Scalata a Sacal, Falcomatà: «Ognuno si assuma le proprie responsabilità»

«Molto grave quello che ha dichiarato il presidente Occhiuto e in merito a questo chiediamo che vengano chiarite le responsabilità politiche di chi ha permesso tutto questo, ed eventuali responsabilità giudiziarie». È questo il commento a caldo del sindaco della Città metropolitana Giuseppe Falcomatà, in merito alla notizia della scalata alla Sacal, la società che gestisce gli scali aeroportuali, da parte dei privati. «Mi dispiace dire lo avevamo detto – ha sottolineato il primo cittadino – ma che ci fosse stato qualcosa di strano lo avevamo detto in tempi non sospetti. Sono anni che la Città metropolitana prova ad entrare in Sacal, sono anni che proponiamo all’amministratore delegato De Metrio la volontà di entrare all’interno della compagine societaria, con una dote di 2 milioni di euro, ma questa volontà ci è sempre stata negata. Oggi capiamo il perché».

Falcomatà ha sostenuto che «le interlocuzioni le abbiamo avviate subito dopo l’inizio del secondo mandato, quindi intorno al novembre del 2020, quando è stata istituita la task force trasporti, in particolare aeroporto, che ha visto la partecipazione, il confronto, il dialogo, con il presidente De Metrio diverse volte. Il primo punto è stato proprio avviare un percorso costruttivo con Sacal, che potesse portare poi a all’ingresso della Città metropolitana dentro la società. Siamo stati rinviati più volte, abbiamo chiesto il Piano industriale, che poi è stato presentato soltanto un paio di mesi fa, abbiamo chiesto di poter partecipare all’aumento di capitale, ma non è stato consentito, e adeso scopriamo dalle parole del presidente Occhiuto, che questa società sarebbe stata svenduta ai privati.

Il problema – ha continuato – non è soltanto che è la società ad essere svenduta ai privati, qualora questo fosse confermato, ma che ai privati sono state svendute tutte le ambizioni di un intero territorio. Ai privati sono stati svenduti tutti gli interessi e le legittime aspettative di una comunità, di cittadini, di passeggeri, di persone che quotidianamente hanno necessità di viaggiare per motivi di lavoro, di salute, di studio, o anche di semplice svago. Ecco rispetto a questo non basta dire c’è qualcosa che non va, anche perché evidentemente c’è qualcuno che ha permesso tutto questo, o in maniera omissiva o perché effettivamente si è andati scientemente verso quella direzione. Non lo possiamo sapere oggi, ma è importante che emergano le responsabilità politiche e le eventuali responsabilità giudiziarie, affinché questo percorso venga frenato e la società ritorni pienamente e saldamente in mano pubblica, ma soprattutto che si avvii un percorso nel quale tutti i territori, e in particolare quello metropolitano, che oggi è totalmente tagliato fuori, possano partecipare e in qualche modo indirizzare strategicamente quelle che sono le scelte di Sacal».

Il sindaco ha poi annunciato che «oggi in Consiglio affronteremo questa questione sotto il profilo politico. Il Consiglio di riunisce per l’approvazione del bilancio consolidato, ma è evidente che i fatti all’ordine del giorno sono questi e la massima assise cittadina, come sempre ha fatto, non può rimanere estranea a un dibattito che è prima di tutto politico. E allora noi oggi ci confronteremo in Consiglio, chiederemo che la Regione faccia piena luce su questo, ma soprattutto che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Non basta dire ci voglio vedere chiaro, qualcuno lo ha permesso. C’è una continuità politica nella gestione amministrativa e politica regionale, c’è una continuità anche nell’indirizzo politico che ha portato alle scelte del management societario in Sacal e allora tutto questo non può passare inosservato. E quindi, vogliamo che venga fatta piena chiarezza sull’aspetto politico e verificare se queste procedure siano state fatte in violazione di alcune norme, di leggi, di regolamenti, perché sulla pelle dei cittadini e sulle aspettative di crescita di un territorio sicuramente non si può scherzare e non si può aspettare che le cose passino in cavalleria.

Non si è mai avuto nessun confronto – ha concluso – non è mai accaduto nulla in questi anni, se non assistere a conferenze stampa letteralmente definite tecnico-politiche che di tecnico avevano molto poco a meno che non si vogliano definire tecnici dei disegnini da scuola elementare e avevano molto un sapore politico. E allora, se quelle conferenze stampa sono state poco tecniche e molto politiche, allo stesso modo le responsabilità sono state sicuramente politiche e non so se sono anche di carattere giudiziario».

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