliere comunale fa un elenco di strade dissestate e di opere che aspettano da anni e che testimoniano lo stato di abbandono in cui è stato tenuto in questi ultimi anni il vasto entroterra Pellarese
Parte dal centro vaccinale al Cedir non realizzato per poi spostarsi ed attenzionare la parte Sud della città a Pellaro, territorio che lamenta tante incompiute. Così Pasquale Imbalzano, per quasi dieci anni consigliere comunale, dopo una ricognizione delle 36 frazioni riporta «la solita impressione disarmante. Non è mai stato fatto il Ponte sul Torrente Fiumarella a Lume (e non di Nocille) struttura che manca e «che da anni tiene in ostaggio, salvo peripli obbligati da compiere, le frazioni di Lia, Campicello, Nocille stessa, Testa di Cani e S. Francesco, con relative strade annesse devastate ed impraticabili.
Analoga la triste condizione delle vie comunali attorno agli abitati di Bocale I , II° e Campoli ,che rendono impossibile il raggiungimento sia di tanti agglomerati di abitazioni costruite di recente che le ubertose e floride campagne delle vicine colline produttrici di vino, olio e mandorle di eccezionale qualità».
A cui si aggiungono le difficoltà di «raggiungere la frazione di Pantano o del colabrodo in cui sono ridotte le Vie Lume S. Filippo e Feudo, quest’ultima raggiungibile solo con i fuori strada? Per non parlare della panoramica via Quattronari fino a S. Giovanni, da tempo raggiungibile solo a prezzo di gravi danni alle macchine, come sarebbe giusto e più breve, dalla statale 106 per la condizione indescrivibile delle strade comunali adiacenti».
Imbalzano ripropone poi di allargare la «strada di accesso al Cimitero, inaccessibile per i frequenti ingorghi nei fine settimana e risalente ormai ad oltre 70 anni».
E denuncia ancora, l’ex consigliere, «la drammatica condizione della viabilità di via Carrubbara fino a Macellari, il cui ponte rimane ancora incompiuto dopo oltre 20 anni, e dei tratti stradali che conducono alle popolose frazioni di Curduma, Cavallaro, Amendolea e Paterriti, sempre più isolate a dispetto di tanti annunci sulla stampa su interventi fantomatici rispetto a risultati pressocchè inesistenti. Ed infine la condizione delle Vie Mortara, Filici I° e II° e delle vie che dal torrente S. Gregorio portano alla parte alta del rione S.Leo».
Un elenco che testimonia «lo stato di abbandono in cui è stato tenuto in questi ultimi anni il vasto entroterra Pellarese, a dispetto di tante presenze locali di amministratori di maggioranza, ci porta alla conclusione che anche per Pellaro, così come per tutta la vasta periferia della Città, da Nord, alla zona collinare, a Sud, è ora di attuare in tempi brevi un vero e concreto programma di interventi, lontano dai rattoppi attuali ed “a casaccio” del centro cittadino, e che servano a migliorare la condizione di vita di una area, quella pellarese, ormai abitata da oltre 20 mila persone e fin qui scarsamente attenzionata».