Beni confiscati, Iatì: «La maggioranza umilia la Commissione e prende in giro i reggini»

Niente da fare stamattina per la convocazione della Commissione controllo e vigilanza, presieduta da Massimo Ripepi, organizzata agli uffici dell’assessorato al Patrimonio Edilizio, al Cedir. All’ordine del giorno il controllo atti amministrativi, concessioni dei beni confiscati e relativi monitoraggi, in seduta di  indagine conoscitiva ai sensi dell’art. 33 Regolamento Commissioni Consiliari per prendere visione dei documenti.

Ma la seduta non è nemmeno cominciata perché, come vi abbiamo raccontato, è venuto meno il numero dei consiglieri necessario per proseguire.

Sulla vicenda è intervenuta Filomena Iatì, consigliera comunale del Movimento “Impegno e Identità”.

«Può, in un contesto democratico e di rispetto delle istituzioni, una Commissione denominata “Controllo e garanzia” subire i ricatti della maggioranza?». Nel ricapitolare l’avvenuto, la consigliera, che si dice «profondamente amareggiata» ricorda che «All’ordine del giorno la richiesta di accesso agli atti riguardo la gestione dei beni confiscati a Reggio Calabria, un settore delicato e scivoloso che, di conseguenza, merita, il massimo della responsabilità e della trasparenza. Una trasparenza che troppo spesso – stigmatizza  Iatì – rimane incollata sulle labbra truccate dei rappresentanti del centrosinistra, senza plasmare nessuna delle loro azioni quotidiane.

Quanto accaduto costituisce un danno enorme per la credibilità di Falcomatà e compagni, un danno senza pari per gli interessi della collettività. I consiglieri del centrosinistra, infatti, hanno buttato all’aria l’importante riunione odierna giochicchiando in maniera spudorata per far mancare il numero legale. È così che, utilizzando lo stratagemma infantile di entrare e uscire, andare e venire, si sono fatti scudo con il Regolamento con la chiara intenzione di alzare un muro di gomma per respingere la legittima rivendicazione di acquisizione dei documenti utili ai fini di una adeguata conoscenza delle prassi che hanno accompagnato la conduzione di un campo particolarmente spinoso dell’amministrazione della città».

In chiusura «Tale condotta, propria di chi si sottrae ai doveri nei confronti della comunità reggina, non fa altro che allungare una pesante ombra di sospetto sull’esercizio di una sfera, quale quella dei beni confiscati, da cui devono essere sollevati, senza indugio e con la massima sollecitudine, tutti i dubbi sollevati recentemente».

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