CHE ARIA TIRA A PALAZZO SAN GIORGIO – Comune di Reggio, il secondo tempo di Falcomatà è una falsa (ri)partenza

l tempo vola e, tra una sospensione e un’altra, per il secondo tempo dell’amministrazione targata Giuseppe Falcomatà si è superato il giro di boa. Dalla rielezione a ottobre 2020, sono passati due anni e mezzo. Il primo cittadino, sospeso per la condanna del processo Miramare nel novembre 2021 e ricondannato a novembre 2022, ha avuto in precedenza12 mesi per mostrare di poter aggiustare ciò che nel primo tempo non era andato. Ma poco è cambiato. La città, suo malgrado, non ha una guida unica, eletta dal popolo. I due sindaci facente funzioni ce la stanno mettendo tutta: ma non è la stessa cosa.

Avanti nel segno della resistenza

Un disperato tentativo di andare avanti in attesa che, a novembre 2022 Falcomatà potesse riprendere il timone, ma così non è stato. E allora si continua a nuoto, bracciata dopo bracciata, restando fermi sulle parole del sindaco sospeso che, nella sera della seconda condanna, ha chiesto alla città e ai suoi amministratori di resistere. Ma per quanto?

Manca la personalità di Falcomatà in consiglio comunale, un carisma che può piacere o si può detestare. È fuori dai dubbi tuttavia che, con lui presente, la città non avrebbe assistito ai teatrini, a tratti ridicoli, che hanno caratterizzato le politiche di centrosinistra con frammentazioni che non giovano e non gioveranno a nessuno.

Brunetti e i gruppi di maggioranza

Al netto delle gaffe che Falcomatà sapeva gestire decisamente meglio, soprattutto il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio, Paolo Brunetti, ha passato buona parte del suo tempo a dirimere controversie interne e a cercare di tenere insieme una maggioranza che si spostava da un lato all’altro dei partiti politici del centrosinistra o che perdeva pezzi. Al momento è stato trovato un escamotage riguardo le uscite sconsiderate dei singoli che potrebbero, volontariamente o meno, dare scossoni a un equilibrio già fragile: i comunicati del centrosinistra sono firmati, unitariamente, “gruppi di maggioranza”.

Da una parte dunque l’arduo compito di Brunetti, che deve rispondere a tutto e su tutto, controbattere agli attacchi in consiglio comunale, avere il polso della situazione, tenere insieme teste che si riscaldano a tratti. A Brunetti è toccato il difficile ruolo di mediatore con la Regione di Roberto Occhiuto, un compito che, tra mille difficoltà, sta portando avanti con equilibrio, nonostante la posizione di svantaggio della città. Cosa non semplice, come per la vicenda Arrical, agevolata però dalla conoscenza dei fatti riguardanti Sorical per i ruoli che Brunetti aveva già ricoperto in comune. Tutte situazioni che mostrano, senza giri di parole e con pochissimi comunicati, la valenza del sindaco ff del Comune.

Il caso Versace

Non è il titolo di un film. Dall’altra parte c’è il sindaco metropolitano Carmelo Versace. Sono finiti i tempi in cui Versace, nel ricordo di chi lo aveva voluto come suo vice a Metrocity, non perdeva occasione di nominare “l’avvocato Falcomatà”. Informalmente, lo raccontano i toni e i modi, c’è aria di rottura. Un’aria che si manifesta col nervosismo nelle commissioni, coi continui assist che riceve dall’opposizione, con le strigliate che non risparmia in consiglio comunale ai dirigenti.

A palazzo Alvaro il suo ruolo non è particolarmente disturbato, con l’opposizione dei sindaci alla fine si riesce a far quadrato. In tanti casi, i provvedimenti e le decisioni vengono fuori all’unanimità. Cosa a che a palazzo San Giorgio succede raramente. Per non parlare dei comunicati della Metrocity firmati solo Carmelo Versace: dall’asfalto rifatto in una località della Piana alla pace nel mondo, c’è solo il sindaco metropolitano.

Politicamente non sbaglia Versace che, considerata la situazione, cerca di ritagliarsi un posto con dignità per avere un futuro politico. A partire dalle prossime elezioni regionali. Un imbarazzo politico fatto di un’alleanza di Azione al Comune con Falcomatà e dello stesso partito che, nell’area regionale, siede invece tra le fila del centrodestra di Occhiuto. Una situazione scomoda nei fatti che però a Versace potrebbe portare più di un vantaggio politico.

Il lettore comprenderà che, in mezzo a questo bailamme, il secondo tempo dell’Amministrazione Falcomatà, senza timoniere, difficilmente porterà grandi risultati alla città.

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