Lungomare di Villa San Giovanni, il Pd: «Lo spettro del Ponte aleggia sull’ennesima incompiuta»

Lavori fermi o forse no. Durante l’ultimo consiglio comunale a Villa San Giovanni si è apertura una nuova parentesi sui lavori di rifacimento del lungomare. Lavori fermi da oltre un mese che non riguardano solo il lungomare ma anche la variante di Cannitello che, nel medesimo progetto, deve essere coperta.

La data di consegna dei lavori del primo tratto, fissata per il 31 maggio, non è ancora stata formalmente smentita da Rfi che, però non ha dato garanzie in merito. Da questa indecisione, che lascia presagire il peggio, il Pd cittadino, tramite il segretario Enzo Musolino, ha preso una posizione netta e decisa.

Rischio incompiuta

«Le novità sono che finalmente l’amministrazione è riuscita ad avere un incontro diretto a Roma – ha confermato Musolino – cioè il sindaco ha incontrato i vertici di Rfi su questo tema però non c’è nessuna certezza su termini di riapertura del cantiere. L’amministrazione è stata rinviata probabilmente ad un inizio dei lavori per la prossima settimana ma non c’è nessuna garanzia sull’inizio e termine dei lavori».
Ma va oltre le promesse il segretario dem e prova ad analizzare i fatti in modo concreto.

«Questo cantiere rappresenta l’ennesima incompiuta che incide su Villa. È un secondo ecomostro che si aggiunge a quello di Cannitello e che inciderà negativamente su tutta la prossima estate. Non solo, danneggerà l’utenza e la fruibilità della via marina, quindi ricadrà anche sugli esercizi commerciali».

È la storia a parlare e per Musolino è fondamentale ricordare che questo cantiere sorge su deliberazione del Cipe per mascherare l’eco mostro di Cannitello dopo che il primo progetto del Ponte sullo Stretto sfumò lasciando segni indelebili nella città. «Si parlava di rifacimento del manto stradale, dei pali della luce, del marciapiede, della ringhiera della via marina. Invece, è tutto fermo da più di un mese. Ci sono più di 400 giorni di ritardo rispetto alla consegna dei valori dei lavori. Insomma su Villa San Giovanni insistono troppe istituzioni, troppi poteri che governano le tempistiche, le funzioni della città, senza che l’amministrazione e i cittadini siano coinvolti».

Il ruolo del Comune

Per il Pd, insomma, Villa è nuovamente parte lesa. E quel che si teme è che il futuro sia ancora più drammatico. «Il Comune non è parte contraente di questi lavori. Ci chiediamo se è giusto. Il comune non è partecipe alle nuove illusioni del ponte. È giusto? Necessita una mobilitazione, tutti insieme. Tutte le forze civili e politiche della città vivono. Appellarsi alla comunità cittadina per scendere magari in piazza, venire qui sul lungomare e chiedere a tutti i soggetti coinvolti di non fare come se la città non esistesse.

Villa non è patrimonio di Ferrovie né di altri enti, né dell’autorità di sistema dello stretto, né del ministro Salvini. Villa San Giovanni è patrimonio dei cittadini che hanno diritto di dire la loro e di avere un lungomare funzionali».

Cantieri e Ponte sullo Stretto

E un’altra incognita incombe sulla città. «Se dopo 400 giorni non viene consegnato il primo lotto come si fa a parlare di mascheramento della variante? Quando la faranno? E se cominceranno veramente gli espropri per il nuovo ponte, per la nuova illusione di Salvini, quella variante servirà a qualcosa o rimarrà lì? Come si innesteranno i diversi cantieri in essere se cominceranno nuovi lavori? Di tutto questo la città non sa nulla. Purtroppo l’amministrazione non viene informata di queste volontà politiche tecniche in essere e tutto subiremo noi cittadini». Una realtà quella conclusa da Musolino che lascia tanti interrogativi aperti.

«Cosa ci riserva il futuro? Un lungomare stretto tra il pilone del “Ponte” e gli approdi del vettore privato? Un intervento dell’Autorità di Sistema dello Stretto che aggiunge traffico pesante a centro di Villa? Una nuova “incompiuta” rappresentata dal fermo lavori di rifacimento del Lungomare.
Riteniamo opportune le azioni legali che la Città di Villa vorrà intraprendere per il ristoro dei danni subiti all’immagine, al decoro, alla viabilità, alla sicurezza».

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