lunedì,Maggio 13 2024

Lucano candidato alle europee, Sirianni lo benedice e Antoniozzi lo contesta

Il magistrato pronto a sostenerlo: «Un buon motivo per andare a votare». Critico l'esponente di FdI: «Le sue politiche sono state un fallimento»

Lucano candidato alle europee, Sirianni lo benedice e Antoniozzi lo contesta

«È un mezzo miracolo per quanto mi riguarda. Un piccolo leader di sinistra abituato a pagare di persona, idealista e povero in canna, nello spezzone più piccolo e di sinistra, di quella parte sinistra che pare aver capito che bisogna unirsi per resistere ai fascismi, alle guerre e all’assassinio di Madre Terra». E’ la “dichiarazione di voto” che il magistrato Erminio Sirianni ha rivolto a Mimmo Lucano, nel giorno dell’annuncio per la sua candidatura alle elezioni europee nel gruppo Alleanza Verdi Sinistra.

«Un piccolo uomo, capatosta e con mille altri difetti caratteriali, ma di una trasparenza e un disinteresse assoluti e che anche fra i lupi di Bruxelles potrebbe riuscire a piantare la bandiera dell’unica utopia realizzata. Una ragione forte per segnare la scheda elettorale per la prima volta dopo più di 40 anni».

A storcere il naso sull’ex sindaco di Riace è però Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Ho dato la mia solidarietà a Mimmo Lucano quando è stato praticamente assolto in appello e l’intero centrosinistra, dopo la dura condanna in primo grado, lo aveva dimenticato – si legge in una nota – Oggi che ufficializza la sua candidatura alle elezioni europee nel Sud dico che lo contrasteremo, perché il suo modello di integrazione è stato un fallimento».

«I calabresi dovranno scegliere tra chi vorrebbe che la loro regione, la nostra regione, accogliesse tutti gli immigrati, compreso quelli che ogni giorno delinquono, e chi come noi vuole aiutare l’Africa diversamente e vuole che in Italia e in Calabria entrino le persone in regola e ché siano utili alla comunità. Lucano praticamente appoggia l’idea – aggiunge Antoniozzi – che regioni peraltro povere come la Calabria debbano essere il serbatoio di tutti i rifugiati».

«Lucano è stato sconfitto a Riace nel suo comune ma pensa che la Calabria e l’intera Nazione debbano essere pronti ad accogliere chiunque. Non vede e non vuole vedere che proprio in Calabria la manodopera della ndrangheta nello spaccio di stupefacenti è composta da immigrati come si è visto nelle inchieste delle Procure di Cosenza e Reggio Calabria. Ho difeso l’uomo Lucano sul piano giudiziario mentre veniva abbandonato dalla sinistra perché ritengo incivile mettere insieme le questioni politiche con quelle giudiziarie ma lo batteremo con Denis Nesci nella nostra regione per dire no al modello folle che vorrebbe accogliere tutti gli immigrati in Calabria» conclude Antoniozzi 

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