Consiglio comunale a Reggio, Versace: «Burocrazia tenga il passo della politica»

Comincia con un richiamo alle vicende dei brogli elettorali il consiglio comunale di Reggio Calabria convocato per la votazione sul Dup e del bilancio di previsione. Assenti gli esponenti di Forza Italia, in coerenza con quanto affermato nelle sedute precedenti, fanno sapere e per «l’impossibilità di approfondire il bilancio».

Torna sullo scioglimento del consiglio comunale, sul caso Miramare e sui brogli elettorali, Demetrio Marino di Fratelli d’Italia che pone sul piatto una «questione morale e questione democratica. Nei tribunali – afferma – le situazioni sono cambiate e hanno riguardato tutti. Oggi il centrosinistra non può accusare il centrodestra. Il bilancio è la sfida per tutti. Noi dobbiamo essere da pungolo come abbiamo fatto in commissione. È il momento in cui ci si determini sulla questione del codice etico e si parla di democrazia da esercitare da parte di tutti. L’invito è di guardare con interesse alla città».

Parte all’attacco Carmelo Versace e chiede che la burocrazia segua il passo della politica. «I documenti non ci possono arrivare oggi. Non è pensabile che ciò che ci siamo detti lo scorso anno non valga nulla. La responsabilità non può essere data alla politica e chiede una verifica formale. I nostri assessori devono essere messi in condizione di rispondere alla città. Se i dirigenti non seguono l’indirizzo della giunta non potremo vincere le sfide del Pnrr».

Torna sul mancato rispetto del Codice etico torna Massimo Ripepi: «Sindaco ci sono delle sanzioni da mettere in pratica, se c’è qualcosa che non va bisogna dirlo. Sulla base della dignità e dell’onore se avete fatto il codice etico scellerato o si elimina o si applica. È un’ipocrisia allo stato puro. Prenderò le delibere e vedrò quali passaggi sono stati fatti per ogni delibera».

A seguire la relazione sul Dup di Anna Crea della segretaria generale.

Angela Marcianò definisce «colpo di teatro, in salsa infarcito di elementi inquietanti. Avremmo fatto a meno di veleni e sfiducia, unico segnale tangibile dell’esistenza della maggioranza. La città si accolla un altro debito che trasmetteremo ai nostri figli. Ci hanno lanciato un salvagente che qualcun altro dovrà restituire».

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