Sindaco metropolitano, no alla carica automatica. Sarà necessaria un’elezione

Brutte notizie per il sindaco di Reggio Calabria. In futuro, quasi certamente, dovrà dire addio alla designazione automatica anche quale sindaco metropolitano. A stabilirlo è la sentenza della Corte costituzionale del 7 dicembre scorso, con la quale i giudici hanno di fatto bocciato la riforma Delrio sugli enti di area vasta, varata nel 2014.

Cambia, dunque, il metodo di scelta dei sindaci delle 14 città metropolitane, che non potranno più sommare automaticamente anche la carica di primo cittadino del comune capoluogo. Di fatto, dovranno essere eletti.

C’è da rimarcare che la Corte costituzionale non ha dichiarato illegittima la norma prevista dell’articolo 1 comma 19 della legge 56/2014, ma ne ha criticato la portata in maniera diretta. Secondo i giudici, infatti, la coincidenza tra le due cariche contrasta con il principio di uguaglianza del voto e pregiudica la responsabilità politica del vertice dell’ente nei confronti degli elettori. Come accennato, però, «spetta al legislatore e non alla Corte costituzionale, introdurre norme che assicurino ai cittadini la possibilità di eleggere, in via diretta o indiretta, i sindaci delle Città metropolitane».

Il caso era stato sollevato dalla Corte d’Appello di Catania, pronunciandosi su un ricorso presentato da un cittadino etneo. I giudici della Consulta hanno dichiarato inammissibili le questioni sollevate, in quanto richiedono un intervento legislativo, pur rimarcando come la normativa attualmente in vigore «non sia in sintonia con le coordinate ricavabili dal testo costituzionale» con riferimento all’uguaglianza del voto dei cittadini e la responsabilità politica del vertice della Città metropolitana. «La conseguente, perdurante, operatività delle Province e l’attribuzione ad esse di determinate funzioni fondamentali non di mero coordinamento, devolute attualmente, anche alle Città metropolitane», spiegano i giudici, «rende pertanto urgente un riassetto degli organi di queste ultime, risultando del tutto ingiustificato il diverso trattamento riservato agli elettori residenti nel territorio della Città metropolitana rispetto a quello delineato per gli elettori residenti nelle Province».

L’effetto che ha una simile pronuncia, cui dovrà seguire necessariamente una modifica normativa, sarà quello di cambiare anche gli equilibri in seno alle diverse Città metropolitane. È evidente come, mentre prima tutto ruotava attorno al sindaco della città capoluogo, con tutte le conseguenze politiche connesse, adesso potrebbe non essere più così. Ciò inevitabilmente creerà in futuro delle dinamiche molto più complesse di scelta del primo cittadino metropolitano e porterà anche ad un mutamento nel sistema elettorale che dovrà tenere conto della volontà dei cittadini in modo diretto o indiretto, anche solo con un’elezione di secondo grado di tipo ponderato.

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