Chiusura del Pythagoras a Reggio, è emergenza sulle strutture scolastiche: «Su 78 edifici 60 non sono accatastati»

L’ordinanza di chiusura del plesso Pythagoras al centro della discussione della commissione comunale Controllo e Garanzia, presieduta da Massimo Ripepi. Presenti in aula anche insegnanti e genitori. Ma il complesso del Pythagoras è solo la punta dell’iceberg: la riunione fa venire fuori una complessiva situazione emergenziale che riguarda le scuole reggine.

Per rispondere sulla situazione tecnica che ha determinato l’ordinanza di chiusura del plesso emanata la scorsa settimana dal sindaco ff Paolo Brunetti, c’è Giuseppe Mauro, responsabile del procedimento di verifica di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici finanziato, come chiarisce l’ingegnere, coi Patti del sud e che si compone di 4 fasi operative. Ancora è stata espletata solo la prima. A breve partirà la seconda fase della durata di 70 giorni, nella terza si sapranno i risultati, la quarta è la sintesi degli interventi mitigatori risultati dalla compilazione delle schede della protezione civile. Come sottolinea il rup Mauro: «La tempistica è importante e andrebbe coordinata tra i vari settori».

Anche perchè siamo ancora alla prima fase e a breve le scuole chiuse potrebbero essere anche altre, con la necessità, per come è stato già fatto per il plesso Pythagoras, di trovare nuova collocazione per far proseguire le ore di studio agli alunni.

Plesso Pythagoras: «Struttura in pessime condizioni»

Al momento è stata espletata solo la prima fase chiarisce Mauro. Il risultato è che solo per il plesso del Pythagoras «ad oggi sono stati segnalati forti elementi di criticità strutturale. La struttura appare in pessime condizioni, sono visibili segnali di sofferenza dell’intero apparato strutturale, nella fattispecie si rilevano lesioni passanti sugli elementi principali quali travi e solette in cemento armato». Da quanto letto «Sia in relazione all’entità del degrado strutturale, che alla sua estensione su gran parte dell’edificio, si pone all’attenzione dell’Amministrazione la possibilità di valutare l’interdizione dell’immobile».

Presente alla riunione per qualche minuto l’assessore comunale al ramo Lucia Nucera (non convocata su questo tema) che ricorda come nel 2018 si decise per ricognizione su 23 edifici (su 75), scuole su tutto il territorio. Non era assessore a quel tempo ma aggiunge che la selezione «sarà stata fatta sulle scuole con problematiche visive e che strutturalmente con il passaggio alle nuove norma antisismiche non corrispondevano».

L’indagine

Significativo l’intervento di Angela Marcianò assessore ai lavori pubblici all’epoca che fa presente come ci sia «un’indagine della procura in corso. Nel 2011, con Arena sindaco sono arrivate ordinanze di chiusura di 10 plessi. Con il dirigente Romani abbiamo preso in mano il fascicolo di questi plessi, lui stesso ha fatto dei sopralluoghi evidenziando che non c’erano problemi strutturali nelle scuole chiuse. Da qui parte una denuncia. Ci sono documenti che sono nella disponibilità della procura della repubblica. Molte delle scuole chiuse non andavano chiuse, i tecnici sono stati sentiti in procura. E c’è un fascicilo dove sono confluite le indagini della procura».

Edifici scolastici non accatastati

A mettere il carico ci pensa Giuseppe Sera, capogruppo del Pd, titolare della commissione Assetto del territorio, ma soprattutto ingegnere. «Nel 2028 ci interroghiamo sulla sicurezza delle scuole in cui mandiamo i nostri figli, su 78 edifici scolastici ne abbiamo 60 non accatastati, dove cioè non ci sono le agibilità. Nel 2022 sono stati posti in essere una serie di interventi: 18 o 20 partendo dalle emergenze. Per il progetto scuole belle e sicure c’erano i fondi messi da parte col governo Renzi per fare le indagini. C’è uno studio autorevole, che ha vinto una gara europea, che ha fatto indagini all’avanguardia. Perchè dobbiamo dubitare dei risultati? Non si tratta di polemica ma di collaborare per trovare una soluzione con cui risolvere le criticità». Secondo sera: «La scuola va demolita o va fatto un intervento importante di consolidamento. L’incontro tra i genitori, la classe docente e amministrazione deve essere il momento per affrontare l’emergenza».

Il consigliere Mario Cardia chiede al rup se le due scuole scelte per dirottare gli studenti del Nosside siano o meno sottoposti a indagine. La Corrado Alvaro (dovrebbero essere ospitate 7 classi) sì e su di essa non è stata rilevata alcuna criticità. Lo stesso non si può dire per la scuola Larizza, nella quale non risultano indagini effettuate. E in questa scuola, da cui pare siano partite una serie di segnalazioni da parte della dirigente su criticità, dovrebbero essere ospitate 10 classi provenienti dal Pythagoras. Lungo intervento di Vincenzo Giordano, genitore di studenti della scuola: «Mentre si fanno le verifiche noi che facciamo entriamo in una scuola a rischio?».

Ripepi chiede che siano presentate delle proposte da far avere. Una su tutte è quella dell’utilizzo dei locali dell’ex circoscrizione, spiegano i genitori, che già lo scorso anno aveva ospitato gli studenti. Gli stessi studenti, se spostati altrove, avrebbero difficoltà di muoversi non essendoci un pullman che li possa trasportare.

Il presidente chiude la commissione che si aggiornerà sullo stesso tema e pensa a un tavolo per risolvere i problemi logistici generati dalla chiusura del plesso. Nella speranza che sia l’unico caso.

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google