giovedì,Maggio 2 2024

Crisi idrica, Germanò: «Invece di proclamare lavori già fatti in passato, si risolvano i veri problemi»

Per l'ex assessore comunale della prima giunta Scopelliti, i problemi sono due, ossia «gli allacci abusivi e i manovratori. Non bastano le belle parole, servono i fatti»

Crisi idrica, Germanò: «Invece di proclamare lavori già fatti in passato, si risolvano i veri problemi»

«Rispetto alla drammatica e colpevole carenza idrica a Reggio, credo che l’assessore Rocco Albanese disconosca alcuni fatti importanti. Asserisce infatti, l’assessore, a nome immagino del sindaco e dell’intera Giunta, che purtroppo la rete idrica è vetusta, i tubi registrano continue perdite e quindi anche l’acqua del Menta che arriva a pressione alta paradossalmente provoca più disagi che benefici». Ad affermarlo in un post su Facebook è Franco Germanò, ex assessore comunali ai Lavori pubblici della prima giunta Scopelliti.

«Ritengo opportuno – continua – fare alcune precisazioni e puntualizzazioni rispetto a tale assunto. Quasi tutta la rete idrica è stata rifatta in ghisa con i fondi del decreto Reggio. Iniziò la giunta di Italo Falcomatà e completammo poi noi con la prima giunta di centro-destra. Con un progetto fatto quando ero assessore ai Lavori pubblici e con la consulenza del geom. Sera, già responsabile dell’ufficio acquedotti, provvedemmo a realizzare gli allacci alle nuove condotte. Il progetto naturalmente prevedeva la contestuale dismissione delle vecchie condotte. La mia esperienza, come ai più noto, terminò quando i lavori non si erano ancora conclusi e, da quel che mi risulta, le dismissioni delle vecchie condotte non furono realizzate, con la dispersione dell’acqua in due condotte e con le perdite che si verificano nelle condotte vecchie non dismesse».

Detto questo, Germanò continua dicendo che «a nulla è servito negli anni esporre questa situazione ai vari assessori e consiglieri delegati e per ultimo al sindaco in carica. Del perché penso sia facilmente intuibile. Ora si proclamano lavori di rifacimento di condotte già sostituite anziché chiedere conto ai responsabili dei lavori passati e verificare la reale situazione. Non è la prima volta purtroppo che a Reggio si finanziano lavori per opere peraltro già realizzate, duplicando le spese senza risolvere il vero problema. Esistono poi altri due problemi. Il primo sono gli allacci abusivi nelle aree periferiche per innaffiare orti e giardini. Non bastano le belle parole, servono fatti, serve cioè realizzare un’intesa con Prefettura, Questura e Magistratura e avviare una reale ricerca di tali situazioni procedendo agli arresti dei colpevoli. Ai miei tempi così facemmo e in un mese le forze dell’ordine arrestarono quasi 50 persone con il risultato che in quelle zone l’acqua tornò abbondante.

Il secondo riguarda i manovratori, ai quali non dovrebbe essere lasciata alcuna autonomia decisionale su come e quando aprire e chiudere le saracinesche, ma dovrebbero eseguire precise disposizioni dei vertici amministrativi e politici. Inoltre andrebbero ruotati e destinati ognuno in zone diverse da quella di residenza. Questo è il mio pensiero e spero che possa essere utile a chi oggi ha responsabilità di governo della Città perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, se ne è capace, altrimenti abbandoni il campo».

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