sabato,Aprile 27 2024

Caso Miramare, Sera accusa Ripepi: «Gestione personalistica della commissione»

Per il capogruppo Pd la relazione presentata dal presidente è un documento «a fini politici»

Caso Miramare, Sera accusa Ripepi: «Gestione personalistica della commissione»

Il caso Miramare porta con sé tanti strascichi. Non è bastata la condanna del sindaco Giuseppe Falcomatà e degli assessori della giunta che aveva sottoscritto il provvedimento. Sul piatto della Commissione controllo e garanzia da qualche mese c’è la vicenda della mancata costituzione del Comune come parte civile nel processo. Convocazioni serrate della commissione e la relazione finale prodotta dal presidente Massimo Ripepi che nell’ultima seduta non è stata votata dopo l’abbandono da parte dei consiglieri di maggioranza.

La dichiarazione della maggioranza

Stamattina l’ennesima seduta infuocata, riassunta nella dichiarazione di voto della maggioranza. «Il documento – evidenziano i consiglieri di centrosinistra – contiene evidenti alterazioni, in molte sue parti risulta essere incomprensibile, crediamo nel lavoro dei nostri uffici e non ci sostituiamo al lavoro della magistratura.  Respingiamo le offese gratuite a seguito della scorsa seduta di commissione, dove per vizi regolamentari per via del nostro regolamento la stessa non si doveva nemmeno tenere (convocazione effettuata con meno di 24 ore di preavviso; mancato recapito della relazione) ma che per spirito di sacrificio per il ruolo che abbiamo, inizialmente abbiamo deciso di partecipare alla stessa per verificarne i motivi – ed infine – non è accettabile in una normale dialettica di contrapposizione che si utilizzino termini come quelli utilizzati nelle ore a seguire che non riporteremo qui in questa sede per garbo istituzionale». Da qui il voto contrario al documento espresso dalla maggioranza.

Il capogruppo del Pd in consiglio, Giuseppe Sera, chiarisce a IlReggino.it: «Stamattina è ritornata in commissione una relazione redatta esclusivamente dal presidente, affermando che fosse il lavoro di tutta la commissione. Niente di più falso perché i componenti della commissione, me compreso, non sapevano nulla della relazione. L’aspetto più grave è che si è utilizzato uno strumento, tenuto nascosto a noi commissari, l’articolo 33 del Regolamento che prevede le commissioni di indagini, indagine non inchiesta previste dallo Statuto e che vota il consiglio comunale. L’articolo norma una forma di indagine sui servizi esterni all’amministrazione comunale: monitorare i servizi ai cittadini, rendersi edotti delle società partecipate dal Comune, esterne all’attività amministrativa. Per questo abbiamo ritenuto che il documento era stato adottato solo come ragione politica.

Lo stesso articolo 33, al comma 4, è l’unico articolo che gestisce le commissioni consiglieri, recita che la minoranza in ogni caso può presentare un documento scritto da portare poi al presidente del consiglio come lavoro della Commissioni perché lo distribuisca a tutti i gruppi. Ho contestato con forza l’uso degli strumenti, per ciascuno di loro è previsto uno scopo. E quello della commissione di indagine non è quello utilizzato dal presidente Ripepi. Presidente e commissione possono  controllare tutti gli atti amministrativi già emanati, non capivamo il senso della relazione finale. Un documento esclusivamente redatto per fini politici, anche perchè dentro la seduta di commissione sono stati inseriti episodi (caso Castorina, nds) che non riguardano il tema in discussione durante È un fatto gravissimo di gestione personalista della commissione e manomissione e degli articoli di regolamento che gestiscono la commissione».

La controreplica del centrodestra domani nella conferenza stampa sulla “Relazione conclusiva indagine conoscitiva mancata costituzione parte civile Processo Miramare”.

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