martedì,Maggio 7 2024

Femminicidi a Reggio, in consiglio comunale la mozione bipartisan contro la violenza sulle donne

Il documento di sensibilizzazione degli organi istituzionali firmato da Minicuci e Quartuccio

Femminicidi a Reggio, in consiglio comunale la mozione bipartisan contro la violenza sulle donne

Quello di Giulia Cecchettin è solo l’ultimo nome di donna, nella tragica e lunga lista dei femminicidi in Italia. Un trend drammatico che nemmeno l’inasprimento delle sanzioni è riuscito a fermare. Serve dunque un impegno maggiore a partire dalle istituzioni locali.

Lunedì mattina un gesto simbolico in consiglio comunale, un mazzo di margherite donato alla segretaria Teresa Libero per ricordare tutte le vittime di femminicidio. Un gesto a cui sono seguiti anche i fatto con una mozione bipartisan, presentata dai consiglieri Antonino Minicuci dell’opposizione e Filippo Quartuccio con l’ordine del giorno “Violenza sulle donne“.

La risposta delle istituzioni

Il documento parte dall’assunto che fotografa la realtà: «il fenomeno della violenza di genere – si legge – sta assumendo dimensioni non più tollerabili, pertanto è indispensabile una risposta forte e unitaria da parte delle istituzioni, con una condanna ferma del fenomeno; le istituzioni vanno responsabilizzate affinché siano attivati efficaci percorsi educativi che, in modo trasversale, in particolare partendo dai luoghi dell’educazione e della formazione, riescano a dettare un’inversione culturale della società».

Servono «campagne di sensibilizzazione al rispetto dell’altro e quelle di educazione all’affettività risultano essenziali per dettare un cambiamento culturale, che non può basarsi esclusivamente sul regime sanzionatorio. I centri antiviolenza non sono esclusivamente case rifugio bensì devono rappresentare un supporto globale per le persone vittime di violenza, fornendo un valido orientamento anche formativo, e lavorativo, sin dal momento della loro presa in carico, affinché le donne possano essere sostenute nel percorso di emancipazione abitativa, professionale ed economica, fondamentale per una piena autodeterminazione delle stesse».

La casa delle donne

Nel tempo l’amministrazione comunale di Reggio ha investito risorse importanti affinché la città di Reggio «disponesse della sua prima “Casa delle Donne“, luogo che non solo accoglierà vittime che avranno la necessità stringente di lasciare la propria abitazione perché in pericolo, ma che rappresenterà anche un presidio di cultura, educazione e formazione e quindi prevenzione contro la violenza di genere». Ma questo non basta poiché è «indispensabile ampliare le politiche attive contro il fenomeno, facendo rete con tutte le istituzioni pubbliche e facendo sintesi delle best practice diffuse sul territorio grazie alla presenza di centri antiviolenza accreditati ed associazioni impegnate nella prevenzione del fenomeno».

Gli interventi

Da qui la sollecitazione al Settore competente per «la pubblicazione in tempi rapidi dell’avviso di assegnazione dell’immobile confiscato alla mafia che ospiterà la “Casa delle donne” del Comune di Reggio Calabria; ad individuare uno spazio nell’ambito della Casa Comunale in cui apporre una targa in memoria di tutte le vittime di femminicidio, ad attivarsi con le istituzioni deputate, nazionali e regionali, per garantire maggiori risorse a favore della prevenzione alla violenza di genere e al rafforzamento dei centri antiviolenza, in termini numerici ma anche di varietà dei servizi offerti; individuare, sfidando gli stereotipi di genere. rsa: e alla parità di genere della libertà».
E ancora l’invito a «sollecitare il Governo affinché l’educazione all’affettività e alla parità di genere venga sempre più valorizzata scuole di ogni ordine e grado, ponendo un focus specifico sul rispetto degli altri e della libertà individuale, sfidando gli stereotipi di genere».
Un punto di inizio che richiede però adesso lo sforzo di tutti.

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