martedì,Maggio 14 2024

Reggio, Falcomatà riunisce la giunta: il nuovo inizio nelle parole del sindaco

Il sindaco racconta la sua visione della ripartenza e spiega: «Fare operazioni “Gattopardo” non porterà a nulla»

Reggio, Falcomatà riunisce la giunta: il nuovo inizio nelle parole del sindaco

Stamattina la prima giunta con il sindaco di Reggio Falcomatà che torna dopo la sospensione e il report che gli assessori consegneranno lunedì su situazione e criticità. Nel pomeriggio di oggi invece una nuova seduta dell’organo per fare il punto e muovere i primi passi verso una nuova visione, quella maturata in questi mesi nei quali, è vero, non ha firmato atti, ma in cui non è mai venuta meno la voglia di pensare in che modo mettersi al servizio della città. E gli spunti sono arrivati.

La giunta futura

Sono ore nella quali non ci saranno addii. Almeno per il momento. O meglio Brunetti ha già spiegato che ogni componente della sua giunta si dimetterà (non senza qualche mal di pancia, ndr) per fare spazio al nuovo. Ma prima deve iniziare l’interlocuzione coi partiti e i gruppi. E il sindaco chiosa «Paolo (Brunetti) ha detto che questa è la sua giunta. E ribadisco, è una giunta nominata nella fase successiva alla mia sospensione. Fare operazioni “Gattopardo” non porterà a nulla.

Siamo in una nuova fase politica che va affrontata, non va nascosta, va compresa, va ragionata con le forze politiche e coi movimenti che compongono la maggioranza e poi va trovata una via comune da portare avanti nel prossimi trenta mesi. I destini dei singoli vengono sempre dopo. Il mio destino non è stato importante in questi due anni, non lo era neanche prima: ma il destino di una città, che al netto del buon lavoro dei facenti funzione, è stata sospesa insieme al suo sindaco, è un problema.

Allo stesso modo oggi che il sindaco è tornato in sella non ha il problema del destino dei singoli assessori o consiglieri, significherebbe non aver capito nulla neanche di questi due anni. Il sindaco ha il problema di raccontare una nuova storia e di rappresentare un nuovo inizio. Altrimenti in questi due anni ho dormito: la riflessione invece è stata fatta. Se cambiano gli orchestrali e non cambia la musica non ho fatto niente. Non è una semplice sostituzione di persone. Dobbiamo avere la consapevolezza che la città si serve per un periodo più o meno ampio. Poi si continua a servire con un altro ruolo, non si abdica al proprio ruolo di rappresentante istituzionale.

Se il sindaco è tale anche quando non ha più la fascia o non la indossa, allo stesso modo chi è stato assessore, consigliere, ha svolto ruoli di responsabilità, lo deve continuare a fare da un’altra angolatura anche se non riveste più quel ruolo. Su questa terra siamo tutti pro tempore: sta a noi capire se il nostro ruolo istituzionale (come dice la costituzione) va recitato con disciplina e onore oppure pensare diversamente».

La visione “comune”

Un sindaco che torna in un’aula Battaglia diversa da come l’aveva lasciata, con qualche frizione da sedare. Secondo Falcomatà però c’è poco da compattare: «Lo stato di salute della maggioranza è buono, ma può sempre migliorare. Ho perso qualche pezzo per strada dal 2014, ma è fisiologico. Non ci sono stati grossi smottamenti. Sia stamattina che in questi due anni ho avuto modo di incontrare i consiglieri e gli assessori e di confrontarmi con loro e non mi pare che le problematiche che vengono poste all’attenzione siano gravi. Non c’è necessità di ricompattare la maggioranza quanto di incentivare ognuno ad avere l’orizzonte alto, sentirsi protagonista di questa visione comune e tradurla in fatti concreti». Il sindaco, come anticipato stamattina, ribadisce di avere chiesto agli assessori un report da consegnare entro lunedì con le attività poste in essere che, chiarisce «Non mi serve a dare le pagelle, ma a chiarire lo stato dell’arte. Con le problematiche che ci sono, altrimenti non posso provare a risolverle».

Altro conto è «Ricompattare la politica – spiega il primo cittadino, nel confronto con l’opposizione – ci sono delle cose che stanno nella normale dialettica politica, una minoranza che incalza ad esempio Ma ci sono delle cose sulle quali dovremmo avere uno sforzo alto di politica per vedere le cose allo stesso modo. Come nel caso di strumenti che cambiano il volto della città, il Psc, il masterplan di Reggio. Non si può essere contrari al Patto per Reggio: perchè è una cosa buona per la città. Si possono dare suggerimenti, capire se c’è la possibilità di dialogare. Rilancio sulla possibilità e sulla necessità che la politica dia un segnale che rispetto al futuro della città non ci siano distinzioni. Oggi abbiamo la possibilità, sullo sviluppo della città, di sentirci uniti. Non è semplice perchè la politica è sempre stata divisa, ma da sindaco ho il dovere di provarci».

Le opere

Ma quale sarà il nuovo approccio del sindaco, considerate le incompiute, le incombenze.

Falcomatà ricorda: «Nel 2014 avevo detto che il lavoro in questa città deve essere previsto con priorità orizzontale, tutte le questioni devono avere la stessa importanza e rilevanza. Per fortuna quella stagione è superata perchè ne sono stati superati i problemi: penso alle società, al bilancio, alla macchina burocratica ridotta al lumicino. Oggi non posso dire che la priorità deve essere orizzontale: in questi trenta mesi dobbiamo individuare degli obiettivi, che non sono solo opere pubbliche, ma anche servizi, strumenti per attuare e concretizzare quella visione. Il nostro orizzonte è oltre la scadenza del 2026, da un lato. Ovviamente, dall’altro, dobbiamo concretizzare opere che possono cambiare il volto della città. Credo che il fatto che il 6 novembre si firmi la convenzione per il nuovo palazzo di Giustizia è un ottimo segnale per la città. Anche rispetto a questo tipo di idee e progetti che migliorano la qualità delle vita individueremo una scala di interventi da portare a termine nei prossimi 30 mesi».

Le funzioni a Metrocity

Due anni sono passati ma una cosa non è cambiata: la Città metropolitana è ancora in attesa di ricevere le funzioni dalla Regione. «Penso di andare a trovare il presidente della Regione Occhiuto, però con una sana volontà di dialogo e di confronto e di discussione. Senza quello non andiamo da nessuna parte. L’idea dei pugni sul tavolo, dell’arroganza, dello scontro non porta mi da nessuna parte. Serve tenere un atteggiamento istituzionale: prima di avere la tessera di un partito, indossiamo la giacca di rappresentanti di tutti i partiti». Falcomatà dice di aver apprezzato non solo il comunicato del presidente dopo la sentenza della Cassazione, ma confida di avere ricevuto anche una telefonata e, aggiunge «Lo interpreto come la volontà di confrontarsi e trovare soluzioni positive per la città».

Secondo Falcomatà il caos è a monte: «Siamo consapevoli che le città metropolitane hanno un problema endogeno: dopo 10 anni alcune cose vanno riviste. L’idea che alcune funzioni siano date e altre vadano contrattate con le Regioni ha reso, in ogni posto, difficile i dialoghi. Sono convinto che i tempi siano maturi per arrivare a una conclusione positiva. Mi sembra che nella sua concretezza Occhiuto abbia aperto a questa ipotesi e sono convinto che lo farà».

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