Autonomia differenziata, sì al Consiglio comunale aperto ma il centrodestra abbandona l’aula

Avanzare proposte alternative, coerenti con i principii costituzionali e con la garanzia di unità nazionale, a partire dal dibattito parlamentare e con nuovi pronunciamenti delle assemblee elettive locali. Condividere le iniziative da adottare, compresa l’indizione di una manifestazione di protesta pacifica che coinvolga studenti, liberi cittadini, le parti sociali, associazioni e forze politiche che si oppongono alla scellerata riforma e per la difesa dell’autonomia locale.

Sono questi gli obiettivi della mozione approvata oggi a Palazzo San Giorgio con i soli voti della maggioranza, promuovendo un Consiglio comunale aperto, per sollecitare l’immediata definizione dei LEP, slegandoli dai criteri di spesa storica, e degli altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali diseguaglianze, come già previsti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, a partire dai criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale.

Un testo che sarà inviato anche alle rappresentanze parlamentari e regionali, agli altri Comuni della Città Metropolitana, alle principali rappresentanze sociali e associazioni che esprimono la cittadinanza attiva perché quella dell’autonomia differenziata è una riforma avvertita più come un pericolo che come un’opportunità, considerando «inaccettabili» i rischi di un arretramento sui «diritti universali sanciti dalla Costituzione, di presidi fondamentali per l’identità culturale nazionale e di funzioni statali che garantiscono l’unità del paese e che devono essere preservate: il servizio sanitario nazionale; la scuola e l’istruzione a tutti i livelli; il lavoro e la previdenza; le infrastrutture materiali e immateriali di rilievo nazionale e di valenza strategica; la sicurezza energetica del paese».

La giornata del Consiglio comunale era cominciata proprio con una convocazione urgente della conferenza dei capigruppo, da parte del presidente Enzo Marra, proprio per discutere l’opportunità di portare in aula il documento. Ma al momento dell’inserimento all’ordine del giorno il centrodestra ha fatto dietrofront, rifugiandosi in motivazioni di metodo e di rispetto delle regole, decidendo di abbandonare l’aula. Un modo, per il centrodestra, anche per togliersi dall’imbarazzo di votare su una materia talmente scottante da rischiare di mettere in crisi i rapporti tra alleati. La linea scelta è quindi quella della prudenza dopo le polemiche che hanno attraversato le forze di governo con le prese di posizione registrate in Calabria le scorse settimane.

Il testo, d’altra parte, non lascia spazio a fraintendimenti: «il Disegno di legge sulla autonomia differenziata proposto dal governo e già approvato dal Senato della Repubblica è sbagliato, ingiusto e incostituzionale perché – si legge nel documento – apre grandi varchi per chi intenda consolidare i divari e creare nuove disuguaglianze in un paese già segnato da profonde disparità territoriali, bisognoso invece di ricuciture e coesione». Una posizione non inedita per la verità, che trova spazio sia all’interno dell’Anci che tra le forze di centrosinistra: «la riforma proposta – è scritto – non garantisce il rispetto dei principii di cui all’articolo 119 della Costituzione, poiché deresponsabilizza le regioni avvantaggiando alcuni territori, quelli più ricchi, che avranno in più ingenti risorse fiscali proprie, sottratte agli introiti dello Stato, da usare per integrare il finanziamento standard delle funzioni aggiuntive, per coprire inefficienze o garantire nuove prestazioni senza affidarsi allo sforzo fiscale».

Insomma il derby delle mozioni/ordini del giorno ha preso avvio ed ha visto il Consiglio comunale esprimersi in maniera disunita. Proprio nei giorni scorsi era stato Massimo Ripepi a rivendicare l’inserimento all’ordine del giorno della sua mozione, già approvata in Commissione Consiliare, inerente il Ponte sullo Stretto. La sua intenzione è quella di convocare un Consiglio comunale aperto, sulla falsariga della mozione di oggi, per discutere della mega opera e per lasciare una traccia della «volontà di vedere realizzata una delle opere ingegneristiche più importanti del pianeta che rappresenterà sicuramente lo skyline della nostra nazione».
Anche in tema di Ponte sullo Stretto le posizioni sembrano ben delineate con il centrodestra a spingere ed esaltare il collegamento stabile sullo Stretto, e un centrosinistra che prova a mettere il bastone tra le ruote del Carroccio.

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