lunedì,Aprile 29 2024

Comune di Reggio, approvato il Psc. Sera: «Un cammino lungo 20 anni»

Il presidente della III Commissione consiliare: «Quando l’indirizzo politico diventa programma e si affianca a un’azione tecnica amministrativa coerente, il risultato diventa certezza»

Comune di Reggio, approvato il Psc. Sera: «Un cammino lungo 20 anni»

«Dalla delibera di Giunta comunale n. 23 del 10 febbraio 2003 con la quale è stato deliberato di procedere alla redazione del Piano strutturale comunale (PSC), del Regolamento edilizio e urbanistico (REU) e del Piano operativo temporale (POT) e di indire una gara per l’affidamento dell’incarico professionale per la redazione dei suddetti strumenti urbanistici, alla delibera di Consiglio comunale del 30 dicembre 2023, la quale è servita a mettere fine a un periodo definito dal Raggruppamento temporaneo di progettisti composto dai professori architetti Francesco Karrer (capogruppo), Francesca Moraci e Loreto Colombo, terna dei progettisti, come: l’impetuoso, anarchico e spesso illegale processo di urbanizzazione non poteva non portare a una situazione della quale non si percepisce più il senso della sua forma. La diffusione insediativa ha interessato quasi tutto il territorio aggredibile, incurante degli stessi pericoli rappresentati dalle fragilità fisiche. Né lo spazio agricolo, né quello costiero, né le sponde dei corsi d’acqua sono stati risparmiati, sono trascorsi venti lunghi anni». È quanto afferma Giuseppe Francesco Sera, presidente della III Commissione consiliare.

«Il Prg – continua – che racchiudeva in sé il concetto di area metropolitana, disegnando la città futura come facente parte di un sistema di conurbazione: Reggio-Villa S.G.-Messina attraverso una direttrice lungo la SS 18 che ne indicava lo sviluppo soprattutto residenziale e con la zona sud destinata ad accogliere attività industriali e produttive, risulta oggi non attuato e praticamente inattuabile per vari motivi, tutti riconducibili al mancato rispetto delle indicazioni ivi contenute è quantificabile nella misura del 20% delle opere pubbliche costruite, quello rispetto se delle previsioni di piano. In buona sostanza circa l’80% delle opere pubbliche realizzate sono localizzate in aree con destinazioni di piano difformi. Il documento preliminare del Piano strutturale comunale, quindi, è servito a definire la macro zonizzazione della Città metropolitana in sintonia con le sue potenzialità fisiche e le caratteristiche specifiche con la classificazione del territorio in urbanizzato, urbanizzabile e agro-forestale.

Tanti gli anni necessari per dotare la città dello strumento di sviluppo pianificatorio territoriale, che tende a cucire le ferite di un passato, caratterizzato dalla cementificazione selvaggia e da un costruito, frutto di una speculazione edilizia indecorosa legata al profitto e non dalla necessità. Il Piano ri-disegna i tratti fondamentali, con una forte tendenza alla salvaguardia ambientale, alla rivoluzione green, alla rigenerazione urbana e alla sicurezza di un territorio e di una città tra le più belle e suggestive del mediterraneo. Secondo le linee guida suggerite, il Psc deve perseguire tre principali obiettivi ispirati al principio dello sviluppo sostenibile: la promozione dello sviluppo locale mediante la tutela e valorizzazione del paesaggio e delle risorse ambientali, naturali ed antropiche (storico culturali); il miglioramento della qualità della vita e della sicurezza dei cittadini mediante la promozione della qualità ambientale ed il controllo dei rischi; l’assetto sostenibile del territorio e dell’uso del suolo, sulla base dei caratteri e delle condizioni ambientali.

Chiuso il periodo della scrittura del nuovo Piano strutturale, il Consiglio licenziandolo ha posto ulteriori tre priorità, l’aggiornamento cartografico alla luce delle osservazioni recepite e degli emendamenti presentati, la necessità contabile di aggiornamento delle aliquote Imu ai fini della redazione del bilancio e l’urgenza di attrezzarsi con l’Ufficio di piano, elemento fondamentale per la redazione dei piani attuativi che renderanno da subito operative gli indirizzi dello strumento di pianificazione approvato. Pertanto quando l’indirizzo politico diventa programma e si affianca a un’azione tecnica amministrativa coerente, il risultato diventa certezza e oggi lo strumento pianificatorio, se ben utilizzato, è l’unica occasione di crescita».

top