martedì,Aprile 30 2024

Crisi a Palazzo San Giorgio, Pd e Falcomatà alla prova del nove

La riunione è convocata dalla segretaria cittadina Valeria Bonforte per il primo pomeriggio di oggi

Crisi a Palazzo San Giorgio, Pd e Falcomatà alla prova del nove

In queste settimane, costellate di appuntamenti e di date da segnare, l’incontro di oggi tra il sindaco di Reggio e il suo Pd riveste grande importanza.

In primis per gli assetti che si determineranno e poi per il vero obiettivo: il futuro della città nel prossimi due anni. Ma l’evento è legato soprattutto a disinfettare ferite e a mettere cerotti per una vicenda inaspettata che negli ultimi giorni ha dato una scossa alla politica locale. E il riferimento è alla mossa dei Dem locali che hanno lasciato il sindaco solo a riflettere su come si può stare nell’aula Battaglia convocata per il consiglio senza i consiglieri del partito (in teoria) trainante della maggioranza.

L’azione politica del Pd

La riunione è convocata dalla segretaria cittadina Valeria Bonforte per il primo pomeriggio di oggi per approfittare della presenza del senatore Nicola Irto prima del suo ritorno nella capitale. Ma come arrivano sindaco e Pd al confronto? Giuseppe Falcomatà ha passato gli ultimi due giorni a presenziare ad eventi, nel suo ruolo istituzionale di sindaco, nel contatto con le persone, le associazioni, il terzo settore, i giovani: riprendendo cioè quel contatto che, come aveva riflettuto nel periodo della sospensione, era mancato nel resto della legislatura.

Il Pd invece, «massima apertura», ma forte del braccio di ferro e dei risultati ottenuti, si presenta con nuova dignità per vedere se sarà possibile trovare la quadra altrimenti ci saranno altre determinazioni. L’obiettivo, chiariscono fonti del Partito è quello dichiarato nella lettera di martedì mattina ossia un chiarimento sul programma. Capire a cosa si lega questa ipotesi di rinnovamento, quali sono le motivazioni. Una discussione che non sarà limitata alla giunta poiché l’azione amministrativa si sviluppa anche con altri strumenti. Si devono pianificare due anni di amministrazione. A sentire i Dem locali dunque non è questione di poltrone ma un’azione politica che un partito serio deve programmare.

Le prove di dialogo continueranno anche con Italia Viva e coi Democratici progressisti. Attendono entrambi che si risolva il nodo principale ma, soprattutto, che si possa delineare un modello valido per tutti i partiti che compongono la coalizione per stabilire con che numeri sarà composta la futura giunta.

Nuova giunta e dejà vu

Facendo due calcoli, se tutto dovesse andare liscio e si trovasse la quadra, dopo quella dei numeri si aprirebbe la partita dei nomi. Con le idee solo in teoria formulate che si dovrebbe avere il tempo di raccogliere i sì da parte dei nomi di tecnici o di soggetti alto profilo. Insomma un deja vu: come nel 2016 si potrebbe arrivare alla nuova giunta il 24 dicembre. E sono tante le analogie ricorrenti.

In quell’occasione la giunta fu presentata a quasi due mesi del rimpasto e la rimessione delle deleghe degli assessori nelle mani del primo cittadino. Nel 2016, il primo cittadino, al momento della decisione di rimodulare l’esecutivo, aveva detto che dopo due anni qualche aggiustamento era da considerarsi più che fisiologico. Immaginiamoci considerate le circostanze attuali. Anche in quell’occasione però due mesi erano un’infinità di tempo per una città che invece aspettava risposte immediate.

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