martedì,Maggio 7 2024

Villa San Giovanni, dopo la sentenza che ha stravolto i bilanci: il Comune scrive al Mef

E intanto il Partito democratico della cittadina dello Stretto tuona: «È un bilancio del disastro»

Villa San Giovanni, dopo la sentenza che ha stravolto i bilanci: il Comune scrive al Mef

A Villa San Giovanni, sul tavolo dell’Assessore Al Bilancio e Tributi è pronta una lettera indirizzata al Ministro delle Economie e delle finanze ed al Ministro dell’Interno, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha stravolto i bilanci comunali, rispetto al fondo di anticipazione di liquidità. Lo afferma una nota del Comune.

Il riferimento è alla sentenza n. 80/2021 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 18 del 05.05.2021 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 39-ter, commi 2 e 3, del  decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162 , convertito, con modificazioni, nella legge 28 febbraio 2020, n. 8. Articolo che, coordinato con la legge di conversione 28 febbraio 2020, n. 8, disponeva al  comma 2 “L‘eventuale peggioramento del disavanzo di amministrazione al 31 dicembre 2019 rispetto all’esercizio precedente, per un  importo  non superiore all’incremento dell’accantonamento al  fondo  anticipazione di liquidità effettuato in sede di  rendiconto  2019,  è ripianato annualmente,  a  decorrere  dall’anno  2020,  per  un  importo   pari all’ammontare dell’anticipazione rimborsata nel corso dell’esercizio”.

Cosa succedeva nell’anno 2019 e 2020 al Comune il Comune di Villa San Giovanni? «In sede di bilancio di previsione 2020, – afferma la nota – il Comune ha iscritto la relativa quota di spesa per un importo pari alla rata di rimborso del prestito di cui all’anticipazione di liquidità; analoga operazione avrebbe dovuto essere effettuata anche negli anni successivi, fino all’estinzione del maggiore disavanzo derivante dalle anticipazioni di liquidità (FAL)».

La conseguenza è che «La sentenza di maggio ha di fatto determinato una situazione di difficoltà per tutti i Comuni che avevano beneficiato delle diverse anticipazioni di liquidità, in quanto il ripiano del disavanzo derivante dalle stesse per l’esercizio 2020 avrebbe dovuto essere assoggettato alla norma del ripiano di cui all’art. 188 del D.lgs 267/2000; L’art 52 del d.l. 73/2021 ha istituito un fondo in  favore  degli Enti Locali che hanno peggiorato il  disavanzo di  amministrazione  al 31 dicembre 2019 rispetto all’esercizio precedente  a  seguito  della costituzione  del  fondo  anticipazioni  di  liquidità  ai   sensi dell’articolo 39-ter, comma 1, del decreto legge 30 dicembre 2019, ed ha contestualmente prorogato al 31.07.2021 il termine per l’approvazione del rendiconto 2020  e del bilancio di previsione 2021/2023.

In sede di legge di conversione n. 106 pubblicata in G.U. del 24.07.2021 è stato stabilito che il fondo in questione sarebbe stato erogato agli Enti per i quali il  maggiore disavanzo determinato  dall’incremento  del  fondo  anticipazione  di liquidità  è  superiore  al  10  per  cento  delle  entrate  correnti accertate, risultante dal rendiconto 2019 inviato alla banca  dati delle amministrazioni pubbliche (BDAP).

Il Comune di Villa San Giovanni non ha beneficiato del fondo in questione in quanto possiede parametri superiori rispetto a quelli previsti. Questo ha determinato ulteriori difficoltà».

Il Comune villese ha fatto richiesta di riesame a firma del Legale dell’Ente poiché appare contraddittorio che avendo questo ente maggiori entrate possa essere penalizzato con il mancato beneficio.

«Le normative di applicazione sopracitate inerenti l’utilizzo e la contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità soprattutto quelle applicate nell’esercizio 2020 appaiono disarmoniche rispetto alle finalità della concessione delle anticipazioni stesse. In buona sostanza, se da un lato il legislatore ha fornito gli strumenti per azzerare i debiti commerciali al 31.12.2019 dall’altro ha penalizzato gli enti che hanno richiesto e utilizzato tale prestito il cui scopo era quello di ripianare i debiti della pubblica amministrazione nonché di immettere liquidità nel sistema economico locale e nazionale evitando al contempo eventuali contenziosi e aggravi di spesa derivanti da procedure esecutive».

È stata la Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, lo scorso 6 agosto, ad annunciare l’ulteriore proroga al 15.09.2021 del termine per l’approvazione del rendiconto 2020 e del bilancio di previsione 2021-2023.

Il Comune di Villa San Giovanni, in assenza dell’attribuzione del contributo sopracitato, versa nella  situazione di difficoltà alla quale ha fatto riferimento il Vice Ministro Castelli legata esclusivamente al ripiano, nel bilancio di previsione, del “disavanzo tecnico” derivante dalle anticipazioni di liquidità di cui sopra.

«L’ attuazione di quanto annunciato, rispetto alla proroga e al supporto agli Enti Locali in difficoltà, consentirebbe a questo Comune di ripianare il suddetto disavanzo tecnico e di approvare il Bilancio di Previsione 2021/2023 in pareggio finanziario in quanto non sussistono ulteriori criticità rispetto al disavanzo tecnico sopraindicato” ha dichiarato l’Assessore al bilancio e tributi “Antonino Giustra”

La sindaca Richichi, con nota inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Ministro dell’Interno, di dare attuazione a quanto annunciato dal Vice Ministro Laura Castelli.

Parla invece di «bilancio del disastro» il Circolo del Pd di Villa.  E chiarisce «che le Finanze e i “Tributi” (la loro gestione, le cartelle erronee, le tariffe ai massimi) fossero l’ennesimo punto debole dell’Amministrazione Siclari/Richichi, era ormai evidente a tutti, soprattutto per i poveri cittadini costretti a barcamenarsi tra gli Uffici alla ricerca di risposte e di rettifiche. Ora, però, la questione diventa davvero grave: una debacle senza precedenti per una Politica alle prese con un bilancio non pronto nei termini ordinari di legge (ora per fortuna prorogati) e con un conflitto interno tra assessore competente e i partiti delle Destre in Maggioranza. E nel tritacarne, ovviamente, finiscono pure i funzionari e i dirigenti».

Si chiede il Pd: «Fino a dove possono legittimamente spingersi le “pressioni” della politica sul ruolo “tecnico” di chi è chiamato – in scienza e coscienza – a far quadrare i conti nell’interesse dell’Ente? Quanto gravano sulla querelle “bilancio” le tante anticipazioni di cassa cui sono ricorsi i nostri amministratori e che ora si stenta a “coprire”?

Perché le tante sollecitazioni della Corte dei Conti e le denunce pubbliche presentate negli anni dal Partito Democratico e da tutta la Minoranza consiliare sono state sdegnatamente respinte senza mai entrare nel merito? I numeri, il bilancio comunale, l’interesse della Cittadinanza ad avere servizi e opere pubbliche di qualità, non possono essere piegati a piacimento – e, in chiusura – A chi si oppone a questo stato di cose, a chi è stanco di questo andazzo, il Partito Democratico offre la possibilità di costruire, finalmente, un campo largo di ispirazione riformista e progressista, che sappia offrire una alternativa competente, valida e credibile, a tanto ingiustificabile scatafascio».

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