martedì,Aprile 30 2024

Aeroporto dello Stretto, definizione oneri del servizio pubblico: primo step per il rilancio

Occhiuto ha chiesto la convocazione della Conferenza dei servizi per risolvere la questione mettendo sul piatto 16 milioni di euro di risorse aggiuntive. E ci sono anche i 25 milioni dell'emendamento Cannizzaro che devono ancora tradursi in cantieri

Aeroporto dello Stretto, definizione oneri del servizio pubblico: primo step per il rilancio

«Se vogliamo far volare la Calabria, dobbiamo assicurare più voli nazionali e internazionali per i nostri tre scali. Che è quanto la Regione sta energicamente facendo. La rilevanza del settore aeroportuale del Mezzogiorno e in particolare della Calabria, costituisce un elemento cardine, sia per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini che per la crescita e la competitività del Paese nello scenario mondiale».
Lo dice il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso che definisce «apprezzabile», la convocazione della Conferenza dei servizi riguardante i voli tra lo scalo di Crotone e i principali aeroporti nazionali, indetta dal presidente Occhiuto (per delega del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti) con caratteri decisorio e comunicata a tutte le Amministrazioni coinvolte, affinché formulino preventivamente le loro determinazioni relative alla proposta sugli oneri di servizio pubblico.

Stesso apprezzamento Mancuso riserva per la richiesta (da parte del Presidente della Regione) al ministro Giovannini – al fine di garantire la continuità territoriale nelle aree che insistono nel bacino di utenza dell’aeroporto di Reggio Calabria e i principali scali nazionali – di poter indire e presiedere la Conferenza finalizzata a definire le caratteristiche degli oneri di servizio pubblico da imporre sui collegamenti aerei da e per l’aeroporto.
Il presidente Mancuso considera, inoltre, importante «la disponibilità della Regione di individuare risorse aggiuntive a quelle disponibili presso Enac, per fronteggiare gli oneri di servizio pubblico con cui garantire a questa parte del Mezzogiorno la possibilità di spostarsi con pari opportunità, accedendo a un servizio che garantisca condizioni economiche e qualitative uniformi».
Ad avviso del presidente Mancuso il settore aeroportuale «è un asset essenziale per lo sviluppo sociale ed economico della Calabria, che possiede un sistema aeroportuale in grado di dare una reale competitività funzionale ad un’area geografica sempre più strategica all’interno del bacino del Mediterraneo».

Il decollo del “Tito Minniti” è ancora possibile?

Al di là degli annunci, che spesso sembrano solo tali, fino ad oggi quello dell’Aeroporto dello Stretto è stato un grande fallimento. Soprattutto all’indomani della decisione di congedare Sogas Spa e della nascita di Sacal, rivelatasi una società a netta trazione lametina, per motivi geografici di certo, ma anche politici.
Una visione che il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, insieme al fidato Francesco Cannizzaro, ha provato, con diversi annunci a ribaltare, promettendo nuova linfa al “Tito Minniti”.
Ma andiamo con ordine, perché la linfa c’è, ma non è stata messa ancora a in circolo. D’altra parte proprio il deputato reggino Cannizzaro nel dicembre del 2018, quindi pochi mesi dopo l’elezione a Montecitorio, riusciva a far inserire il rilancio strategico e strutturale dell’Aeroporto di Reggio nella legge di Bilancio 2019, seppur seduto all’epoca nei banchi dell’opposizione.

Quell’emendamento da 25 milioni di euro è arrivato quasi come un fulmine a ciel sereno al contrario, una manna dal cielo. L’atto d’altra parte vincola quelle cifre a carico dello Stato, all’ammodernamento, allo sviluppo ed al rilancio dell’aeroporto di Reggio Calabria. Ma fino ad oggi niente di tutto questo si è visto.
Certo, non spetta a Cannizzaro renderlo esecutivo, governare l’iter burocratico, fare i bandi o seguire la messa in opera, ma vigilare, certamente è uno dei compiti del deputato che ha provato a dare diversi input prima ad Arturo De Felice e poi a Giulio De Metrio.
Le speranze di vedere un felice impiego di quelle risorse si è però infranto prima con la parentesi pandemica (peraltro non del tutto conclusa) e poi con il pasticcio della ricapitalizzazione che ha portato la maggioranza della Sacal nelle mani del socio privato.
Proprio in questa fase, a pochi giorni dall’insediamento in Cittadella, Roberto Occhiuto decise di dover intervenire, riportando la Sacal in mano pubblica, all’interno di un ragionamento secondo cui la gestione degli aeroporti, deve basarsi, per il bene di tutta la Regione, oltre che per le singole realtà, anche sullo sviluppo e sul rilancio degli aeroporti di Reggio e Crotone, piazze strategiche non solo in chiave turistica.

Occhiuto e Cannizzaro, che spesso si sono fatti vedere insieme, hanno sposato la stessa linea: per far decollare l’aeroporto di Reggio è basilare che vengano abbattute le famose limitazioni. Cannizzaro in particolare ha posto il problema di far cambiare categoria alla pista di Reggio (oggi classificata come “C”). Questo farebbe una differenza sostanziale: consentirebbe anche ai piloti con meno ore di volo di poter atterrare a Reggio, favorendo quindi la stragrande maggioranza di compagnie low-cost, composte per lo più appunto da piloti giovani che altrimenti non potrebbero atterrare in riva allo Stretto. Tutto ciò innescherebbe un effetto domino con l’automatica conseguenza di rendere finalmente appetibile Reggio per le compagnie low-cost, con tutti i vantaggi che ne potrebbero scaturire. Ma anche in questo caso si è dovuto rinviare il tutto per via delle vicissitudini, tra cui il crollo di Alitalia e la formazione di una nuova Società nazionale.

Nel frattempo, e veniamo all’annuncio di Mancuso, il capo dell’esecutivo regionale, Roberto Occhiuto ha provato a dare sostanza agli sforzi di Cannizzaro mettendo sul piatto nuove risorse: per garantire il trasporto aereo a Reggio Calabria sono stati infatti individuati dalla Regione 16 milioni di euro per gli “oneri di servizio pubblico”, affinché venga garantita la continuità territoriale con la frequenza giornaliera e con rotte verso destinazioni essenziali per lo sviluppo regionale della Calabria. D’altra parte proprio questa potrebbe essere la chiave per il decolo del “Tito Minniti”, proprio perché imporre “oneri di servizio pubblico” significa rendere obbligatorio lo svolgimento di un servizio aereo secondo criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione a cui i vettori non si atterrebbero se tenessero unicamente conto del proprio interesse commerciale.
Dunque, adesso si apre una nuova partita per l’Aeroporto dello Stretto, sperando che nuovi inconvenienti non continuino a condannarlo al fallimento.

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